Cam Ward e gli Hurricanes impegnati al massimo dai Devils. Situazioni incerte ad Est!
All'est se ne sono andate le prime partite di Playoff, con alcune sorprese, alcune conferme e soprattutto con alcune cose che dovevano succedere e sono successe. Come la vittoria di Carolina a New Jersey, pronosticata a seguito del gran finale di regular season dei Canes, e che vedremo dopo. Diamo quindi uno sguardo a tutte le quattro serie, tutte molto combattute, come era lecito aspettarsi a bocce ferme in un Est più equilibrato dell'Ovest.
Pittsburgh - Philadelphia
Volendo essere creativi, possiamo partire da gara 2.
Venerdì notte alla Mellon Arena, sul risultato complessivo di 1 a 0 Penguins, le caratteristiche della serie vengono fuori in modo evidente: Pittsburgh parte bene, fa girare bene il puck grazie alle qualità tecniche dei suoi campioni, non per forza solo quelli in prima linea, e trasmette entusiasmo alla folla accorsa. I problemi però ci sono, e sono evidenti quanto la tecnica di Crosby e compagni.
Innanzitutto, per caratteristiche fisiche, i Pens concedono qualcosa sulla blu avversaria, non riuscendo a trasformare in assedi gli attacchi alla gabbia avversaria. E' così che i Flyers hanno il tempo e le risorse per pensare alla fase offensiva,ed arriva il goal di Scott Hartnell su una deviazione di fronte al goalie di casa.
E' solo il primo vantaggio di Phila nella partita, perchè dopo il pareggio arriverà nel terzo periodo il due a uno, che data la dinamica della partita descritta in precedenza e l'avventatezza dei Penguins in fase offensiva, sembra essere decisivo. Ecco però che i campioni di Pitssburgh si abbassano ad intasare l'area di Marty Biron, ed è Eugeny Malkin a trovare, con fortuna la deviazione che manda tutti al primo overtime.
Prima di passare al goal risolutivo, una piccola citazione per il pezzo di bravura di Marc-Andre Fleury che sul punteggio di 2 a 1 Flyers ferma un goal già fatto da Jeff Carter, con una parata di pattino incredibile, assolutamente da consegnare alla storia di questa Stanley Cup.
Una coppa che i Penguins inseguono ancora con fiducia, visto che in un PowerPlay al primo supplementare Bill Guerin, magistralmente assistito, gonfia la rete di Biron per la seconda volta in serata. E' la fine di una grandissima partita, spettacolare, con prestazioni ottime dei due goalie. E' un peccato che Sidney Crosby non sia sullo scoreboard.
In gara 1, il 4 a 1 finale dei Pens era stato indirizzato dalle copiose penalità dei Flyers, i cui giocatori hanno più frequentato la panca puniti che il ghiaccio, sostanzialmente spezzando le velleità offensive di Phila. 12 penalità in 60 minuti bastano per non riuscire a tirare nei primi due periodi, e tolgono la fisicità a Philadelphia anche nelle partite successive, con la paura di strafare fisicamente ed essere ancora troppo puniti.
In gara 3 i Flyers tengono a bada la maggiore eleganza avversaria mantenendo il puck lontano dai deboli forecheck degli ospiti, che al Wachovia Center rimediano un bel 6 a 3 che rilancia le quotazioni arancio.
Nel palazzetto di Philadelphia la squadra di casa parte alla grande (due reti in 5 minuti) per poi farsi raggiungere e quindi staccare nuovamente i Pens. Da notare il numero sproporzionato di risse, con Hartnell sempre coinvolto, e la prestazione di Simon Gagne.
Se Phila la mette sul fisico può ambire a prolungare oltremodo la serie, ma l'apporto del pubblico è stato determinante. Gara 7 a Pittsburgh vedrebbe favoriti i Penguins di un Malkin stratosferico anche in questa partita.
Considerazione finale: il derby di Pennsylvania è la serie più incerta e tesa ad Est, quella da seguire assolutamente. La spunteranno gli esili e tecnici Penguins o i più “cattivi” Flyers? Può succedere di tutto, ma la sensazione è che Phila rimpiangerà quella sconfitta con i Rangers nell'ultima di stagione regolare che ha negato loro il vantaggio del campo.
New Jersey – Carolina
Comunque vada a finire, le condizioni di Carolina alla fine dell'attuale serie potrebbero essere agonizzanti. Dimostrando un'ottima tenuta mentale che fa seguito al più arrembante finale di stagione della lega, gli Hurricanes mettono in piedi un paio di rimonte, in gara 2 e 3, degne delle più forti rivali della conference.
Nella seconda partita va anche nel migliore dei modi, con la vittoria all'overtime con un tiro scoccato dalla distanza da Tim Gleason, che infila un Brodeur che lascia un bel varco alla sua sinistra.
La stessa notte, nel New Jersey, altro mattone sui Devils. Capitan Jamie Langenbrunner lascia la compagnia per un infortunio minore, che gli fa perdere l'aereo per Raleigh, dove la squadra si giocherà tutto.
Il canovaccio della serie però non cambia nemmeno in Carolina. Questa volta l'Overtime arride ai Devils, e Travis Zajac trova il punto decisivo.
Nel preludio dei primi tre parziali, l'ennesima rimonta degli Hurricanes, mai in vantaggio nella serie, che marcano da vicino i rivali senza mai riuscire a staccarli.
Buone le prove di Cam ward e Jussi Jokinen, che ha comunque visto scendere il tempo di impiego, per Carolina e di Zach Parise, che dopo una regular season al top, è già primo nel plus/minus dei playoff e secondo per goal segnati, con 3 realizzazioni.
