Non una partita come tante altre per Vincent LeCavalier contro i Dallas Stars.
Chissà cosa avranno provato Brad Richards e Vincent LeCavalier quando per la prima volta hanno visto addosso all'altra una maglia di colore diverso dalla propria. E' il 19 gennaio 2009 a Tampa Bay quando gli Stars finalmente incrociano la strada dei Lightning, consentendo ai due amici di ritrovarsi dopo 10 mesi e mezzo su un rink.
Tutto era iniziato al Hatol Murray College di Notre Dame, in Canada, nel 1994. Si ritrovano compagni di camera, sono i più giovani della squadra di quella scuola superiore e diventano amici. Il trasferimento al Rimouski Oceanic di entrambi due anni dopo toglie ogni dubbio che i due si trovino, sul ghiaccio e fuori, bene l'uno con l'altro. E' il primo caso in cui LeCavalier aiuta Richards, spingendolo nell'Oceanic un anno dopo il suo primo traferimento.
Nella Quebec Major Junior Hockey League, lega minore in cui gioca Rimouski, Vincent si avvicina a grandi passi al suo draft, quello del 1998, giocando bene e catalizzando le attenzioni degli osservatori NHL, che gli fanno risalire velocemente i Mock Draft fino a renderlo una scelta obbligata come numero 1 assoluto.
La lottery la vince Tampa Bay, e LeCavalier è il nuovo numero 4 dei Lightning. La stessa sera, godendo della benevolenza della dirigenza della Florida che vede in lui la principale speranza per il futuro, si permette di consigliare la scelta dell'amico Brad, che infatti è il 64esimo giocatore scelto di quel draft, sempre dai Lightning.
Per lui, al contrario del vecchio compagno di stanza, non è ancora il momento di giocare con i migliori al Mondo, torna a Rimouski e rimette i pattini per la lega giovanile del Quebec, per altre due stagioni. In quella 1999/2000 dà un apporto incredibile al team, vincendo tutto il vincibile: MVP della stagione, miglior plus/minus, capocannoniere, MVP della Memorial Cup.
Intanto LeCavalier fa vedere grandi numeri al livello più alto, ma qualche contrattempo con il coach dei Lightning gli nega l'opportunità di essere capitano per più di una stagione, la seconda giocata tra i pro. La dirigenza non rimane insensibile agli sviluppi di Richards, che viene chiamato l'anno seguente, il 2000, e che ha la possibilità di riunirsi all'amico e ad una squadra che lotta nei bassifondi della classifica e non vede mai la Post Season.
Ma dopo qualche anno le cose cambieranno. La stagione da protagonista di Martin St. Louis dà nel 2004 la possibilità ai due di vincere la Stanley Cup. E' un sogno che diventa realtà , quello per cui hanno lavorato tanto da quando avevano 14 anni in quel college nella natìa Canada.
Ma stavolta Brad non riesce a stare nell'ombra del grande LeCavalier, confeziona una Post Season paurosa, vincendo il Conn Smythe Trophy, che, ricordiamo, annualmente viene consegnato al miglior giocatore dei playoff NHL.
La lega si spezza in due dopo il titolo dei Lightning. Il lock-out serra i cancelli delle arene nordamericane per un anno, i due si recano a Kazan con altri cinque o sei all-star. La stagione è come tutti gli altri l'attesa di ritornare in NHL, e al ritorno il salto di qualità sarà tutto per LeCavalier.
Il numero 4 mette assieme 52 goal nella stagione ancora successiva, la 2006/2007, ed è il miglior realizzatore di tutta la lega. La stagione dopo diventerà capitano della rappresentativa dell'Est all'All-Star Game di Atlanta, preludio al ritorno alla grande "C" di Tampa Bay. Ma con la fascia arriva anche la brutta notizia: la sua strada e quella di Richards si separeranno, con il secondo spedito a Dallas. La stagione finirà con Tampa peggiore squadra della lega e gli Stars in finale di Conference ad Ovest, con Richards grande protagonista, e che dimostra ancora una volta di essere un giocatore "clutch", cioè di infiammarsi quando il puck diventa rovente nei faceoff della Post Season.
Ma poi, come è andata la reunion? Splendidamente.
Dopo un minuto e mezzo di partita, LeCavalier si invola verso la porta avversaria in situazione di minoranza numerica, e batte Marty Turco con un tiro basso che porta in vantaggio i padroni di casa. Passano 20 secondi e Richards si invola su un lato scoperto della difesa avversaria, colta impreparata, ed infila sotto la traversa il goal dell'1 pari. Nel secondo periodo il giocatore di Dallas fa l'assist al goal del due a uno di Loui Eriksson, mentre quello di Tampa approfitta del PowerPlay e con un tiro da fuori fulmina ancora il goalie ospite. Nel terzo la partita prende la via della Florida, LeCavalier assiste nella realizzazione di Vaclav Prospal ed alla sirena lo score sarà 4 a 2. Vittoria che fa parte della striscia di buoni risultati che Tampa Bay sta avendo in questo periodo, anche se rimane a distanza di sicurezza da una eventuale Post Season.
La first star della partita è LeCavalier e la second star è Richards. Meglio di così non era possibile fare. L'annata delle due franchige è però difficile, ed entrambe galleggiano sul fondo delle rispettive conference. Il futuro, soprattutto quello di Vincent, è nebuloso: è stato paventato un eventuale passaggio tra le fila dei Canadiens, che vogliono una grande trade nell'anno dell'anniversario. La realtà è che il rendimento dei due è più vicino di quanto si pensasse ad inizio carriera, e se la prima scelta assoluta è un giocatore esplosivo dalle qualità infinite ma che non sfrutta sempre totalmente il suo potenziale, Richards può essere decisivo ed ha più il senso della partita quando conta.
Un giorno forse torneranno a giocare e vincere di nuovo assieme. Nel frattempo, seguiremo le vicende di questa coppia di amici che ha coronato un sogno ed ora è stata sciolta da una dirigenza, quella di Koules, che sta gettando i Lightning nella mediocrità . Forse un giorno torneranno a vestire la stessa maglia, come hanno sempre fatto a livello di High School, nella Junior League, in NHL e nel Team Canada.