NASCAR in Pillole – Part. 2

La Car Of Tomorrow, con la novita' dell'alettone posteriore.

In piena offseason, quando mancano un paio di mesi alla ripresa della stagione, continuiamo la conoscenza delle caratteristiche principali della NASCAR Nextel Cup Series. Dopo aver visto le regole principali in fatto di punteggi e gare, è utile conoscere a grandi linee potenza e sicurezza dei mezzi della NASCAR, anche per meglio valutare difficolta' e rischi delle gare su ovale, che a prima vista possono sembrare forse troppo semplici.

E poi le piste sulle quali si corre, tra famose e meno note, hanno tutte caratteristiche uniche, oltre a fare della NASCAR l'unica categoria in cui si possono trovare regole e usi differenti a seconda del circuito sul quale si gareggia, creando a volte un vero e proprio 'fattore campo' tra i piloti, che si adattano al meglio ad alcune piste a seconda dello stile di guida.

Le Auto

Nel 2007 ci sara' una grande novita' per la NASCAR. Per la prima volta nella storia della serie maggiore, la Nextel Cup, partecipera' un costruttore non americano. La giapponese Toyota schierera' al via infatti il modello Camry, che dovra' vedersela con le attuali vetture partecipanti, la Ford Fusion, la Dodge Charger e la Chevrolet Monte Carlo. Queste vetture mantengono un aspetto esteriore simile al modello di serie che devono rappresentare, ma sono auto costruite espressamente per le corse.

Assemblate completamente a mano, rappresentano il concetto americano di automobile: motore anteriore, trazione posteriore e tanta potenza. Il motore che le spinge è un V8, otto cilindri a V, che ha una cilindrata di circa 5800 centimetri cubi, garantendo ai piloti circa 800 cavalli, la stessa cavalleria di una F1.

Anche i propulsori sono montati a mano, pezzo per pezzo, e sono tecnologicamente limitati per regolamento, ma soprattutto per tradizione. Il cambio è dotato di quattro marce. L'alimentazione a carburatori, la distribuzione ad aste e bilancieri, a fronte della tecnologia presente in altre categorie, danno un'idea del conservatorismo della NASCAR, ma ancor di piu' ci fanno capire il perché la categoria è la piu' amata degli US: motori potenti senza troppe sofisticazioni, zero aiuti per il pilota e via correre per vedere chi è il migliore.

Sul fronte della sicurezza, le auto sono dotate di una robusta gabbia di tubi, che crea lacellula di sopravvivenza per il pilota. Vi sono poi dei dispositivi aerodinamici presenti sul tetto delle auto, che ne aiutano il rallentamento quando la macchina si trova, dopo un testacoda, a viaggiare al contrario.

La piu' importante novita' in fatto di sicurezza dei piloti in questo inizio di secolo, il collare Hans, è nata proprio qui nella NASCAR, ed è stata poi importata nelle altre categorie, F1 compresa. La sua invenzione, nel 2001, è dovuta alla perdita del piu' grande, Dale Earnhardt, scomparso durante la Daytona 500 di quell'anno, proprio a causa della forte decelerazione subita dal collo a seguito dell'impatto a muro.

Le COT

COT è l'acronimo di Car Of Tomorrow, un nuovo tipo di vettura che andra' gradualmente a sostituire le linee guida che devono avere i modelli attuali. La NASCAR vuole introdurre il nuovo modello in fasi graduali. Cosi' nel 2007 i teams dovranno usare le COT solo in alcune gare per arrivare ad un utilizzo completo nel 2009. Non mancano forti polemiche e pareri contrari tra i piloti.

La nuova macchina avra' una vera e propria ala posteriore e un'importante sviluppo aerodinamico anche sull'anteriore, al posto della classica griglia che hanno le vetture di oggi. Dati i frequenti contatti che fanno parte di queste gare, che succedera' alla rottura dell'ala, parte molto piu' fragile rispetto al solido spoiler utilizzato fino ad ora? L'aerodinamica anteriore fara' raccogliere molti piu' detriti ai radiatori delle auto causando potenziali problemi di surriscaldamento al motore.

Tony Stewart, due volte campione, le ha define 'mattoni volanti' per la loro forma molto piu' squadrata rispetto alle vetture odierne. La NASCAR vuole introdurre queste vetture pensando ad una riduzione dei costi, ma in realta' pensare di dover affrontare un campionato dovendo seguire due progetti diversi durante la stagione, è un conetto un po' lontano da quello del risparmio di denaro.

I Teams

Come in tutte le categorie, anche nella NASCAR ci sono squadre piu' avanzate sia a livello economico che di prestigio per i risultati ottenuti, ma quasto non impedisce a piccoli onuovi teams di potersi conquistare uno spazio e magari di emergere vincendo una corsa. La maggior parte dei teams hanno la propria sede nei pressi di Charlotte, non lontano dal Lowe's Motor Speedway, uno dei circuiti piu' importanti del calendario, sede annuale della gara piu' lunga in fatto di miglia, la Coca Cola 600. La cittadina del North Carolina è un po' la 'capitale' della NASCAR. Altre squadre hanno la loro base ad Indianapolis o a Daytona Beach.

