Nuove macchine stanno per arrivare in Nascar…
Una gara della NASCAR è un evento abbastanza lineare. I piloti usano una macchina prodotta in massa, la mascherano rendendola praticamente irriconoscibile e poi la guidano intorno ad un circuito per alcune centinaia di volte. Molti, specie in Europa, trovano lo spettacolo noioso e fine a sé stesso. Ma la NASCAR (National Association for Stock Car Auto Racing) è, dopo il football americano, il secondo sport nazionale, con ben 75 milioni di fans.
Addirittura, nel 2001, un certo Mark Warner che correva per la carica di Governatore dello stato della Virginia, decise di sponsorizzare una macchina con il suo nome. I suoi consulenti politici pensavano infatti che quel tipo di pubblicità potesse essere fondamentale ai fini della competizione elettorale. E avevano ragione, visto che Warner vinse per un margine strettissimo.
La National Association for Stock Car Auto Racing (NASCAR) è la più grande organizzazione motoristica degli Stati Uniti. Le tre competizioni maggiori che fanno riferimento alla NASCAR sono la NEXTEL Cup, le Busch Series e le Craftsman Truck Series.
Ci sono poi le NASCAR Regional Racing, il Whelen Modified Tour e le Dodge Weekly Series. Sotto il marchio NASCAR vengono corse oltre 1,500 gare su oltre 100 circuiti in 38 stati degli USA, più Canada e Messico. Tra il 1996 e il 1998 la NASCAR ha anche organizzato delle corse in Giappone e un'esibizione in Australia, sempre nel 1998.
Avviata come un'organizzazione di respiro territoriale limitato agli USA sudorientali, la NASCAR è cresciuta fino a diventare il il secondo sport più popolare degli USA in termini di audience, piazzandosi dietro solo alla NFL, e terzo per incassi in termini di diritti televisivi.
Le gare NASCAR sono diffuse a livello internazionale in oltre 150 paesi, Italia inclusa, dove si può vedere sui canali di Sky Sport. Ben 17 eventi sportivi sui 20 con più spettatori sono stati della NASCAR, e i suoi 75 milioni di fans hanno speso oltre $2 miliardi in merchandising. Fans che sono considerati tra i più fedeli di tutti gli sport USA, e grazie anche a loro la NASCAR ha firmato contratti di sponsorizzazione con ben 110 società elencate nella lista Fortune 500.
Il quartier generale della NASCAR è a Daytona Beach (FL), ma altri uffici importanti sono in quattro città della North Carolina: Charlotte, Mooresville, Concord e Conover. Ci sono poi New York City, Los Angeles, Arkansas e sedi all'estero a Città del Messico e Toronto. La NASCAR è arrivata persino a chiudere un accordo con lo Universal Technical Institute (UTI), aprendo un centro tecnico North Carolina chiamato NASCAR Technical Institute, dove crescono giovani che aspirano a diventare meccanici NASCAR.
Lo scorso 19 novembre 80.000 tifosi entusiasti si sono riversati a Homestead (FL) per l'ultima gara della Nextel Cup 2006 vinta da Jimmie Johnson. Homestead è una città di soli 80.000 abitanti, che ha quindi raddoppiato la sua popolazione per un giorno, per la gioia di albergatori, ristoratori e venditori ambulanti.
La gara Ford 400 è stata l'ultima della "Chase for the Nextel Cup", che viene assegnata al pilota che mette insieme il maggior numero di punti durante l'anno. Come abbiamo detto, la vittoria è andata, come previsto da quasi tutti, a Jimmie Johnson, un vincente un po' antipatico però.
Ottima giornata per le corse quella di Homestead, ma è stata anche una giornata che ha segnato la fine di un anno non buono per la NASCAR, a cominciare dal fatto che meno della metà delle gare della Nextel Cup ha visto il tutto esaurito e che l'udience televisiva per la prima volta è stata in calo. I fans e persino alcuni piloti protestano per il numero e la lunghezza delle gare.
Si tengono infatti ben 36 gare l'anno nella Nextel Cup, e la stagione non fa in tempo a finire che si è già vicini al via. Ma Brian France, il capo della NASCAR, dice: "Le stagioni NASCAR sono sempre state lunghe, ma questo lavora a nostro favore in molti modi. Dà alle grandi società che ci sotengono la possibilità di essere visibile per 10 mesi all'anno. Ad oggi organizziamo non più di un evento a settimana. Non abbiamo 180 partite o cose del genere. Penso che le cose stiano bene così, e che le nostre gare siano fantastiche".
Ma France ammette che il suo sport "ha qualche problema". Ma lo attribuisce allo scarso supporto ricevuto da parte del network NBC che, secondo France, non promosso la NASCAR come in pasato.
Il prossimo sarà la ESPN a trasmettere gli eventi NASCAR, e l'organizzazione si aspetta grandi risultati da questo accordo. Il network trasmetterà tutte le Busch races. ESPN e ABC trasmetteranno le ultime 17 gare, e sempre l'ESPN metterà in campo uno show serale sulla NASCAR, cosa che già aiuto l'ascesa di questo sport americano a cavallo tra gli anni '80 e '90.
Altri cambiamenti sono però all'uscio. Juan Pablo Montoya, lasciatosi alle spalle la Formula 1 (per lui due terzi posti nel 2002 e 2003), l'anno prossimo correrà in NASCAR con il nuovo team di Chip Ganassi, già suo manager ai tempi della CART, dopo aver esordito con incidente proprio a Homestead. Tra l'altro sulle NASCAR un pilota di Formula 1 dovrebbe sentirsi avvantaggiato.
Da ricordare infatti l'affermazione di Jeff Gordon che, in visita al Gran Premio degli USA 2006 di Formula 1, rimase sconvolto dall'aver guidato la macchina di Montoya per la potenza, la velocità e la difficoltà di gestione della macchina rispetto ad una NASCAR. Si spera che Montoya possa avere più successo di altri ex corridori che non sono cresciuti nella NASCAR, come Scott Pruett e Christian Fittipaldi, e attirare nuovi fan.
Altra novità sarà la discesa in pista a tempo pieno della Toyota, che correrà accanto alle macchine Chevrolet, Dodge e Ford per 16 gare su 36. La NASCAR sta poi pianificando l'introduzione della "Car of Tomorrow".
Queste due novità hanno però provocato una serie di malumori fra i costruttori, preoccupati dalle possibili maggiori spese in stipendi e tecnologia a seguito dell'arrivo della Toyota e dal fatto che il lancio della "CoT", che prevede una gran quantità di modifiche delle attuali macchine specie dal punto di vista della sicurezza, è previsto per il 2009, con costi extra stimati tra $3 e $5 millioni all'anno per i primi due anni.
Ma mentre la concorrenza della Toyota non preoccupa molto ai fini della competizione - basti pensare che la Dodge all'esordio, nel 2001, vinse solo 4 gare - la "Car of Tomorrow" potrebbe invece alterare seriamente le caratteristiche di questo sport. Le nuove macchine, col loro spoiler posteriore e la forma scatolare, sono state derise da molti piloti per il loro aspetto. Tra questi, Tony Stewart, che ha definito la nuova macchina un "mattone volante".
Uno sport quindi che, dopo anni di crescita incessante, si è trovato per la prima volta di fronte ad un calo, anche se minimo, di popolarità . Gli appassionati sono milioni, ma vogliono sempre più. Mancano solo due mesi al via del Budweiser Shootout del Daytona International Speedway, previsto per il 10 febbraio 2007. vediamo se Brian France sarà in grado ancora una volta di trovare il bandolo della matassa.