Dopo aver vinto il duello con Martin Brodeur, Cam Ward è pronto a sfidare i Bruins
La squadra dal gioco più rapido e piacevole della Eastern Conference, reduce dalla serie forse più avvincente e spettacolare, contro la squadra dal gioco più duro della Eastern Conference, reduce da una serie corta sì, ma in cui le contendenti se le sono date di santa ragione. Potrebbe essere riassunto così l'incrocio tra i Carolina Hurricanes e i Boston Bruins che ci apprestiamo a goderci.
Pur senza le trame "hollywoodiane" e le sfide nelle sfide che costellano l'altra serie orientale, quella tra Washington Capitals e Pittsburgh Penguins, anche il duello tra la compagine di Paul Maurice e quella di Claude Julien possiede tutti gli ingredienti per rivelarsi molto spettacolare.
I Boston Bruins si sono sbarazzati dei Montréal Canadiens in maniera assolutamente perentoria, pattinando più veloce, asfissiandone le velleità offensive, picchiandoli. In breve, surclassandoli in ogni sfaccettatura dell'hockey su ghiaccio.
Hanno un portiere, Tim Thomas, che farebbe apparire elegante Dominik Hasek, ma efficacissimo. Un difensore, Zdeno Chara, che quest'anno merita nella maniera più assoluta il Norris Trophy. Due attaccanti, Michael Ryder e Phil Kessel, che, supportati da centri con i fiocchi, Marc Savard e David Krejci, stanno segnando una rete a partita.
A tutto questo vanno poi aggiunti la regia dalla blu di un Dennis Wideman sempre più convincente, il rigore difensivo di Steve Montador e Aaron Ward, l'energia contagiosa di quel caterpillar che risponde al nome di Milan Lucic e l'esperienza nei momenti che contano di Mark Recchi, l'ex di turno. I Bruins, in poche parole, hanno tutto per vincere qui e adesso.
Ma attenzione ai Carolina Hurricanes, che piombano nel Massachusetts sull'onda dell'entusiasmo di una memorabile serie contro i New Jersey Devils, in cui hanno vinto una partita ai supplementari (Gara 2), una partita a due decimi di secondo dalla conclusione (Gara 4) e una partita segnando due reti negli ultimi 90 secondi (Gara 7).
Anche loro possono contare su un estremo difensore, Cam Ward, sempre più maledettamente simile a quel ragazzino che trascinò gli uragani alla Stanley Cup nel 2006. Per il resto, Paul Maurice non possiede uno Zdeno Chara o un Milan Lucic, ma può gettare sul ghiaccio tanta, tanta velocità .
Nelle retrovie, spiccano il dinamismo di Dennis Seidenberg, che dopo essersi trovato in tribuna in Gara 2 contro i Devils ha ingranato una marcia superiore e non ha nessunissima intenzione di raggiungere la disastrosa nazionale tedesca ai Mondiali, la costanza di Joseph Corvo, uno degli acquisti più sottovalutati degli ultimi anni, e l'improvvisa disciplina tattica di Joni Pitkanen, che con le maglie dei Philadelphia Flyers e degli Edmonton Oilers non difendeva nemmeno a picchiarlo.
L'attacco ruota attorno a Eric Staal, semplicemente devastante contro Martin Brodeur e compagni, supportato da un eccellente Ray Whitney. E attenzione a Jussi Jokinen, decisivo nella serie dei quarti di Conference: su tre reti realizzate, una ha dato la vittoria sul filo della sirena in Gara 4 e un'altra ha portato gli Hurricanes in parità a poco più di un minuto dalla fine di Gara 7.
Per il momento sono mancati all'appello Erik Cole, il cui arrivo da Edmonton nel mese di marzo ha comunque funto da trampolino di lancio per un fin lì bravo ma non eccellente Eric Staal, e Rod Brind'Amour, che per la prima volta in carriera ha chiuso una serie di Play Off senza nemmeno un punticino. L'importanza del capitano, tuttavia, non si misura soltanto in reti e assist. Nei Play Off, diventano imprescindibili altre qualità che tendono a essere sottovalutate, a partire dalla bravura negli ingaggi.
Verosimilmente Claude Julien schiererà Zdeno Chara contro la linea condotta da Eric Staal. Sarà questo duello la chiave della serie. Se il gigante dei Bruins dovesse riuscire ad arrestare il fuoriclasse degli Hurricanes, Paul Maurice dovrà poter contare sulla produzione delle seconde linee che finora hanno sonnecchiato, da Sergei Samsonov, a Tuomo Ruuttu, ai citati Erik Cole e Rod Brind'Amour. In caso contrario, la sfida rischia di essere di breve durata.
I Boston Bruins sembrano partire leggermente avvantaggiati sulla strada per la Stanley Cup. Ma quando il 14 maggio 2006, alla fine delle semifinali di Conference, New Jersey Devils e Carolina Hurricanes si allinearono a centropista per la classica stretta di mano di fine serie, lo sconfitto Martin Brodeur si complimentò con il vittorioso Cam Ward e gli disse: "Go all the way" (vai fino in fondo). E se la storia si ripetesse?