Jordan Staal elimina la paura esultando dopo il meraviglioso goal del 2 a 2. La decisione finale è molto lontana!
Dan Bylsma, prima di gara 4 di Stanley Cup, deve aver ascoltato i pareri dei giornalisti e degli addetti ai lavori: in parità numerica la coppa se la scorda.
E allora, giù ad arrovellarsi sulla questione, pensando al modo di mandare i difendenti (ali, centri o difensori che siano) dei Red Wings in panca puniti. Inizia proprio con l'evidenza di questo atteggiamento gara 4 della Mellon Arena di Pittsburgh, dove degli insicuri Penguins cercano di non permettere agli avversari un vantaggio nella serie che contro le ali rosse è spesso fatale.
Quindi si osserva il primo shift di Sidney Crosby, che pensa ad applicare un forechecking molto pesante, scambia il puck con i suoi compagni ed induce il primo fallo di serata, lo sgambetto di Niklas Kronwall. Sul ghiaccio entra Evgeny Malkin e, dopo un primo minuto di attacco inefficiente, il puck finisce al russo dopo una serie di rimbalzi tra balaustra di fondo rink, portiere, compagni, e termina la sua corsa alle spalle del buon Chris Osgood, incolpevole.
Che si sia al palazzetto o sul divano di casa a migliaia di miglia di distanza, il primo istinto è quello di esultare, al di là dei colori per cui si parteggia. E' infatti come se i Pens riuscissero a darci ancora speranze di vedere una serie combattuta solo tramite il PowerPlay, e i loro volti fossero tesi nello sforzo di fare goal in tali occasioni.
E questa volta sembra davvero che chi segna per grazia ricevuta siano gli ospiti. Rob Scuderi perde un puck in modo abominevole, e Darren Helm ne approfitta girandolo “in the back of the net”, come si dice da quelle parti. Ci si mette anche la sfortuna quindi contro Pittsburgh, visto che il PowerPlay per hi-sticking sulla fine del tempo viene vanificato dalla medesima penalità ai danni dei Pens. E' da lì che arriva l'1 a 1 e Detroit sfrutterà il momentum per andare anche in vantaggio, all'inizio del secondo parziale.
Ecco che in quell'attimo i Penguins realizzano di essere ad un passo dal 3 a 1 nella serie e il loro atteggiamento cambia.
L'errore non esiste più, Marc-Andrè Fleury si trasforma in un muro invalicabile di fronte alla gabbia, e la concentrazione si estende anche alle situazioni non favorevoli. Prevedibilmente, le occasioni di vantaggio numerico si esauriscono, i Red Wings infatti non vanno più in panca puniti ed anzi spesso costringono gli avversari a finirci. Nel secondo periodo sono 3 le penalità della squadra della Pennsylvania.
Durante una di queste, Jordan Staal segna short-handed ed è il goal che rimane nella mente dei tifosi, il goal che qualora vada bene ai suoi, sarà più ricordato alla fine della serie.
E' la dimostrazione che i Red Wings non fanno più paura, la dimostrazione che la serie è più in pareggio che mai!
E dopo Geno, anche Sid si iscrive allo scoreboard di queste finali, finalizzando una transizione magistrale del compagno di squadra dell'Est.
A chiudere i conti ed il secondo 4 a 2 della Mellon è Tyler Kennedy, che spegne le speranze di Detroit di fare ancora la parte del leone nella logica di queste finali.
Due le tendenze confermate da questa fantastica gara 4: l'ascesa di Fleury rispetto al pariruolo avversario e lo spegnersi dell'attacco del Michigan manmano che la partita procede. Sono due elementi difficili da aggirare per Mike Babcock, fumantino coach dei Red Wings, che, per gli standard di perfezione richiestigli nella società americana più titolata, deve un po' cambiare rotta.
Il trasferimento di attenzioni da Crosby a Malkin non è sostanzialmente servito in gara 4, e Henrik Zetterberg sembra più stanco quando deve inseguire un Sid più orientato alla rete piuttosto che alla distribuzione del puck. In quest'ottica, il ritorno del fenomenale Pavel Datsyuk di questo 2009 potrebbe togliere qualche imbarazzo ad una squadra che inizia a perdere inerzia, per la gioia di tutti coloro che vogliono una serie combattuta.
Ed ecco che, come per magia, questa partita ha rimescolato le carte, e Pittsburgh riesce a segnare addirittura 3 goal all'esterno di situazioni di PowerPlay. Abbiamo due giorni per friggere aspettando una gara 5 che, c'è da scommetterci, conterà non meno di una gara 7. Un'altra novità di questa serie finale è infatti il vantaggio dato dal campo di casa, mai troppo determinante in questa Post Season.
Aggiungendo novità a novità , rimangono però fermi alcuni punti: la coppia dei Pens, la vena di Fleury, la fisicità e la circolazione del disco di Detroit. Chissà cosa darà un vantaggio ai futuri campioni, in un pronostico che mai come ora risulta indeciso.
E lo sa anche Dan Bylsma, che, credeteci, certo non ascolta giornalisti e addetti ai lavori.