Crosby in azione contro la Svizzera…
La terra canadese è ispiratrice di tranquillità , splendidi paesaggi ma soprattutto un'unica religione: l'hockey su ghiaccio.
Le Olimpiadi invernali 2010 sono il solo pensiero di un Canada che vuole rendersi perfetta per organizzazione e impianti meravigliosi, ma ogni canadese sa che l'Olimpiade perfetta è solo con la medaglia d'oro della squadra di Mike Babcock.
Riassume tutto alla perfezione il primo oro della nazione con la foglia d'acero, arrivato con Alexander Bilodeau nel freestyle: "La soddisfazione è vedere nei tg cinque minuti della mia vittoria su cinque ore (o forse più) di hockey su ghiaccio"
Cosi è normale che 32 milioni di abitanti in terra canadese si blocchino quando ai nastri di partenza inizia l'avventura di Sidney Crosby, il predestinato, e del Team Canada alla rincorsa di una medaglia storica. Nessuno ha scordato la nota stonata che ha rappresentato quel settimo posto (fuori ai quarti) dell'Olimpiade di Torino, in quell'occasione si era scelto di non bruciare la stella di Sid The Kid ancora troppo giovane per tanta pressione.
Quattro anni più tardi l'annuncio della rosa di campioni tra le foglie d'acero per i Giochi ha attirato una media di 1.520.000 telespettatori, con diretta in 13 canali tv. Tra queste persone in tanti hanno avuto un brivido quando la stella più brillante e capitano dei Penguins ha accusato un fastidio fisico nell'ultima gara Nhl, ogni paura è stata debellata il 17 febbraio con l'esordio della compagine di Babcock, con Crosby, e l'8 a 0 con cui si è spazzato via il team della Norvegia.
A scriverla cosi uno va a pensare alla solita passeggiata da stelle, ma il pubblico (19.300 paganti) ha dovuto aspettare il secondo periodo per vedere Iginla superare l'estremo difensore norvegese Grotnes e far esplodere la marea biancorossa.
22 minuti di attesa per il primo gol, una volta sbloccata l'armata canadese si è scatenata con Heatley (doppietta), Getzlaf, Perry, Richards e altri due gol del capitano-leggenda dei Flames. La tripletta di Iginla è dunque il primo sorriso di quei tifosi che hanno riempito i pub locali per spingere, se mai c'e ne fosse ulteriore bisogno, quella squadra verso quella medaglia.
Lo strano rituale di ascoltare a tutto volume la musica della sigla tv di "Hockey night in Canada"può aver inizio, strano se paragonato alle tradizioni italiane, v'immaginate l'Italia campione del mondo festeggiata con la musica de "La Domenica Sportiva"? Ecco perché il Canada gode di una favolosa follia con l'hockey!
Tanta eccitazione per la prestazione inaugurale costa caro contro la sorprendente Svizzera. Ti aspetti l'ennesima goleada e invece la valanga canadese sbatte su Jonas Hiller, non è un caso che per il vantaggio si attenda 10 minuti per gli eroi locali col gol di Dany Heatley e che il 2 a 0 arrivi in apertura di secondo periodo con Patrick Marleau.
Doppio vantaggio e incredibile black out successivo, il Canada si addormenta, diventa meno efficace sotto porta e il goalie elvetico di Anaheim blocca tutti i tiri. La sicurezza di Hiller si trasforma nella forza della Svizzera, la paura del dover vincere a tutti i costi fa il resto, prima Ruthemann fa il 2 a 1 poi Von Gunten sfrutta Marleau come carambola per segnare il 2 a 2 superando Martin Brodeur.
A 10 secondi dalla fine del secondo periodo il Canada Hockey Place è ammutolito. 45 parate su 47 conclusioni per Hiller spiegano il perché non funzioni né power play né classe canadese, si arriva addirittura agli shootout, Toews, Getzlaf e Crosby sono ipnotizzati dal portiere supereroe e sbagliano, quando tutta l'arena invoca un gol Sid il predestinato si ricorda dei miracoli in maglia Penguins, nel rigore della serie ad oltranza supera finalmente Hiller per l'esplosione della marea rossa di Vancouver. Pluss non supera Brodeur, la Svizzera perde e si ferma ad un passo dal suo miracolo, il Canada vince e intimorisce, non gli avversari ma i suoi tifosi.
