Non si vive di sola NHL

I Portland Pirates forniscono elementi preziosi ai Buffalo Sabres.

Con i riflettori costantemente puntati sul campionato più bello del mondo, pullulante di fuoriclasse straordinari, si tende spesso a sottovalutare l'importanza dell'American Hockey League (AHL), il torneo che vede fronteggiarsi le squadre satellite delle ben più conosciute franchigie della NHL.

Eppure, la AHL è molto più di un semplice parcheggio per giovani che necessitano di minuti di ghiaccio o per giocatori non abbastanza talentuosi per affermarsi ai massimi livelli. No, le squadre della seconda Lega professionistica americana sono un serbatoio fondamentale per le sorelle maggiori. Basti pensare ai Washington Capitals: tormentati dagli infortuni, in queste ultime settimane sono riusciti a mantenere una velocità  di crociera più o meno costante grazie ai Keith Aucoin e ai Karl Alzner di turno, richiamati in tutta fretta dalla non lontana Hershey, in Pennsylvania, sede dei Bears.

Un organico poco competitivo nella AHL può tradursi in gravi problemi al livello superiore se la squadra di NHL deve far fronte a pesanti assenze o semplicemente a un temporaneo periodo di appannamento di alcuni giocatori chiave. Viceversa, una compagine dell'American Hockey League che può fornire atleti in grado di compiere il salto senza troppi scompensi può diventare una delle chiavi del successo.

Grande rispetto meritano anche i numerosi tifosi delle squadre AHL, che spesso vedono la loro squadra indebolirsi o rafforzarsi da un giorno all'altro a seconda delle chiamate dall'alto. La loro passione prescinde dall'affiliazione. Memorabile la rivalità  tra i tifosi dei Chicago Wolves, partner-team degli Atlanta Thrashers, e quelli dei ben più blasonati Chicago Blackhawks della NHL.

Questa settimana, il consueto appuntamento con la Northeast Division è dedicato proprio alle squadre della AHL che rifocillano di giocatori le case madri del nord-est. Sono parte integrante di un progetto che ha come obiettivo finale la Stanley Cup e in quanto tali meritano per una volta di essere sotto la luce dei riflettori.

I Toronto Maple Leafs sono l'unica squadra, oltre ai Philadelphia Flyers, a controllare la squadra satellite nella stessa città . Ciò presenta indubbi benefici, a partire dalla possibilità  di convocare un giocatore anche all'ultimo momento in caso di emergenza. In quanto ad altalenanza di risultati, i Toronto Marlies sono lo specchio fedele dei Maple Leafs, anche se dopo un inizio di stagione disastroso sembrano ora aver assunto una bella andatura.

La produzione offensiva, invero piuttosto carente, è ben distribuita tra Kris Newbury, Tim Stapleton, Brent Aubin, Mark Bell e Jeremy Williams, quest'ultimo autore recentemente di buone prestazione con le foglie d'acero. Tra i pali, invece, Justin Pogge ancora non riesce a dare ragione a chi da anni lo indica come futuro portiere da NHL, e anche Adam Munro, la riserva, nelle poche occasioni in cui è stato schierato non ha lasciato un'impressione indelebile di sicurezza.

Restiamo in Canada e spostiamoci a Hamilton, una città  pazza di hockey che da decenni aspetta una squadra di NHL. Per il momento, deve accontentarsi dei Bulldogs della AHL, squadra satellite dei mitici Montréal Canadiens.

I Bulldogs contendono ai Manitoba Moose (Vancouver Canucks) il vertice della North Division e hanno in Matt D'Agostini, per diverso tempo al comando della classifica cannonieri, il loro fiore all'occhiello. Purtroppo per loro, da qualche partita il giovane attaccante ha dimostrato di saper impallinare i portieri anche al livello superiore e ben difficilmente tornerà  a Hamilton a breve scadenza.

Il peso offensivo dovrebbe ora ricadere sulle spalle di Yanick Lehoux, che dopo una breve esperienza in Svizzera a Ginevra e Basilea due anni or sono sta ora rigiocando le sue carte in Nordamerica. In porta, è stato finora eccellente Marc Denis, a riprova della ricchezza di alternative in questa posizione sulla quale può contare l'organizzazione dei Montréal Canadiens.

Varchiamo la frontiera e, giunti negli Stati Uniti, restiamo nel nord-est, in una delle quattordici città  di nome Portland presenti sul territorio a stelle e strisce. Siamo nel Maine, casa dei Pirates, partner-team dei Buffalo Sabres.

Mark Mancari, ormai protagonista anche nella NHL, è stato a lungo il trascinatore dei pirati, al comando dell'Atlantic Division. Ma all'arrembaggio hanno partecipato anche Tim Kennedy, una delle rivelazioni della stagione AHL, e Nathan Gerbe, giocatore tra i più spettacolari della Lega. Da segnalare in difesa l'ottima visione di gioco di Marc-André Gragnani, giovane classe 1987.

Percorriamo pochi chilometri ed ecco Providence, nel Rhode Island. Si tratta della seconda città  più grande del New England dopo Boston. E i Providence Bruins sono proprio la squadra satellite dei Bruins più conosciuti. Proprio come i fratelloni della NHL, anche i piccoli Bruins se la stanno cavando egregiamente e tallonano i Portland Pirates ai vertici dell'Atlantic Division.

Il giocatore più interessante è il difensore Johnny Boychuck, che dopo aver militato in quattro squadre della AHL nelle ultime quattro stagioni pare ora aver trovato ciò che cercava nel Rhode Island: ha una media superiore al punto a partita e dopo sole 24 partite è a soli sette punti dal suo record in una stagione. Bravissimo anche Tuukka Rask, uno dei portieri più promettenti del Nordamerica.

L'ultima tappa del viaggio ci porta nello Stato di New York, per la precisione a Binghamton, residenza dei Senators. La squadra, controllata dagli omonimi colleghi di Ottawa, si barcamena nei bassifondi della East Division, ma può consolarsi con le prestazioni di Ilya Zubov, sempre puntualissimo nell'andare a bersaglio. Deludente invece il contributo di Denis Hamel, che dopo una carriera costellata di reti e assist a bizzeffe a questo livello, sembra improvvisamente aver perso velocità .

Si conclude qui il nostro breve periplo alla scoperta di un campionato poco seguito alle nostre latitudini, ma estremamente importante per le sorti delle ben più blasonate squadre della National Hockey League. Ricordate chi realizzò il Game Winning Goal in Gara 7 della finalissima del 2003 tra i vittoriosi New Jersey Devils e gli Anaheim Mighty Ducks? Mike Rupp. Era stato richiamato pochi giorni prima dagli Albany River Rats della AHL per sopperire all'assenza per infortunio di Joe Nieuwendyk.

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