C’è un’unica carriera nell’hockey su ghiaccio e nello sport professionistico che assume i contorni della leggenda con passaggi fiabeschi e commoventi.
Stiamo parlando di un uomo che ha dovuto lottare prima con i difensori e poi con qualcosa di più terribile, ma grazie alla sua classe unica ne è uscito vincitore.
Signori e signore ecco la storia di Mario Lemieux, semplicemente l’eroe Magnifico.
Nato il 5 ottobre del 1965 a Montreal Mario Lemieux inizia giovanissimo a calcare il ghiaccio,a 15 anni il suo talento inizia a emergere nelle leghe giovanili prima con i Montreal Concordia nella QAAA (Quebec Amateur Athletic Association)dove in 47 partite realizza 124 punti equamente divisi con 62 gol e 62 assist e poi nei Laval Voisins nella QUEBEC MAJOR JUNIOR HOCKEY LEAGUE dove in 3 anni realizza 562 punti frutto di 247 gol e 315 assist.
Nella stagione 83-84 la sua terza nelle leghe minori è nominato mvp della stagione, inserito nella squadra dell’anno e nominato “player of the year” della CANADIAN MAJOR JUNIOR LEAGUE. La Nhl si accorge di questa stella emergente che causa l’inizio di una gara all’ultimo posto.
La prima scelta della Nhl va, infatti, alla peggior squadra della lega, cosi a contendersi Lemieux sono le franchigie di New Jersey e Pittsburgh. I Penguins per assicurarsi la prima scelta decidono di indebolire la rosa cedendo Randy Carlyle ai Winnipeg Jets e cambiando il portiere titolare Roberto Romano con Vincent Tremblay che in quattro partite subisce 24 gol contribuendo cosi all’ultimo posto di Pittsburgh che con 3 punti in meno dei New Jersey ha la sicurezza di avere Lemieux nella stagione successiva.
Dopo questo meccanismo d’indebolimento la Nhl decide di cambiare l’assegnazione dei migliori rookie ed evitare altre sconfitte volontarie per avere una prima scelta inventando una lotteria tra le peggiori franchigie conosciuta anche col nome di “Lemieux lottery!”
Il suo talento si vede nascere una volta nella vita cosi ora è tutta Pittsburgh ad essere ammaliata da questa nuova stella. Lemieux sceglie il numero 66 in omaggio al 99 del grande Wayne Gretzky suo connazionale. La sua prima partita è contro i Boston Bruins, dopo due minuti di gioco nella sua prima azione supera Ray Bourque e al suo primo tiro in porta segna il suo primo gol nella Nhl. I Pittsburgh Penguins avevano trovato il Salvatore della patria. La sua prima stagione si chiude con 43 gol e 57 assist per un totale di 100 punti e il titolo di rookie dell’anno.
Mario Lemieux è da subito accostato al più grande della Nhl, Gretzky, e la Canada Cup del 1987 è l’occasione di vedere i due giocare insieme. In finale il Canada affronta la forte Unione Sovietica, dopo aver perso gara 1 è proprio Gretzky a regalare un assist d’oro per Lemieux nel gol determinante del 6 a 5.
La decisiva gara 3 vede tutto il Coops Coliseum di Hamilton vivere un sogno, sul 5 a 5 ad un minuto dalla fine è ancora Gretzky a lanciare super Mario per il gol decisivo del 6 a 5 e conquistare nel delirio della folla la Canada Cup. Nel trionfo tutta la nazione si chiedeva ora chi fosse più grande, con Lemieux re dei gol (11 in 9 partite) e Gretzky re degli assist e dei punti.
I numeri di Mario Lemieux crescono con la stagione 87-88, dove per la prima volta si aggiudica il titolo di capocannoniere (Art Ross Trophy) grazie a 168 punti con 70 gol e 98 assist ed è incoronato giocatore dell’anno. Si migliora la stagione successiva, il 31 Dicembre del 1988 contro i New Jersey Devils realizza 5 gol in 5 modi diversi, su azione, in inferiorità e superiorità numerica, realizzando un penalty shot e chiudendo l’incontro sul risultato di 8 a 6 con un gol a porta vuota, un vero record.
In questa stagione Mario realizza 85 gol in 76 partite con 114 assist vince di nuovo l’Art Ross Trophy e l’Hart Memorial Trophy, spezzando con questi 2 trionfi consecutivi una serie incredibile di successi di Gretzky, con la consacrazione di nuovo Re della Nhl.
