Ilya Bryzgalov dovrà continuare a esprimersi sui livelli della Regular Season se i Coyotes vogliono avere speranze di passare il turno
C'era una volta una franchigia in procinto di fallire. Una franchigia in partenza per Kansas City, per Las Vegas, per Hamilton, per chissà dove. Una franchigia con un allenatore in fuga nel cuore dell'estate, quando già si comincia a sentire odore di campo d'allenamento.
Sette mesi dopo, quella stessa franchigia ha concluso la Regular Season con 107 punti, conquistandosi il quarto posto e il conseguente vantaggio casalingo nel primo turno dei Play Off. Stiamo ovviamente parlando dei Phoenix Coyotes, protagonisti di una delle più grandi sorprese dell'hockey moderno.
Dave Tippett, che ha il diritto di intentare causa alla National Hockey League se non dovesse vincere il Jack Adams Trophy quale miglior allenatore stagionale, ha raccolto un organico disastrato e abbandonato da Wayne Gretzky (che, per la cronaca, è stato risparmiato dalla stampa solo perché, appunto, si chiama Wayne Gretzky) e ha plasmato una squadra che ha giocato tutto l'anno con una determinazione mai vista, fomentata dalla voglia di sorprendere tutti.
Alla chiusura del mercato di inizio marzo, poi, il General Manager Don Maloney ha compiuto un vero e proprio capolavoro, integrando nella rosa un gran numero di giocatori che non solo non hanno intaccato lo spirito di gruppo instauratosi con il passare dei mesi, ma si sono trasformati in un micidiale valore aggiunto e hanno dato la spinta decisiva ai Coyotes, che a un certo punto hanno addirittura minacciato la prima posizione dei San José Sharks.
Derek Morris ha portato minuti di ghiaccio e ulteriore solidità a un reparto difensivo che, con Adrian Aucoin, Ed Jovanosvski, Zbynek Michalek, Jim Vandermeer e Keith Yandle era già tra i meglio assortiti della Lega. L'esperienza dell'altro terzino nuovo arrivato Mathieu Schneider ha fatto comodo per operare una preziosa rotazione nelle ultime settimane volta a preservare le forze per la fase decisiva della stagione, alla quale Phoenix approda per la prima volta dal 2002.
All'attacco, Wojtek Wolski ha portato fantasia e presenza sotto rete e ha fatto immediatamente dimenticare il partente Peter Mueller, ormai in rotta con Dave Tippett. E che dire di Lee Stempniak? Uscito malconcio dal caravanserraglio di Toronto, appena atterrato nel deserto dell'Arizona ha preso a segnare a ritmi sbalorditivi.
La bella favola e il contagioso entusiasmo della banda guidata da capitan Shane Doan rischiano però di schiantarsi contro la corazzata dei Detroit Red Wings che, dopo aver flirtato con l'ottavo posto per buona parte del campionato, sono letteralmente decollati dopo la pausa olimpica e hanno concluso la stagione con un crescendo irresistibile risalendo fino al quinto posto. In breve, Henrik Zetterberg e compagni sono entrati in forma nel momento giusto.
Sul fronte degli infortuni, la stagione è stata da dimenticare per le ali rosse del Michigan. Soprattutto nei mesi di dicembre e gennaio, Mike Babcock ha dovuto arrangiarsi con un organico più da American Hockey League che non da NHL. A distanza di poco tempo, infatti, si sono fermati Johan Franzen, Tomas Holmstrà¶m, Valtteri Filppula, Jason Williams, Niklas Kronwall e Jonathan Ericsson. Recuperati tutti i pezzi da novanta, i Red Wings hanno ripreso a macinare il loro gioco basato sul possesso del disco e ora occorrerà fare i conti anche con loro, anzi oseremmo dire soprattutto con loro, nella corsa alla Stanley Cup.
L'unico punto interrogativo riguarda il pur eccellente Jimmy Howard, che verosimilmente contenderà a Tyler Myers dei Buffalo Sabres e a Matt Duchene dei Colorado Avalanche il Calder Trophy quale miglior rookie dell'anno. L'estremo difensore di Syracuse (New York) ha strappato il posto da titolare dalle mani di Chris Osgood, ma va ancora verificata la sua capacità di esprimersi sugli stessi livelli anche con la pressione dei Play Off. In questo senso, il suo dirimpettaio Ilya Bryzgalov sembra dare maggiori garanzie, considerata la sua quasi trionfale cavalcata nella Post Season del 2006 (con tre shutout consecutivi) quando sostituì Jean-Sébastien Giguère con la maglia degli allora Anaheim Mighty Ducks.
Detroit manterrà la sua recente velocità di crociera e passerà agevolmente al secondo turno? Sulla carta sembra effettivamente che i Phoenix Coyotes abbiano pescato i Red Wings proprio nel momento meno indicato. Ma sulla carta, si diceva, questi stessi Phoenix Coyotes avrebbero dovuto dichiarare fallimento e trasferirsi altrove"