Cosi zitti zitti i 5 punti del Canada vengono sorpassati in classifica dagli Stati Uniti a quota 6 con due vittorie in altrettante gare. Non saranno spettacolari o favoriti per la medaglia d'oro, ma sono concreti, grazie all'ottimo momento di Brian Rafalski (sta dimenticando i guai Red Wings) e Ryan Malone. 3 a 1 contro la Svizzera e 6 a 1 contro la Norvegia fanno da antipasto alla supersfida che, nella notte tra domenica e lunedi, li vedrà contro il Canada.
La squadra statunitense va alla ricerca di un miracolo in stile Lake Placid 1980, affrontando una corazzata che può sembrare inaffondabile.
L'altra corazzata di Vancouver 2010, la Russia, dopo aver demolito la Lettonia 8 a 2 cede contro la Slovacchia ai rigori. Protagonista del match Pavol Demitra che segna con una magia il rigore che consegna la vittoria a Hossa e compagni. Vola la Repubblica Ceca a punteggio pieno pronta a far da spartiacque all'ultima sfida che segnerà il destino di Ovechkin e soci.
L'ultimo gruppo, il C, ha come padroni i paesi nordici. Finlandia e Svezia entrambe col 100% di vittorie hanno demolito Bielorussia e Germania, con i tedeschi in gita a Vancouver. La difesa finlandese guidata da Mikka Kiprusoff ha subito 1 solo gol, quello ininfluente di Sergei Kostitsyn nel 5 a 1 con i bielorussi.
Pillole Olimpiche
Finlandia: Selanne da record
Contro la Germania Teemu Selanne ha scritto il suo nome nella leggenda dei Giochi Olimpici. Con l'assist verso Timonen nell'azione del secondo gol ha siglato il suo punto numero 37, record per le Olimpiadi, superando miti come il russo Kharlamov, il canadese Watson e il ceco Bubnik fermi a 36.
Il giocatore dei Ducks soprannominato "The Finnish Flash" per la rapidità di gioco come nessun altro, "arriva un secondo prima delle intenzioni degli altri" racconta il connazionale Kurri, che attualmente detiene il record di gol nella Nhl per un giocatore della Finlandia, 601. Selanne è a quota 597 reti e punta anche questo primato come regalo per i 40 anni che compirà a luglio. Prima però c'è un secondo posto conquistato a Torino 2006 da migliorare.
Svizzera: Orgoglio di Sardegna
Forse mamma Rai non si accorgerà mai abbastanza della bellezza dell'hockey causa assenza di squadra italiana alle Olimpiadi ma nei roster dei team di Vancouver battono cuori italiani. Roberto Luongo padrone di casa a Vancouver è originario della provincia di Avellino e su lui si sa praticamente tutto vista l'immensa popolarità di cui gode tra le foglie d'acero.
Sfogliando le altre formazioni s'incontra a sorpresa il nome di Luca Sbisa, il promettente difensore svizzero ha sangue e coraggio di origini sarde, essendo nato a Ozieri (SS) il 30 gennaio 1990. Il giovane grande sardo prima scelta dei Flyers nel 2008 (19a scelta assoluta) è ora sotto contratto con gli Anaheim Ducks, dov'è arrivato nello scambio con Chris Pronger. L'ascesa rapida di Sbisa parte da Oberageri piccolo paese elvetico di quasi 5.000 abitanti, dove i genitori di Luca si sono trasferiti dalla Sardegna nei primi anni 90. La perla di questa giovane carriera è far parte di questi Giochi Olimpici che premiano la Svizzera come miglior sorpresa.
Usa: Zero scritte
Lo spirito dei Giochi ha contagiato gli Stati Uniti che hanno fatto come primo bersaglio il goalie Jonathan Quick e il suo motto nel casco "Support our troops" in sostegno alle truppe Usa. Il motivo sta nell'etica delle Olimpiadi contro la propaganda politica, e a farne le spese sono stati anche gli altri due portieri Miller e Thomas, accettando il primo grattacapo olimpico in attesa di Crosby e Ovechkin.
10 e lode: C'è voluta la passione di un'intera nazione per far capire quanto spettacolare e intenso sia l'hockey su ghiaccio, un'unica corsa all'oro che sarà il premio per un palcoscenico da 10 e lode, Ovechkin permettendo.