Come abbiamo visto anche nel finale di stagione, le squadre piu' in vista sono ad esempio il Team Hendrick, che con la vittoria finale di Jimmie Johnson, ha conquistato il suo sesto campionato. In precedenza il suo propietario, Rick Hendrick aveva messo in bacheca i 4 titoli di Jeff Gordon e quello di Terry Labonte. Oltre a loro a difenderne i colri nel 2006 anche Kyle Busch e Brian Vickers. Il Roush Racing di Jack Roush è il team per il quale corrono il vicecampione 2006 Matt Kenseth e il veterano Mark Martin, ma anche Carl Edwards, Greg Biffle e Jamie McMurray. Questi due teams posono quindi contare su ben 5 vetture di punta.

Altri teams molto in vista sono Il Joe Gibbs Racing, dal nome dello stesso proprietario, storico allenatore dei Washington Redskins di football americano. Tra le sue fila, il 2 volte campione Tony Stewart e i debuttanti nel 2006 Denny Hamlin e J.J. Yeley. Quello di Roger Penske è invece uno dei nomi piu' famosi e leggendari in tutta la storia dell'automobilismo americano, e non poteva certo mancare di avere una squadra nella categoria piu' seguita. Per il Penske Racing guidano Kurt Busch e Ryan Newman.

Il Dale Earnhardt Inc. è il team fondato nel 1980 dal 7 volte campione "The Intimidator", Dale Earnhardt, la cui mancanza a pubblico e appassionati, a cinque anni dalla scomparsa, si fa sentire ancora tanto. Adesso il pilota di punta è naturalmente l'erede Dale Jr. affiancato da Martin Truex Jr. e da Paul Menard. La squadra piu' competitiva di tutto il 2006 è stata invece il Richard Childress Racing, che ha conquistato il titolo della serie cadetta, la Busch Series, con Kevin Harvick e lottato per la Nextel Cup con Jeff Burton e lo stesso Harvick. Al loro fianco il debuttante Clint Bowyer.

Nel 2007 Juan Pablo Montoya correra' la sua prima stagione completa di Nextel Cup nel Ganassi Racing, il team di Chip Ganassi, altro nome molto noto nella Indycar, che ci ricorda i titoli vinti dal nostro Alex Zanardi e che porto' lo stesso Montoya alla vittoria della Indy 500. Juan guidera' la vettura che nel 2006 è stata di Casey Mears, a fianco dei confermati Reed Sorenson e David Stremme. Ray Evernham è stato il crew chief di Jeff Gordon all'epoca delle vittorie nella Winston Cup, oggi invece è il propietario dell'omonimo team, che quest'anno ha vinto 6 gare grazie a Kasey Kahne.

I Circuiti

Le piste in cui si corre durante tutta la stagione sono grandi protagoniste delle sfide e dello spettacolo che ama il pubblico US. Tutte ovali e tutte uguali all'occhio europeo, ma naturalmente sono tutte ben diverse, ognuna con le proprie caratteristiche e peculiarita'. A Daytona e a Talladega si percorre tutto il giro, oltre 2 miglia, in piena andatura. Sono i cosidetti superspeedway, e sono gli unici due tracciati in cui viene applicata una flangia di restrizione sul motore, per limitarne la potenza, altrimenti si raggiungebbero velocita' superiori ai 350 chilometri orari con conseguente diminuzione della sicurezza dei piloti. La media sul giro rimane comunque superiore a 300, con punte massime sui 320.

Dal lato opposto ci sono i due tracciati piu' piccoli, Bristol e Martinsville, che con i loro 800 metri circa, sembrano veri e propri stadi del motore. In particolare Bristol, nel Tennessee, con le sue curve inclinate di ben 32 gradi e con l'evento che vi si svolge in notturna, offre uno spettacolo unico nel suo genere. Con 43 vetture al via, la testa del gruppo gia' alla partenza è vicina alla coda, e il traffico caotico è la caratteristica di questa corsa.

Nel mezzo di questi due estremi, stanno tutte le altre piste, velocissime come Atlanta, Michigan, Las Vegas e Charlotte per fare alcuni esempi e medie come Dover, denominato anche "The Monster Mile", oppure Pocono dalla forma triangolare unica al mondo. Insomma dal New England alla California, passando per Chicago e la citta' del gioco, la NASCAR un tempo prevalentemente popolare negli stati del Sud, ha ormai conquistato ogni angolo della nazione a stelle e strisce.

Dal 1994 poi si è avverato un sogno che tanti piloti della categoria tenevano segreto. Quello di correre sulla pista piu' famosa e conosciuta al mondo: Indianapolis, fino ad allora territorio esclusivo delle vetture a ruote scoperte della Indycar. Questa ulteriore gemma aggiunta al calendario ha contribuito in modo determinante alla popolarita' della NASCAR. In fatto di motori il pubblico di Indy è uno dei piu' competenti al mondo, e il connubio con le potenti e colorate vetture ha reso subito l'evento il secondo piu' importante dell'anno, chiaramente dopo la perla assoluta, la Daytona 500.

Il 2007 sara' un anno un po' particolare dunque con novita' e volti nuovi.
Ma tra 55 giorni, vicino alle calde spiagge della Florida, in quel di Daytona Beach sara' pronunciata di nuovo la mitica frase "Signori, accendete i motori" e allora sapremo chi saranno i protagonisti del nuovo anno. Qui su Play.It naturalmente. Buone Feste!

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