Roberto Luongo ha contribuito a portare i Vancouver Canucks alle semifinali di Conference
San José Sharks - Anaheim Ducks 1-2
Ci risiamo? Dopo una Regular Season nella quale hanno divorato la concorrenza, stiamo vivendo la solita fase digestiva degli squali, in soggezione di fronte a delle papere?
Metafore animaliste a parte, era proprio questa la sensazione dopo le prime due partite della serie. Una squadra, quella di Todd McLellan, in seria difficoltà al cospetto degli Anaheim Ducks, che hanno potuto contare su uno straordinario Jonas Hiller tra i pali e su una profondità offensiva che era difficilmente immaginabile dopo che alla chiusura del mercato Randy Carlyle aveva dovuto dire addio a Travis Moen (passato proprio ai cugini), Samuel Pahlsson e Chris Kunitz.
L'interessante sfida nella sfida tra Ryan Getzlaf e Joe Thornton, due campioni molto simili per ruolo, movenze e caratteristiche fisiche, per il momento pende nettamente dalla parte del primo, che al suo fianco può contare sul continuo Corey Perry e su un Bobby Ryan che, nonostante abbia saltato tutta la prima parte della stagione, si giocherà il Calder Trophy quale miglior rookie con Steve Mason, portiere dei Columbus Blue Jackets. Con il ritorno di Franà§ois Beauchemin, inoltre, le papere hanno ritrovato quell'ermeticità difensiva che li aveva contraddistinti nella cavalcata trionfale di due anni or sono.
In Gara 3, i San José Sharks hanno ritrovato l'efficacia del Power Play, grazie soprattutto alla grande partita dei difensori Dan Boyle e Rob Blake, gente che ha già vinto e sa come si fa. Sull'altro fronte, Jonas Hiller è tornato umano. Non ha particolari colpe sulle quattro reti subite, ma in generale è apparso impacciato nel controllo del disco e dei rimbalzi.
Il primo derby californiano nei Play Off da quarant'anni a questa parte, insomma, è ben lungi dall'aver esaurito le emozioni.
Detroit Red Wings - Columbus Blue Jackets 3-0
Dopo le prime tre partite, la serie che pone di fronte i due rivali della Central Division sembra già senza storia. Troppo ampio il divario tra la compagine di Mike Babcock, vincitrice di quattro Stanley Cup negli ultimi dodici anni, e quella di Ken Hitchcock, al debutto nei Play Off.
Nei due incontri disputati nel Michigan e nel primo tenutosi nell'Ohio, Henrik Zetterberg e compagni hanno dato lezioni di possesso del disco agli avversari. Raramente i Blue Jackets sono riusciti a installarsi nel terzo di difesa delle ali rosse e a portare pericoli ripetuti dalle parti di Chris Osgood. Impressionante, in particolare, la capacità dei campioni in carica di segnare nei momenti più opportuni, quando gli avversari danno l'impressione di poter restare in partita.
Il bravo Steve Mason ha fatto il possibile per resistere in piedi nella bufera, ma la sensazione è che Detroit abbia messo in cassaforte tre partite senza dover forzare più di quel tanto. Tomas Holmstrà¶m, tanto per fare un esempio, è risultato come al solito prezioso (soprattutto in Gara 2) davanti alla porta avversaria, ma è ancora lontano parente della roccia impossibile da spostare alla quale siamo abituati. La sua rete in Gara 3 è stata il suo primo tiro in porta della serie.
Il classico schema difensivo dei Red Wings, che prevede un attaccante a turno all'altezza dei terzini mentre gli altri due si proiettano nel fore-checking, ha messo la museruola a Rick Nash, che anche a Columbus, con l'ultimo cambio a disposizione della squadra di casa, non è riuscito a trovare lo spazio necessario per colpire.
Vancouver Canucks - St. Louis Blues 4-0
Per anni si è parlato della presunta mancanza di grinta di Henrik e Daniel Sedin, della loro straordinaria tecnica di bastone, della loro capacità di trovarsi a occhi chiusi, qualità purtroppo non accompagnate dal gioco fisico necessario nei Play Off della NHL. Nelle prime stagioni dopo il loro arrivo in Nordamerica, addirittura, erano stati battezzati Sedin sisters dai critici più feroci.
Ebbene, se anche un tempo commenti di questo genere potevano avere un fondo di verità , ora non è più il caso. E la serie contro i St. Louis Blues, conclusasi la notte scorsa, lo ha dimostrato. Andy Murray, coach della franchigia del Missouri, ha quasi sempre sguinzagliato una linea composta da Jay McClement, B.J. Crombeen e Alex Steen sulle orme dei gemelli svedesi.
Henrik e Daniel si sono rivelati sguscianti come anguille, uscendo spesso con il disco sul bastone anche dagli angoli offensivi, luoghi in cui spesso si paga un prezzo piuttosto salato. Non solo: in Gara 3, nel tentativo di fermare i Sedin, il trio McClement-Crombeen-Steen ha collezionato cinque delle otto penalità minori dei Blues.
Trascinati da un Roberto Luongo tornato Roberto Luongo dopo il lungo infortunio e, come detto, dalla linea offensiva dei gemelli completata da Alex Burrows, che dopo un paio di stagioni da grande checker accanto a Ryan Kesler sta ora dimostrando anche le sue enormi potenzialità offensive, i Vancouver Canucks sono la prima squadra a qualificarsi per le semifinali di Conference.
I St. Louis Blues, autori comunque di una grandissima stagione nella quale, non dimentichiamolo, hanno dovuto fare a meno di Erik Johnson per tutto il campionato e di Paul Kariya e Andy McDonald per lunghi tratti, le hanno tentate tutte per rimandare il loro destino. In Gara 4, Andy Murray ha modificato le prime due linee, spostando Brad Boyes con Keith Tkachuk e T.J. Oshie e inserendo al suo posto David Perron al fianco di Andy McDonald e David Backes. L'operazione ha dato i suoi frutti, con Perron e Boyes entrambi a bersaglio, ma non è stata sufficiente per conquistare almeno Gara 5 a Vancouver.
Chicago Blackhawks - Calgary Flames 2-1
Serie di difficile interpretazione questa. Per lunghi tratti, i Calgary Flames hanno dimostrato di avere argomenti migliori rispetto ai rivali, ma nelle prime due partite non sono riusciti a mantenere alta l'intensità della loro azione per tutti i 60 minuti.
Nei due confronti disputati nell'Illinois, i Blackhawks si sono affidati in prevalenza alla loro prima linea, composta da Patrick Kane (assente in Gara 3 perché influenzato), Jonathan Toews e Patrick Sharp, e all'estremo difensore Nikolai Khabibulin, che a tratti sembra finalmente tornato ai livelli raggiunti con i Tampa Bay Lightning nel 2004.
Le fiamme canadesi, invece, non hanno (ancora) potuto contare sul consueto apporto di Jarome Iginla e, soprattutto, di Olli Jokinen, che dopo alcune partite straordinarie successive al suo arrivo dai Phoenix Coyotes si è sciolto come neve al sole. Come accaduto spesso nella Regular Season, sono stati i gregari a togliere le castagne dal fuoco, in particolare il rientrante René Bourque e David Moss, sempre più presente tra i marcatori. In Gara 3, inoltre, la quarta linea d'attacco formata da Warren Peters (che ha preso il posto di Jamie Lundmark), Curtis Glencross ed Eric Nystrom è stata semplicemente straordinaria per intensità .