L'esultanza del vincitore, Kevin Harvick, Chevrolet numero 29
I TOP
1. Kevin Harvick: Presentatosi a Daytona con una macchina gialla, Harvick è riuscito finalmente a staccarsi di dosso l'etichetta di sostituto di Dale Earnhardt nel Richard Childress Racing team. Harvick non aveva mai vinto a Daytona fino sabato, quando si era aggiudicato la Orbitz 300 Busch Series.
2. Mark Martin: Pilota ormai a tempo determinate, Martin ha dato il via a quell ache viene chiamata la “dream season”, la sua ultima stagione, andando vicinissimo alla vittoria nella gara più importante. In testa per 176 fino fino a quello finale, ma all'ultimo momento, proprio quando sembrava fosse fatta avendo distanziato Kyle Busch, ecco Harvick che con una manovra perfetta gli passa avnti. Certo qualche responsabilità iu dirigenti NASCAR ce l'hanno per non aver alzato bandiera gialla, ma lui correttissimo come sempre non ha protestato.
3. Jeff Burton: la grande impresa di Burton ha consentito al team di proprietà di Childress (ex pilota tra il 1969 e 1981) di avere due macchine nelle prime tre. Il veterano Burton aveva ditto prima della gara di avere la sensazione che le ultime 100 miglia sarebbero state completamente incontrollabil. Ha anche avuto la possibilità di gustarsi il sorpasso vincente del compagno di scuderia Harvick: “Avevo un posto a sedere fantastico per assistervi". “É stata una giornata selvaggia. Gli ultimo 40 giri sono stati da pazzi, un qualcosa di folle".
4. Mike Wallace: Alla guida di una macchina della scuderia indipendente di proprietà di James Finch, il Phoenix Racing team, Wallace è arrivato ad un impensabile quarto posto grazie alla sua Chevrolet sponsorizzata da una tribù indiana della Florida. Piazzamento arrivato grazie alla gara attenta e all'ottima prova nelle 150 miglia di qualifica.
5. David Ragan: Dopo aver distrutto la sua Ford Fusion da gara in una delle gare di qualificazione giovedì, il 21enne del North Carolina ed esordiente nella Nextel Cup si è comportato alla grande, dimostrando anche grande umiltà : “Certo festeggeremo per un po', ma ragazzi, ci sono alter 35 gare, e Martinsville dà gli stessi punti di Daytona“. Il ragazzo si farà .
I FLOP
1. Juan Pablo Montoya (19° posto): l'ex pilota di Williams e McLaren in Formula 1 (per lui 7 vittorie e 13 pole position in 95 gran premi), l'esordiente più pubblicizzato delle NASCAR series, ha avuto problemi sin dalla partenza, trovandosi spesso sull'esterno e lamentandosi della macchina. Alla fine però è riuscito a tenersi fuori dall'auto-scontro in corso infilando la diciannovesima posizione. "Abbiamo iniziato molto male", ha detto Montoya, "con problemi continui, e la macchina andava veramente male".
2. Dale Earnhardt Jr. (32° posto): Il campione del 2004 è stato a lungo Vicino alla testa della corsa per poi finire vicino alla coda. Colpa anche della sua Chevrolet, danneggiata seriamente nel sesto scontro della gara. “Ero subito dietro Ricky Rudd e non sono riuscito a capire cosa abbia causato lo scontro, e non sono stato in grado di evitare l'incidente", ha dichiarato ai reporter Earnhardt.
3. Jimmie Johnson (39° posto): Il vincitore della Nextel Cup 2006 è stato assolutamente nullo a Daytona. Brutta giornata per lui, finita peggio al giro 173: contro un muro.
LE SORPRESE
1. Elliott Sadler (6° posto): Dopo aver perso il capo-macchina Josh Browne (sospensione e multa di $25.000 per lui) ad inizio settimana, Sadler non era certo in lista tra i favoriti per la vittoria, che ha suscitato l'entusiasmo del proprietario del team, Ray Evernham. "Dopo la settimana che abbiamo avuto, è stato un colpo eccezionale. Ray si è comportato alla grande".
2. David Stremme (11° posto): Considerato il pilota numero 3 del Chip Ganassi Racing team, Stremme, con la sua Dodge Charger argento numero 40, si è invece messo alle spalle i compagni di scuderia Reed Sorenson e Montoya, eguagliando il suo piazzamento record in carriera.
3. Reed Sorenson (13° posto): Un giorno dopo esssersi lamentato per le vibrazioni della sua Dodge Charger numero 41 dopo le ultime prove, Sorenson è riuscito a stare con I primi per buona parte della gara, ed era addirittura terzo alla ripartenza nel 180° giro dopo un cambio gomme. Purtroppo alcuni problemi di surriscaldamento del motore verso la fine lo hanno fatto terminare dietro i primi 10.