Milan Lucic dimostra le sue doti pugilistiche: saranno utili alla sua squadra?
È il 13 novembre e si sta giocando l'ottavo minuto del terzo tempo della sfida tra Boston Bruins e Montréal Canadiens. Il risultato è di 5 a 1 per i giallo-neri dei Bruins, di lì a poco Stéphane Yelle avrebbe segnato il 6 a 1. I 16'816 spettatori del TD Banknorth Garden sono in delirio, la loro squadra, oltre a essere protagonista di un grande avvio di campionato, sta letteralmente surclassando i rivali canadesi.
Di colpo, accade ciò che i tifosi di casa aspettavano da mesi, dalla meravigliosa serie tra Bruins e Canadiens degli scorsi Play Off: Milan Lucic e Mike Komisarek vengono alle mani. Per tutte quelle sette partite, il giovane attaccante di Boston e il giovane difensore di Montréal avevano dato vita a una straordinaria sfida nella sfida, un duello senza esclusione di colpi a suon di violenti cariche alla balaustra. Lo scontro individuale, agli occhi dei presenti, è la degna chiusura del cerchio.
In una rissa "spettacolare" tanto quanto la partita, Milan Lucic domina Mike Komisarek e, raggiungendo la panchina dei cattivi, scarica tutta l'adrenalina che gli è rimasta in corpo scaldando i tifosi con ampi gesti. Lo stadio è una polveriera. In quel preciso istante nulla potrebbe arrestare i Boston Bruins.
Le risse a mani nude nell'hockey nordamericano, i cosiddetti fight, sono ormai da anni fonte di discussione. Quanto sono importanti nell'economia di una partita? Dove finisce il mero spettacolo e dove inizia, se inizia, l'utilità ai fini del raggiungimento del risultato favorevole? È impossibile mettere tutti d'accordo, come è impossibile inserire tutti gli scontri pugilistici in un unico calderone.
Nella fattispecie, è evidente che l'incontro ravvicinato tra Lucic e Komisarek fosse un conto aperto personale con effetti pressoché nulli sull'esito della partita, considerato che a poco più di dodici minuti dalla conclusione i Bruins conducevano di quattro lunghezze. Ma è altrettanto evidente che un fight di quella intensità con il risultato ancora in bilico avrebbe dato un notevole vantaggio alla squadra di casa. Basta osservare la reazione di pubblico e compagni di squadra nei numerosissimi filmati disponibili in rete per capire che in quel momento i Boston Bruins avrebbero sfidato un tornado.
È proprio questo, nella mentalità hockeistica d'oltre Atlantico, lo scopo principale di un fight: portare l'inerzia della partita, quello che gli anglofoni chiamano momentum, dalla propria parte. Non a caso, quando una squadra è in difficoltà e fatica a rintuzzare gli attacchi dell'avversario l'allenatore sguinzaglia uno dei "pugili", che sa benissimo quale sia il suo compito: sfidare a duello il collega nemico. Non di rado, una rissa adrenalinica piazzata al momento giusto ha ribaltato completamente l'economia di un incontro.
Nelle città che storicamente hanno ospitato squadre che facevano della forza muscolare il proprio atout principale, su tutte Boston e Philadelphia, in alcune circostanze il pubblico sembra eccitarsi di più per una rissa di quelle toste che non per una rete. Tutti schizzano in piedi e, se il beniamino di casa stende il rivale, il boato della folla si estende ai minuti successivi lo scambio di cortesie. È in quei frangenti che la squadra ospitante risulta particolarmente pericolosa perché cavalca l'improvvisa ondata di entusiasmo, proprio come dopo un gol.
Certo, chi segue regolarmente l'hockey nordamericano si sarà accorto che un buon numero di scazzottate non è originato né da uno screzio tra i due giocatori né dalla volontà di un allenatore di chiamare la folla a sospingere la squadra. Molto spesso si notano due giocatori rivali parlottare negli istanti che precedono un ingaggio e, non appena riprende il gioco, togliersi in tutta calma casco e guantoni prima di occuparsi l'un dell'altro. Ma, d'altra parte, questo è ciò che vuole buona parte del pubblico pagante e, detto per inciso, alcuni giocatori sono lì per quello, non certo per mostrare le loro qualità nel disco su ghiaccio.
Volenti o nolenti, i fight sono parte integrante dello spettacolo chiamato NHL. Ciò che comporta una penalità di partita in tutti i campionati del vecchio continente, in Nordamerica merita cinque minutini di penalità . Sono parte del gioco, i filmati delle migliori risse sono tra i più cliccati in rete.
Possono essere importanti per il risultato di una partita? Sono sempre e solo spettacolo? Il dibattito è aperto da anni. Resta il fatto che in quel preciso minuto del terzo tempo della partita del 13 novembre, i Boston Bruins avrebbero spazzato via gli Edmonton Oilers di Wayne Gretzky e Mark Messier.