Joe Pavelski è stato grandissimo protagonista nella vittoria dei San José Sharks nella serie
Allarme maremoto sulla costa pacifica degli Stati Uniti. Un sospiro di sollievo esalato dalle parti di San Francisco ha creato un'onda anomala che minaccia di infrangersi sulla California.
Scherzi a parte, i San José Sharks l'hanno vista brutta. Sotto 2 a 1 nella serie e con un attacco che faticava a ingranare, gli squali sono riusciti a inanellare tre vittorie di seguito e a chiudere la pratica Colorado Avalanche in sei incontri. Ora avranno qualche giorno per riposarsi e prepararsi ad affrontare il prossimo avversario.
A proposito di attacco. Chi ha detto che la superlinea ha deluso? Non è affatto vero. Joe Pavelski è stato letteralmente il giustiziere delle valanghe, con cinque gol e tre assist, tra cui la rete del pareggio a trenta secondi dal termine di Gara 2, quella al supplementare di Gara 4 e quella della vittoria nella decisiva Gara 6. Ryan Clowe, oltre al suo abituale gioco aggressivo a tutta pista e in particolare nello slot, ha registrato una rete e la bellezza di sette assist, mentre Devin Setoguchi ha concluso la serie con tre gol e tre assist, tra cui la rete al supplementare di Gara 2.
L'unico problema, se di problema si tratta, è che la superlinea non è stata quella che tutti si attendevano. Joe Thornton, Dany Heatley e Patrick Marleau sono stati in pratica spettatori non paganti. L'unico a essere riuscito a scaraventare un disco alle spalle di Craig Anderson è stato Patrick Marleau, che ha realizzato il superfluo 5 a 0 di Gara 5. Come se non bastasse, i tre fuoriclasse hanno concluso la serie con un complessivo -7 nella statistica +/-, il che significa che oltre a non segnare, hanno concesso un bel po' di reti agli avversari. Se la squadra di Todd McLellan vuole andare fino in fondo, la situazione deve cambiare.
Tra le note positive, sicuramente Evgeni Nabokov. Dopo una disastrosa Gara 2, pur conclusasi con una vittoria, l'estremo difensore kazako è stato solido e continuo nel rendimento per tutte le successive quattro partite, che ha portato a termine con una media di una sola rete subita a incontro.
Sull'altro fronte, è ovvio, la delusione è cocente. La compagine allenata dall'ottimo Joe Sacco, che merita di essere tra i tre finalisti del Jack Adams Trophy, sembrava avere il controllo della serie dopo Gara 3 e pareva poter piazzare il gancio decisivo nella seconda partita casalinga. Invece, la rete di Joe Pavelski verso la metà del tempo supplementare ha fatto rinascere gli squali, che da quel momento hanno innestato una marcia superiore e si sono aggiudicati le ultime due partite con un parziale di 10 a 2.
Il momento decisivo della serie è stato però il gol del pareggio, tanto per cambiare di Joe Pavelski, realizzato negli ultimi istanti di Gara 2. In quella circostanza, i Colorado Avalanche non hanno saputo approfittare della serata storta di Evgeni Nabokov e, dopo essersi fatti beffare a pochi secondi dalla fine, hanno poi subìto la rete decisiva all'overtime di Devin Setoguchi. Se fossero riusciti a resistere fino al sessantesimo, sarebbero passati a condurre 2 a 0 e verosimilmente il copione sarebbe stato diverso.
Passata la comprensibilissima delusione, però, le valanghe si guarderanno alle spalle e capiranno di aver disputato un'eccellente stagione. Con pochi veterani affermati in pista, tra cui uno, Milan Hejduk, assente nella seconda parte dei Play Off, hanno tenuto testa per quasi tutta la Regular Season ai Vancouver Canucks ai vertici della Northwest Division, prima di precipitare al settimo posto con un calo dopo la pausa olimpica.
I numerosi rookie che si sono fatti brillantemente le ossa in questo campionato, su tutti Matt Duchene e lo straordinario Ryan O'Reilly, non potranno che uscire rafforzati da questa esperienza, senza contare che anche molti altri giocatori cardine della rosa, come Paul Stastny e Chris Stewart, sono molto giovani. Se il General Manager Greg Sherman riuscirà a gestire al meglio il monte stipendi, i Colorado Avalanche potranno diventare una potenza della NHL e percorrere la via già seguita da altre franchigie che hanno deciso di puntare sul draft, come i Pittsburgh Penguins e i Chicago Blackhawks.