Nei playoff della stagione 88-89 i Pittsburgh Penguins affrontano il caldissimo derby della Pennsylvania con i Philadelphia Flyers, Mario Lemieux si presenta non al meglio a causa di un infortunio al collo ma in partita supera il dolore e dopo soli 4 minuti e 40 secondi ha già realizzato una tripletta e nel delirio dei tifosi dei Penguins concede un altro gol nel primo periodo, aggiungendo poi al suo tabellino 3 assist e chiudendo una magica serata con il suo quinto gol per un totale di 8 punti nel 10 a 8 finale.
L’allenatore dei Flyers Dineen commentò cosi l’incontro – “Lemieux oggi questa partita non l’ha giocata, l’ha semplicemente dominata!“
La stagione 1990-91 non si apre con gli scenari migliori, Super Mario perde 58 partite a causa di un’operazione chirurgica per rimuovere un’ernia del disco, si riprende a fine stagione, dove realizza solo 19 gol e 26 assist e prepara i suoi Penguins ai playoff.
Nella post season da buon capitano inizia a far la differenza e conquista la sua prima finale di Stanley Cup contro i Minnesota North Stars.
Minnesota si porta sul 2 a 1 nella serie quando Mario Lemieux trascina Pittsburgh nelle tre partite successive riportando altrettante vittorie.
Nel primo match point giocato in casa dei North Stars, Pittsburgh è assolutamente cinica e perfetta chiudendo la partita con un 8 a 0, il suo capitano alza al cielo la prima Stanley Cup della franchigia, con 44 punti in 23 gare grazie a 16 gol e 28 assist Lemieux è nominato miglior giocatore dei playoff. Jagr, Stevens, Francis, Recchi e Barrasso possono scrivere il loro nome accanto alla Stanley Cup. Per Pittsburgh Mario Lemieux diventa il Magnifico.
Nel 1991-92 i Penguins concedono il bis, la stagione però è funestata dalla scomparsa del coach Bob Johnson per cancro. La sua frase “It’s a great day for hockey” diventa il motto della stagione di Pittsburgh che fa il pienone di grandi giorni di hockey, Mario Lemieux realizza 131 punti vincendo l’Art Ross Trophy con 44 gol e 87 assist.
In finale i Penguins trovano i Chicago Blackhawks dei giovanissimi Roenick e Hasek e della leggenda Goulet. La serie è tiratissima, Pittsburgh vince le prime tre gare con scarti minimi, in gara 4 è ovviamente Lemieux a guidare la sua squadra in un esaltante 6 a 5, vincendo per il secondo anno consecutivo la Stanley cup. Ora i tifosi chiedono il tris.
Il 1992 si apre con i Pittsburgh Penguins squadra da battere, Lemieux, Jagr e Francis portano la loro franchigia al primo posto con 119 punti nella regular season grazie a 56 vittorie (record di squadra). Per Lemieux però non è una stagione come le altre, arrivano gol e assist ma anche problemi fisici.
Continua a giocare e trascinare i suoi Penguins ma il dolore alla schiena diventa insopportabile. Il 12 gennaio del 1993 la diagnosi è terribile. I Pittsburgh Penguins annunciano che Mario Lemieux ha il morbo di Hodgkin, una neoplasia maligna del sistema linfatico e che immediatamente il capitano inizierà il trattamento con radioterapia.
Lemieux perde 12 partite in stagione ma riesce a stupire combattendo il cancro di mattina e i difensori della Nhl di sera sconfiggendo entrambi. In 60 partite realizza 69 gol riuscendo nuovamente a segnare più di un gol a partita, unico in questo con Gretzky.
Il 9 aprile del 93 contro i New York Rangers un Mario Lemieux stanco dal trattamento contro la malattia segna 5 gol con tutto il suo completo repertorio, classe, agilità e furbizia, e se per i portieri Richter e Hirsch rappresenta un incubo, tutto l’immenso Madison Square Garden gli tributa una meritatissima standing ovation.
Nel 1993-94 però l’ennesimo infortunio alla schiena per un’ernia muscolare gli fa perdere 62 partite e a causa del ricovero per il proseguire del trattamento del morbo di Hodgkin perde l’intera stagione successiva. Il suo rientro è datato 7 ottobre 1995 ed è l’ennesimo rientro da eroe.
Il 24 Marzo per la nascita di suo figlio Austin regala a se e ai suoi tifosi una partita memorabile contro i St. Louis Blues di sua maestà Gretzky un Lemieux visibilmente emozionato realizza 5 gol e 2 assist. A fine stagione in 70 partite realizza 161 punti grazie a 69 gol e 92 passaggi vincenti. La NHL lo nomina giocatore dell’anno e aggiunge ai suoi trofei il titolo di cannoniere, semplicemente l’uomo del miracolo.
