Jonathan Toews e Brent Seebrook con l'ambìto trofeo
Quando Scott Hartnell ha deviato alle spalle di Antti Niemi un passaggio di uno straordinario Ville Leino, è facile che i Chicago Blackhawks si siano chiesti: ma non molleranno mai questi?
Effettivamente la domanda sarebbe stata legittima: a poco più di quattro minuti dalla conclusione di una partita controllata alla perfezione dalla squadra di Joà«l Quenneville, forse la prestazione più completa fornita dalla compagine dell'Illinois, i Philadelphia Flyers hanno trovato il guizzo giusto, l'ennesimo, per restare aggrappati al sogno.
Ma no, non questa volta. Nel tempo supplementare, dopo due insidie portate da Claude Giroux e Simon Gagné, i Blackhawks hanno chiuso i conti con il gol decisivo di Patrick Kane che, superato Kimmo Timonen, ha concluso apparentemente senza troppe pretese verso la porta difesa da Michael Leighton. In qualche modo, il disco è filtrato tra i gambali dell'estremo difensore di casa ed è sparito nelle maglie della rete. Solo Patrick Kane si è accorto di aver posto la firma sotto una pagina di storia e, in un'atmosfera tanto spettrale quanto sorpresa, si è messo a esultare, presto raggiunto dai compagni man mano che realizzavano di aver vinto.
La Stanley Cup che dopo 49 anni torna sulle bianche rive del Lago Michigan è meritatissima, a maggior ragione per essere stata strappata in finale a una squadra con (scusate la volgarità , ma è proprio il caso di dirlo) due palle così.
Sono sostanzialmente tre i fattori che hanno consentito all'ago della bilancia di pendere dalla parte dei Chicago Blackhawks: l'incapacità dei Flyers di gestire al meglio i momenti decisivi di una partita, la profondità dell'organico difensivo e i portieri.
Il primo fattore riporta alla luce tre occasioni nelle quali Mike Richards e compagni avrebbero potuto girare un incontro e, chissà , l'intera serie: in Gara 1, partita folle, i Flyers si sono trovati ben tre volte in vantaggio, ma gli avversari hanno pareggiato ogni volta nello spazio di pochi secondi. In Gara 5, sullo 0 a 0, Daniel Brière ha mancato la porta in Power Play con lo specchio spalancato di fronte a lui. Sei minuti dopo, i Blackhawks conducevano 3 a 0. E per finire, nella decisiva Gara 6, una manciata di secondi dopo la rete del 2 a 1 dello stesso Daniel Brière, Braydon Coburn ha commesso un fallo stupido ai danni di Andrew Ladd. Un minuto dopo, Patrick Sharp ha pareggiato. In generale, quindi, la squadra di Peter Laviolette non è quasi mai stata in grado di sfruttare l'inerzia della partita quando il vento soffiava a favore, e ha irrimediabilmente finito per ritrovarsi controvento.
La profondità dell'organico può pure aver giocato un ruolo decisivo nella serie. I Flyers hanno sostanzialmente giocato a quattro terzini, dato che Lukas Krajicek e Oskars Bartulis (Ryan Parent nelle prime partite) raramente vedevano il ghiaccio, e quando lo vedevano erano dolori. I Blackhawks hanno potuto contare invece su un quinto terzino (Brent Sopel) in grado tranquillamente di superare i quindici minuti di ghiaccio a partita, il che ha consentito ai grossi calibri di tirare il fiato quando la partita lo permetteva. Sul fronte opposto, invece, Chris Pronger ha giocato le ultime due partite ormai in riserva e, con soli quattro uomini "fidati", Peter Laviolette non ha saputo rispondere alla mossa di Joà«l Quenneville di distribuire Jonathan Toews, Patrick Kane e Dustin Byfuglien in tre linee diverse.
Infine, i portieri. Antti Niemi e Michael Leighton sono state le sorprese di questi Play Off, nessuno li attendeva a questi livelli, soprattutto il secondo, pescato dai waivers a metà stagione dai Carolina Hurricanes dopo una sarabanda di infortuni. Nessuno dei due è stato particolarmente convincente nelle finali, anzi. Antti Niemi ha mostrato una pericolosa propensione a lasciare golosi rimbalzi nello slot, mentre Michael Leighton ha spesso avuto difficoltà a compattarsi sul disco, lasciandolo filtrare tra braccia e corpo o, sovente, tra i gambali. La differenza è semplice: quando più contava, il portiere dei Philadelphia Flyers ha lasciato passare due tiri tutt'altro che irresistibili scagliati da Patrick Sharp e Patrick Kane, mentre quello dei Chicago Blackhawks è stato miracoloso su Jeff Carter a un minuto e mezzo dal sessantesimo di Gara 6, con il risultato in parità . Un estremo difensore da finale della Stanley Cup para tutto il parabile e ogni tanto l'imparabile. Antti Niemi lo ha fatto, Michael Leighton, che però merita solo applausi considerato da dove è arrivato, no.
Un'altra stagione finisce agli archivi. I Chicago Blackhawks sono i degni campioni di un nuovo capitolo della formidabile storia della National Hockey League. I Philadelphia Flyers, protagonisti di una Post Season storica per come hanno saputo reagire alle avversità , sperano di imitare i cuginastri della Pennsylvania, i Pittsburgh Penguins, che dopo aver patito una cocente delusione uscendo sconfitti dalla finale 2008, si sono rifatti l'anno successivo.