Sébastien Bourdais, campione Champ Car 2006
Qualcuno, non del tutto a torto, potrebbe chiamare in causa la scarsa competitività del parco-piloti della Champ Car per giustificare il triennale dominio di Sébastien Bourdais nella serie americana, ma così facendo non renderebbe giustizia alle doti di un pilota uscito troppo presto dal giro della F1.
Nato a Le Mans il 28 febbraio 1979, Sébastien muove i primi passi nel mondo delle quattro ruote a dieci anni, coi kart.
Al volante dei minibolidi conquista la Maine-Bretagne League nel 1991 e il campionato cadetti francese nel 1993. Due anni dopo ecco arrivare il tanto atteso passaggio alle monoposto, con l'esordio nella Formula Campus (nono posto in classifica a fine stagione).
Seguono due campionati di Formula Renault, con la piazza d'onore conquistata nel 1997 grazie a quattro vittorie e cinque pole position.
L'anno successivo è la volta della Formula 3 transalpina: Sébastien ottiene il titolo di rookie dell'anno con ben cinque successi. Passano dodici mesi e Bourdais vince il campionato, conquistando otto vittorie e tre pole position.
Sempre nel 1999 avviene l'esordio alla 24 Ore di Le Mans al volante di una Porsche 911. Il percorso formativo di Bourdais nelle serie minori prosegue senza strappi fino alla Formula 3000 internazionale, in seno al team di Alain Prost.
La prima stagione nella serie cadetta non è delle migliori, ma Sébastien può consolarsi con il quarto posto assoluto alla classicissima della Sarthe al volante del prototipo di Henri Pescarolo. Le due stagioni successive vedono il francese ancora impegnato in Formula 3000, prima col team DAMS, quindi, nel 2002, con il Super Nova, col quale vince il titolo dopo la squalifica di Tomas Enge.
A questo punto il balzo nel Circus iridato sembra solo questione di tempo per il giovane francese dall'aria intellettualoide (é uno dei pochi piloti professionisti a correre con gli occhiali), ma le disgrazie altrui bloccano i sogni di gloria.
Dopo un soddisfacente test con la Arrows a Valencia, il contratto per la stagione 2003 di Formula 1 col team di Walkinshaw sembra ormai cosa fatta. Purtroppo, però, lo storico team britannico è costretto a dare forfeit per guai finanziari, bloccando di fatto l'esordio del francese nella massima serie.
Un successivo test con la Renault si risolve in un nulla di fatto e Bourdais decide di fare i bagagli e di trasferirsi al di là dell'oceano, seguendo le orme di Montoya e Junqueira, campioni di Formula 3000 "costretti" a emigrare negli States. Un test a Sebring convince il team Newman-Haas a ingaggiare Sébastien per la stagione CART 2003.
Il Nostro si mette subito in evidenza conquistando la pole all'esordio sul circuito di St. Petersburg, impresa che non riusciva a un rookie dai tempi di Nigel Mansell (1993).
La prima vittoria nella serie americana arriva alla quarta gara, nella trasferta britannica di Brands Hatch, ma è la settimana successiva, sul tracciato tedesco del Lausitzring, che Bourdais sorprende tutti vincendo al debutto su un ovale. A fine stagione, con un bottino di tre vittorie e cinque pole position, il titolo di Rookie of the Year è suo. Il 2004 è l'anno della definitiva consacrazione.
La CART diventa Champ Car e Bourdais vince il suo primo titolo con un vantaggio di 28 punti sul compagno di squadra Junqueira. Stessa musica nel 2005, col titolo bissato grazie a un finale di stagione spettacolare (cinque vittorie in sei gare). A maggio Bourdais fa un salto in IRL e debutta alla 500 Miglia di Indianapolis, dove conclude dodicesimo.
Il terzo titolo consecutivo è ormai storia recente: il dominio di Bourdais nella Champ Car 2006 viene solo parzialmente messo in discussione in estate dall'emergente A.J. Allmendinger, vincitore di tre gare consecutive. La maggior costanza del francese impedisce però colpi di scena e Bourdais si porta a casa un altro campionato.