New Jersey ha indubbiamente trovato un attaccante molto prolifico, ma basterà per avere la meglio in questo turno?
Ecco che qui si torna alla considerazione iniziale. Pur avendo dei punti a favore (tenacia, attacco), Carolina sembra un gradino sotto a New Jersey per quanto riguarda il rendimento necessario nei Playoff. In questo senso, gara 3 è stata lapidaria: Devils senza capitano, che arrivano da una sconfitta in casa all'Overtime, che perdono così il momentum nella serie.
Però arriva la vittoria fuori casa! Ora la prospettiva è cambiata, la paura passa dalla parte dello stato del sud degli Stati Uniti, ed è sviluppo forse decisivo.
Boston - Montreal
Volontariamente non abbiamo messo i numerini del seeding di fianco al nome delle squadre. I Bruins però vogliono far valere la legge del più forte, del miglior record a Est.
In gara 1 sostanzialmente non ci riescono. La partita è molto equilibrata al TD Banknorth Garden, con Montreal molto concentrata in fase difensiva e pronta a sfruttare offensivamente il poco che Boston concede. Mentre le storie tese tra le due squadre, sviluppatesi negli incontri di regular season, trovavano spazio anche nei Playoff, il primo periodo finiva 2 a 1 per i Bruins con un Milan Lucic a dir poco decisivo che creava dal nulla il gol del vantaggio. I Canadiens sembrava in partita però, e drammaticamente lo erano. Il due pari classico di Alexei Kovalev, costante che si ripeterà anche nella partita dopo, facvea venire dubbi alla esigente folla del Massachusetts, abituata alla grande nel passato ma che da un bel po' non vedeva sul ghiaccio dei Bruins così vincenti.
Vincenti anche a causa di Zdeno Chara. Il suo classico goal in PowerPlay, con Montreal che collassa davanti alla gabbia e lui libero sulla blu in grado di sparare il disco a velocità incalcolabili, dà il 3 a 2 e conferma il vantaggio del campo nella serie.
Se non fosse stato per quell' equilibrio un po' forzato dei primi due parziali, non esiteremmo a dire che Boston ha dominato, cosa poi confermata da gara 2, finita invece 5 a 1.
Gara in cui ha fatto un passo avanti Marc Savard, autore di due goal e di una prestazione maiuscola, affermando la vena offensiva della squadra che non è certo inferiore a quella difensiva. Ora, le due partite al Bell Centre diranno quante possibilità ha Montreal di tornare in corsa. Sembrano ridotte al lumicino, ma è fondamentale per Boston non sottovalutare il fattore campo del palazzetto più frequentato della lega e che festeggia i 100 anni della franchigia più vincente della storia. Se c'è una cosa che può dare una sferzata ai Canadiens è proprio il tifo amico, assumendo dalle prime due partite che sul ghiaccio, ruolo per ruolo, non ci sia alcun mismatch a favore.
Washington - New York
Passi distratto dal sito della lega o di qualche network americano, e leggi che Washington è sotto 2 a 0 con New York. Non ti sembra vero che, prima di approdare nella grande mela, la serie sia già così segnata a favore dei Rangers.
La verità è che sono i Caps a deludere, cosa che fa passare in secondo piano anche l'exploit della squadra di John Tortorella, che comunque del suo ce ne mette.
Innanzitutto, l'attacco della squadra seconda ad est. Partiamo dai dati più imponenti: 3 goal in due partite formano una media imbarazzante per chi ha in squadra i due Alexander ed un paio di altri importanti scorer. Mike Green va a -2 di plus/minus nella prima partita nonostante due assist, per la peggiore prestazione tra le due squadre di giovedi sera. I 19 tiri di Alexander Ovechkin sono stati tutti parati da un Henrik Lundkvist determinante nel 1 a 0 di gara 2 del Verizon Center.
Lo stesso Ovechkin citerà i Canes di qualche anno fa, numeri 2 a Est, che vinsero la Stanley Cup dopo che erano andati sullo 0-2 nella prima serie. Ci sono gli estremi per pensare ad una rimonta Capitals?
Due goal su tre in gara 1 sono stati segnati in regime di Power Play dalla squadra della capitale. Potrebbe non essere un dato così felice per il team che insegue, visto che in gara due Tortorella ha ordinato ai suoi di stare lontani dalle penalità , ottenendo un ottimo 6 nella casella dei PIM, e di fatto togliendo l'arma più potente ai giocatori di Broudeau. Il buon Simeon Varlamov, preferito a Theodore in gara 2, ha dovuto inchinarsi ad uno degli appena 17 tiri dei Rangers, così abbandonato dalla squadra molto sbilanciata in avanti già dopo 8 minuti del primo periodo.
Dopo la raccolta di tutti questi elementi emerge un quadro della serie abbastanza chiaro: New York è allenata meglio e l'inesperienza dei Capitals fa il resto. Per essere meno sbrigativi, è altresì evidente che Washington può creare di più degli avversari in tutte le (potenziali) sette partite. Ecco che allora si crea un muro, quello tra la resistenza dei Rangers e l'attacco dei Caps, muro che nella notte sarà trasportato dal Verizon Center al Madison Square Garden.
Per il russo e compagni, tirare giù questo e finalmente far esplodere l'attacco è l'unica risorsa prima di vedere, per la seconda stagione consecutiva, cadere anzitempo qualsiasi speranza di fare strada nella post season. Tenerlo su, almeno per un'altra partita, è invece la missione di New York, che ha evidentemente pescato risorse inaspettate dal palpitante finale di stagione.