Le COT sono realta'

Ecco le COT !

Adesso che si sono viste in pista sul serio le nuove vetture volute fortemente dalla NASCAR, come si fara' a chiamarle ancora le macchine del domani? Si possono ribattezzare sempre COT, che si puo' modificare in Car Of Today.

Si perché il progetto partito sette anni fa per rivoluzionare il modello di base della vettura utilizzata per le corse piu' popolari degli States, le stock car, è diventato realta'. A Bristol, davanti a 161,000 spettatori, il 58esimo tutto esaurito consecutivo per quello che è il vero e proprio stadio del motore, il 'domani' è diventato oggi.

Dodge e Chevrolet sono stati i due costruttori ad aver fatto debuttare un nuovo modello per adattarsi alle COT, passando da Charger ad Avenger e da Montecarlo a Impala, rispettivamente. Ford e Toyota hanno adattato le loro Fusion e Camry alle nuove forme e regole.

Le differenze piu' vistose con la precedente versione, che non è ancora comunque pensionata visto che la rivedremo ancora in pista nella maggioranza delle gare da qui a fine stagione, sono la vera e propria ala posteriore che va a sostituire il vecchio spoiler e lo splitter anteriore, un sottile baffo che spunta dal fondo vettura, sostenuto da alcuni ganci al resto del corpo vettura.

La vettura è piu' larga e il pilota è posizionato piu' centralmente rispetto alla classica posizione a sinistra precedente. Le fiancate laterali sono rinforzate da robusti pannelli per l'assorbimento di energia cinetica.

Lo scopo principale dello studio era migliorare la sicurezza dei piloti unitamente a trovare misure che garantissero piu' spettacolo durante le gare (leggi piu' side-by-side racing, lotta corpo a corpo) e finali sempre incerti, oltre a una riduzione dei costi di gestione. Risultato ottenuto?

Presto per dirlo. Nella gara di Bristol, vinta da Kyle Busch, si è visto effettivamente piu' volte piloti percorrere appaiati le curve per piu' giri consecutivamente. Ma il piccolo ovale del Tennessee da questo punto di vista non era forse il test migliore. Il banking di 36 gradi delle sue curve, il piu' alto di tutta la Nextel Cup, consentiva comunque un buon side-by-side anche prima.

Questo anche perché il problema maggiore riscontrato da tutti i piloti è stato la difficolta' nel far curvare la nuova vettura, costringendoli quindi a svoltare piu' lentamente. La nuova vettura è dura da far girare perché è piu' grande, piu' scatolata. Tony Stewart la defini' infatti "un mattone volante", sottolineando il suo odio per essa, condiviso da molti per altro.

Il primo riscontro è un minor carico aerodinamico generato dalla vettura, che infatti ha reso piu' difficile l'inserimento in curva. Questo è uno dei risultati che si volevano ottenere, per diminuire il famigerato effetto "aero-push", che specie negli ovali medio-veloci, non consentiva piu' a due vetture di percorrere le curve appaiate, e soprattutto di rimanere in scia alla vettura precedente all'ingresso di curva, limitando di fatto le possibilita' di sorpasso.

Uno dei primi effetti venuti all'occhio a Bristol è stato il livellamento delle prestazioni, specialmente in qualifica. Cio' ha consentito in primis alla Toyota di piazzare qualche vettura in piu' al via della corsa, ad esmpio AJ Allmendinger è riuscito per la prima volta a qualificarsi. In gara il dominio Chevrolet di questo primo scorcio di stagione è tornato a galla, e il team Hendrick ha piazzato la terza vittoria consecutiva con il piu' piccolo dei fratelli Busch, dopo i due primi posti di Jimmie Johnson a Vegas e Atlanta.

Si è visto meno bump and run, la manovra sporca di piazzare un colpo sul posteriore di chi precede per sorpassare poi all'interno, di quanto si è soliti vedere in questo particolare ovale. Anche a causa del timore di rovinare la nuova parte anteriore delle vetture, senza conoscerne le effettive conseguenze.

Ma anche questo era probabilmente uno degli aspetti indiretti che la NASCAR voleva ottenere. Di contro data la difficolta' nella frenata e nell'impostazione di curva della nuova macchina, ancora tutta da scoprire per squadre e piloti, ha portato a molti contatti duri all'ingresso delle curve, con conseguente testacoda del tamponato di turno.

Bene ha fatto Jeff Burton nel finale di gara a giocare pulito e a non cogliere l'occasione di vincere la corsa con bump and run ben assestato a Kyle Busch, al quale era incollato. Da questo punto di vista per ora missione riuscita.

Sembra anche che la NASCAR voglia anticipare al 2008 il l'impiego totale delle COT im modo da non obbligare i teams a correre un'altra stagione con due programmi paralleli, che inevitabilmente fa aumentare i costi anziché ridurli.

Ora arriva Martinsville, altro short track di appena mezzo miglio. Ma a differenza di Bristol, è praticamente piatto, le curve hanno appena 12 gradi di banking e i rettilinei sono piani, laddove quelli di Bristol sono inclinati di 16 gradi.

Qui gia' normalmente il principale problema sono i freni, che vengono usati molto violentemente, resta da vedere come sara' con le COT, che essendo piu' grosse e pesanti li stresseranno ancora di piu'.

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