Patrick Kane: protagonista indiscusso di gara sei
La semifinale della Western Conference ha emesso il suo verdetto: Chicago vincendo tre partite di fila si aggiudica la serie per 4-2 e raggiunge la finale per la prima volta dal 1995.
Un risultato importante, prestigioso e in buona parte inaspettato per coach "Q" e i suoi, che hanno iniziato la serie contro Vancouver senza i favori del pronostico e che ora affronteranno i campioni in carica Red Wings sempre da "underdogs", in una finale dai connotati campanilistici tra la città dell'Illinois e quella del Michigan che infiamma già di tifosi di chicago.
Sei partite in cui è successo più o meno di tutto e in cui i Canucks hanno avuto spesso il comando nel punteggio riuscendo a volte a bloccare il gioco tecnico e veloce di Chicago; i maggiori rimpianti per i canadesi, però, sono da ricercare in gara due e soprattutto in gara quattro, nel corso della quale si sono fatti rimontare negli ultimi secondi in un match che li avrebbe portati a un confortante vantaggio di 3-1.
Ma tant'è, i rimpianti non entrano mai a fare parte della storia dello sport, d'altronde i Blackhawks hanno dimostrato carattere, classe e mentalità vincente e sono stati in grado di giocarsela fino alla sirena, specie nelle ultime frazioni di gara nel corso delle quali hanno spesso cambiato l'inerzia della serie.
In casa Canucks l'eliminazione dai playoff suona come una bocciatura per tutto il gruppo, la regular season si era conclusa in modo positivo con il raggiungimento del terzo posto nella Western Conference alle spalle di San José e Detroit, il primo turno dei playoff aveva visto lo sweep ai danni dei St. Louis Blues: c'erano veramente tutti i presupposti per andare avanti e potersi giocare almeno la finale di Conference.
Questa mazzata pone alcuni interrogativi sul futuro e sulle conferme di elementi come Taylor Pyatt, Mathias Ohlund, che sarà unrestricted free agent, i fratelli Daniel ed Henrick Sedin.
Il coach Vignault voleva e pretendeva di più anche da Roberto Luongo, il top player della squadra, che nell'ultimo match ha concesso sette goal e non ha potuto dare il suo contributo alla causa; anche la prestazione di Alex Burrows nelle sei gare appena trascorse ha destato alcune perplessità : solo un assist per lui nello score.
Per i ragazzi di Chicago invece tutto è andato liscio come l'olio, infatti le stelle della squadra, da Kane a Sharp per passare da Toews, hanno macinato goal e assist e si sono dimostrate superiori rispetto ai big dei Canucks, tra i pali Khabibulin è effettuato alcune parate in momenti decisivi e si è meritato la fiducia del proprio coach.
Ma veniamo all'analisi di gare cinque e gara sei della serie.
Gara 5 (a Vancouver)
Questo è il match chiave che rompeva gli equilibri della serie, gli Hawks si affermavano al GM Place per 4-2 grazie alle due reti nel terzo periodo di Bolland in powerplay e del ceco Martin Havlat negli ultimi secondi con un emptynet goal; la gara vedeva prevalere nei tiri per 30-21 Chicago, che già nel primo periodo il gioco controllava a dovere gli avversari e passava a condurre 1-0 grazie al wrister di Byfuglien.
I Canucks, che vedevano il rientro di Sami Salo, segnavano in powerplay con lo slapshot di Kesler e all'inizio del secondo periodo Sundin siglava sempre con uno slapshot il vantaggio, che veniva vanificato successivamente dalla rete di Byfuglien assistito da Campbell.
Nel terzo periodo le due penalità di Bieksa e Kesler lasciano in shorthanded Vancouver che pagava dazio, gli Hawks ne approfittavano subito e portavano a casa la preziosissima vittoria in British Columbia.
Gara 6 (a Chicago)
Sesto confronto emozionante e con ribaltamenti continui di risultato, alla fine la classe di Chicago viene premiata dopo che il primo segmento si era chiuso 1-1 in virtù dei goal di Raymond (wrister) e di Kane (snapshot).
All'inizio del secondo allungo Blackhawks con due powerplay goals di Versteeg e Toews, che sembrava stendere gli avversari, ma ci pensavano Sedin e O'Brien a ristabilire la parità per i canadesi.
Nella terza frazione ancora capovolgimenti di punteggio e reti di Sundin, Burish e Daniel Sedin (in powerplay), negli ultimi minuti c'era la reazione di Chicago che realizzava tre volte in poco più di tre minuti grazie a Kane (due volte e alla sua prima hat trick in carriera) e Toews in superiorità numerica.
Finiva così 7-5 nel tripudio degli oltre ventiduemila tifosi dello United Center e con la delusione che si dipingeva sul volto di coach Vignault e di Roberto Luongo.
Ora arriva il bello per i giovani e temibilissimi Blackhawks, come già scritto in finale avranno l'onore di sfidare i Red Wings, freschi vincitori alla settima partita contro i Ducks, la squadra biancorossa vanta molta più esperienza di loro ed è avvezza a questo genere di battaglie.
Sarebbe come paragonare uno studente dell'ultimo anno di corso con una matricola pimpante e piena di entusiasmo, tuttavia Chicago ha già passato due importantissimi esami e non soffrirà di alcun timore reverenziale nei confronti di Zetterberg and co.
In regular season ci sono stati sei precedenti con quattro vittorie per Detroit, di cui due però agli shootout, due successi per Chicago, che si sono registrati negli ultimi giorni di stagione regolare in un back to back in cui i Red Wings erano già proiettati con la mente ai playoff.
I precedenti nei playoff di Stanley Cup tra le due franchigie contano quattordici serie disputate in cui per otto volte hanno prevalso i Blackhawks, mentre l'ultima volta è stata nel 1995 sempre in finale di Conference e i Red Wings si sono imposto nettamente 4-1 sui "cugini dell'Illinois".
Una ragione in più per Toews e soci per fare un bello sgambetto a Detroit.