Sidney Crosby ha sulla sua strada verso la leggenda l'ostacolo più duro: Alex Ovechkin
Chi vi scrive prova un sentimento di entusiasta imbarazzo a dover presentare la serie che inizierà questa sera sul ghiaccio del Verizon Center di Washington. I Washington Capitals di Alex Ovechkin incroceranno le stecche con i Pittsburgh Penguins di capitan Sidney Crosby. Nonostante il talento nelle due squadre si sparga ben oltre i due sopracitati campioni, è inevitabile partire dal confronto tra il russo e l'americano, destinati ad un futuro di sfide e rivalità .
Scelti con la prima assoluta ad un anno di distanza, i due hanno iniziato a giocare in NHL nello stesso anno, il 2005, a causa del lock-out della NHL nella stagione precedente, in cui Ovechkin era stato scelta dai Capitals. Due franchigie compromesse hanno così potuto avere la possibilità di tornare grandi, grazie ai loro due leader, che ben presto sono entrati nei cuori dei tifosi. La popolarità di Crosby, essendo canadese, è maggiore di quella del rivale, ma trattandosi di giocatori con caratteristiche diverse si può affermare che ognuno ha la sua grossa fetta di ammiratori anche non tifosi delle due squadre.
L'europeo è uno dei più potenti attaccanti della storia, ed in questa stagione, oltre a rivincere il titolo di capocannoniere con più di 50 goal, ha fatto registrare il maggior numero di tiri in porta della storia dell'NHL. Quando parte da sinistra è irresistibile, il tiro è questione solo di tempo, non si può arginare, e molto spesso il goalie è costretto a girarsi e recuperare il puck in fondo alla gabbia. Oltre a questa "trademark move", Alex è giocatore a tutto campo, e con la sua intensità colpisce gli avversari che indugiano nel possesso del disco, da una parte all'altra del rink.
Condizione ideale per vedere un po' di scintille tra lui e Crosby. Il nativo della Nova Scotia è uno statuto di tecnica hockeystica; potrebbe mascherarsi, cancellare il numero 87 dalla maglia dei Pens ed eliminare ogni indizio sulla sua identità , e lo riconosceresti comunque.
Ogni volta che ha il puck, il palazzetto sa che potrebbe arrivare un assist dei suoi, che significherebbe goal sicuro per un suo fortunato compagno. Nonostante la giovane età , è il capitano dei Penguins, ed a 22 anni ha avuto una escalation di successo e riconoscimento che l'hanno portato addirittura nelle liste delle 100 persone più influenti nel Mondo. Ha una linea di abbigliamento creata per lui dallo sponsor tecnico, la bacheca di casa già piena di coppe ed è chiaro che prima o poi per lui la Stanley Cup arriverà .
Il suo carattere schivo in campo non lo penalizza, anzi fa crescere la stima degli addetti ai lavori verso di lui. Dopo le grosse prestazioni ai playoff dell'anno scorso, conclusi a due W dalla coppa, Sidney ha avuto una stagione regolare da 33 goal e 70 assist che, credeteci, per lui sono ordinaria amministrazione, seguendo l'andamento di una squadra che si è destata solamente dopo qualche mese, imponendosi ad un quarto posto del seeding che ha permesso loro di avere il vantaggio del campo nel primo turno.
Parlando dei playoff attuali, il rendimento dei due protagonisti si può equiparare: lasciando perdere i numeri, Pittsburgh e Washington sono avanzate perchè di fianco alla loro stella ci sono giocatori che in qualunque altro team sarebbero le stelle. Eugeny Malkin è stato incredibile per i Penguins, segnando e assistendo in tutti i momenti chiavi della serie con Phila, mentre a Washington è stato il secondo ufficiale Alexander Semin a rispedire i Rangers nella grande mela senza qualificazione, in una serie che si era messa malissimo per i Caps, vincitori indiscussi della SouthEast division.
Crosby e Ovechkin hanno giocato a corrente alternata, venendo però fuori negli ultimi frangenti della serie. Per il canadese un goal al volo al goalie dei Flyers Biron è valso una rimonta insperata nella decisiva gara 6, mentre il russo è riuscito a bucare tre volte Lundqvist in momenti non fondamentale per lo sviluppo della contesa.
Un po' fantasiosamente si può ipotizzare che i due si stessero aspettando, guardando avanti a questo confronto, che presumibilmente li vedrà combattere alla balaustra mentre Crosby si divincola dai check avversari, primi fra tutti quelli del suo più forte antagonista.
Passando oltre a quello che nel mondo dell'hockey è quanto di più vicino agli scontri Bird-Magic o Lebron-Kobe cestistici, c'è da analizzare con particolare attenzione il confronto tra le due compagini in situazione di disparità numerica.
Il miglior PowerPlay della lega, quello dei Capitals, guidato dal difensore offensivo Mike Green, se la deve vedere con l'ottavo Penalty Killing, quello dei Pens e del suo goalie, tra l'altro ottimo in questa Post Season, Marc-Andre Fleury. Palese sarà il tentativo, soprattutto in casa, di mettere la partita sul fisico da parte di Washington, che potrebbe fare gli stessi errori di Philadelphia, cioè pensare a dare colpi piuttosto che marcare sistematicamente le stelle dei Pens anche quando non sono in possesso di puck. Scene come il game winner di Sergei Gonchar nella decisiva gara 6 di Philadelphia potrebbero ripresentarsi facilmente.
Dall'altra parte Pittsburgh dovrà evitare di farsi indurre in tentazione, e pur sapendo bene di essere i migliori tecnicamente, mantenere un profilo basso, incassare ed essere pazienti, soprattutto al palazzetto della capitale, per successivamente ripartire in transizioni fulminee che stretchino il campo e mettano in difficoltà l'esordiente Simeon Varlamov, goalie dei Caps subentrato a Theodore per scelta tecnica.
Tra dieci giorni potremmo trovarci qui a dire quanto la sfida Ovechkin-Crosby sia sostanzialmente finita in parità , e dibattere di quei loro compagni che hanno fatto avanzare la squadra, anche se è un po' la speranza di tutti vedere grossi numeri da questi due. Il russo sembra star nascondendo un fastidio alla parte bassa del corpo, infortunio non meglio precisato che sembrerebbe aver destato l'attenzione del suo medico personale e getta ombre sul confronto.
Come due fieri avversari, nessuno vuole spuntarla per le difficoltà dell'altro, ma solo dopo averlo sconfitto ad armi pari sul campo da gioco.
Chi vi scrive sperava anche di non dover esprimere un pronostico. Ma visto che state aspettando solo quello, lo farà .
Pittsburgh in sei gare o Washington in sette. Vi aspettavate di più? Qualcosa di più preciso? No, questa volta non abbiamo proprio voglia di sbilanciarci, ma solo di guardare una partita alla volta ed osservare due futuri hall of famer nel primo, vero, confronto di una serie speriamo lunghissima.