ASG 2004 : vince la AL

Alfonso Soriano alza il trofeo di MVP

Due giorni di grande spettacolo al Minute Maid Park di Houston in occasione dell'All-Star Game 2004: nella serata di lunedì l'esibizione balistica dei migliori fuoricampisti della lega nell'Home Run Derby vinto un po' a sorpresa da Miguel Tejada, in quella di martedì la partita delle stelle, resa più avvincente da due anni a questa parte dalla giusta decisione del commissioner “Bud” Selig di assegnare il vantaggio del campo nelle World Series alla squadra rappresentante della lega vincitrice.

I partenti per le due selezioni sono stati svelati solo due giorni prima dell'incontro, anche a causa degli infortuni che purtroppo, come ogni anno, hanno privato i tifosi delle gesta di alcuni dei propri idoli (Griffey e Schilling su tutti).

Inutile dire che la decisione di Jack McKeon, manager della NL, di preferire il 42enne Roger Clemens a Jason Schmidt è stata accolta con grande entusiasmo dai tifosi di casa, che speravano di celebrare l'idolo di casa (in tutti i sensi visto che “The Rocket” è originario proprio di Houston) in quello che teoricamente sarebbe stato l'ultimo All-Star Game della carriera.

Il partente designato per l'American League è stato Mark Mulder, pitcher mancino degli Oakland Athletics molto giovane ma già  affermatosi come uno dei maggiori talenti delle majors, dotato di una 2-seem fastball e di una curva veramente efficaci.

Tutto era pronto quindi nella serata in onore di Clemens, ma evidentemente non lo era chi avrebbe dovuto esserlo più di tutti, il grande Roger.

Forse il palcoscenico di casa con le aspettative dei tifosi, forse il riposo di soli due giorni, fatto sta che l'inizio di The Rocket è uno shock come raramente gli è capitato in carriera: due doppi dei primi due battitori, lo strepitoso lead-off Ichiro Suzuki ed il caldissimo Ivan Rodriguez, che confezionano il primo RBI e gelano Clemens e tutto il Minute Maid Park.

Con “Pudge” in seconda e nessun eliminato in battuta si presenta Manny Ramirez, per usare un eufemismo non proprio il miglior amico di Clemens, che sul conto di 0-2 spedisce la cutter del 42enne degli Astros sugli spalti proprio sotto la caratteristica locomotiva del 19esimo secolo simbolo di questo ballpark.

Pubblico attonito e viso di Clemens tirato tra rabbia ed incredulità ; ma le delusioni per Roger non sono ancora finite, perché dopo un altro paio di valide al piatto si presenta l'ex compagno di squadra di The Rocket ai tempi degli Yankees, Alfonso Soriano, che su una fastball molto bassa trova il timing giusto e regala un altro amaro souvenir ai tifosi assiepati sulle tribune del Minute Maid Park, mandando in delirio gli oltre 3 milioni di fans di tutto il mondo che ne hanno fatto il giocatore più votato.

Il punteggio è di 6-0 per l'American League, e ci vuole uno svogliato Mark Mulder al piatto, giustamente più proccupato della sua prestazione sul monte, per consentire a Clemens il primo K e sancire la fine di un inning incubo che Roger ricorderà  a lungo.

Anche il lanciatore degli A's ha i suoi problemi per tenere a bada le mazze avversarie nel primo inning, ma i danni che scaturiscono dalle valide dei giocatori della National League (3 in tutto nella prima ripresa) portano a casa un solo punto, quello segnato da Albert Pujols autore di un bel doppio verso l'esterno centro e battuto a casa da un blooper con tanto di mazza rotta di Sammy Sosa.

La partita sostanzialmente si decide dopo il primo inning, ed al contrario di quello che succede di solito in questo tipo di partite il risultato non subisce scossoni notevoli dopo i tanti cambi.

Clemens viene sostituito dopo un solo inning per evitare umiliazioni ulteriori e Barry Bonds riceve l'ormai consueta base-ball (ufficialmente non intenzionale) nel quarto inning da Esteban Loaiza.

Il vantaggio della AL sembra potersi dilatare notevolmente nel quarto inning quando Alex Rodriguez mette a segno un triplo che spinge faticosamente a casa il non leggerissimo David Ortiz, ma l'inning si chiude “solo” sul punteggio di 7-1 per A-Rod e compagni.

Un altro momento di difficoltà  per la NL c'era stato nel terzo inning, quando un insolitamente poco potente Randy Johnson aveva concesso tre valide consecutive agli avversari che avevano riempito le basi, ma dal quale “the Big Unit” era uscito comunque con classe mettendo a segno due strikeout.

Un piccolo accenno di rimonta per la squadra “di casa” arriva nella parte bassa del quarto inning, in cui uno degli idoli locali, Carlos Beltran, dà  il via con un singolo ad una serie di valide che consentono alla NL di tornare sullo scoreboard.

La connection di St.Louis Edgar Renteria-Albert Pujols confeziona infatti due doppi consecutivi, il secondo dei quali solo per pochi centimetri non si trasforma in un HR, e sotto gli occhi di uno stizzito C.C. Sabathia la National si riavvicina nel punteggio, 4-7.

Concluso il quarto inning il palcoscenico torna ad essere tutto per Roger Clemens, premiato dal commissioner “Bud” Selig per i risultati ottenuti nella sua lunga e scintillante carriera, e la standing ovation del pubblico è ovvia.

Si riprende a giocare in una girandola di pinch hitter e cambi sul monte, ma la partita va spegnendosi forse anche a causa di un divario reso troppo determinante già  dal primo inning.

Con l'American in controllo solo un tremendo giro di mazza di David Ortiz nel sesto inning scuote, non certo positivamente, il pubblico di Houston, che ancora una volta deve raccogliere sugli spalti una pallina spedita fuori da uno slugger avversario: stavolta il lanciatore colpito è Carl Pavano dei Marlins ed i punti battuti a casa sono due, che saranno poi anche gli ultimi ad andare a tabellino.

Nulla di fatto, ma c'era da aspettarselo, nel nono inning, quando sul monte si affrontano i due migliori closer della lega: Eric Gagne e Mariano Rivera.

Nessuna valida e due K (di Gagne) per concludere un incontro avvincente che ha avuto forse il solo torto di vedere concentrate tutte le emozioni nei primi inning per calare poi nel finale.

MVP è stato eletto il seconda base della American League Alfonso Soriano, che dopo la soddisfazione del maggior numero di voti si leva anche quella del riconoscimento di miglior giocatore della gara, chiusa con 2 valide, un fuoricampo e tre punti battuti a casa.

Chissà  se a New York non c'è qualcuno che comincia a rimpiangerlo…

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