Si ripete a grandi livelli anche nella stagione successiva, nel 96-97 è ancora cannoniere con 122 punti, con 50 gol e 72 assist. Prima però di ritirare l’ennesimo Art Ross Trophy un annuncio gela tutti i suoi tifosi: “La mia salute non è buona, sono stato in lotta per il mio ritorno una prima volta ma il mio cancro è veramente uno strumento di presa sulla mia resistenza globale, essere stanco per tutto il tempo e non essere al 100% ha svolto un ruolo fondamentale nella scelta di ritirarmi a 31 anni.“
Lemieux aveva deciso di dare l’addio all’hockey al termine della stagione 1996-97.
La Hall of Fame senza aspettare i canonici 3 anni per l’induzione tra gli immortali compie un’eccezione e dopo pochi mesi dal ritiro decide, il 17 novembre del 97, di eleggerlo tra i membri che la compongono e nella successiva gara casalinga i Penguins ritirano la sua maglia numero 66 appendendola nella sua arena.
Le stagioni successive al ritiro della stella di Pittsburgh sono avare di soddisfazioni per i Penguins, Jaromir Jagr raccoglie sulle spalle tutto il peso del ritiro di Lemieux, e pur realizzando valanghe di gol e assist non riesce a entusiasmare la città .
Per i tifosi la doccia fredda non arriva però dal campo.
La dirigenza dei Pittsburgh Penguins dichiara infatti di avere la società ad un passo dalla bancarotta, la squadra vincitrice di 2 Stanley Cup rischia di sparire per sempre, ora si può solo sperare in un miracolo.
Mentre si attendeva l’ormai imminente annuncio di bancarotta ecco il miracolo atteso, una cordata di imprenditori locali guidati da un ex giocatore dei Penguins era pronta a rilevare la società . I tifosi, ormai rassegnati, si ritrovano increduli davanti alla sorpresa più bella, l’ex giocatore che salva la squadra e ne diventa il nuovo proprietario è Mario Lemieux.
Le prime parole da presidente-proprietario di Lemieux sono il riassunto della volontà di una leggenda – “Sono nato a Montreal ma è Pittsburgh la mia città, non potevo non aiutarla in un momento di grande difficoltà .“ La squadra ripreso l’entusiasmo ricomincia a far gioire tifosi e nuova dirigenza grazie ai gol di Jagr e Kovalev ma ancora manca qualcosa.
La stagione 2000-01 vede Pittsburgh raccogliere buoni risultati ma intorno alla squadra c’è poco entusiasmo e i tifosi nelle partite casalinghe son sempre meno, però basta un annuncio per sconvolgere tutto.
Il 7 dicembre Mario Lemieux conferma che da un po’ di tempo ha ripreso gli allenamenti in vista di un suo possibile ritorno sul ghiaccio. La notizia esplode e cambia i palinsesti tv che solo per lui iniziano a dedicare un conto alla rovescia per il magico rientro, paragonato a quello di Michael Jordan, con un tocco magico in più, si inizia a ipotizzare il rientro per natale nel più bel regalo ai tifosi.
Il 27 dicembre è il gran giorno per l’hockey, per la Nhl e per tutti quelli che vedono in Lemieux un eroe, Mario si avvicina al suo ritorno nella Mellon Arena con queste parole – “ I miei tifosi e chi mi vuol bene sono persone speciali per me, sono sorpresi ma come buoni amici sono stati molto favorevoli, ci ho pensato tanto, mi è sembrata una buona idea e poi mio figlio Austin non mi ha mai visto giocare.“ Il Re torna sul suo trono.
Nella partita contro i Toronto Maple Leafs Mario Lemieux eguaglia il suo idolo Guy Lafleur e Gordie Howe rientrando sul ghiaccio facendo parte della Hall of Fame. Al ritorno assistono 17.148 persone, 200 in più rispetto alla capienza, il match è trasmesso in diretta dalle principali reti televisive americane e canadesi.
Ricomincia da dove aveva finito nel ’97, assist per Jagr dopo 31 secondi nel gol più veloce di Pittsburgh e a metà del terzo periodo è Jagr a restituire il favore per il gol del 3 a 0 facendo esplodere la Mellon Arena. Finisce 5 a 0 con 1 gol e 2 assist di Lemieux, anche Toronto può applaudire colui che ha fatto rinascere l’hockey. Dal 2000 al 2006 gioca 170 partite con 77 gol e 152 assist aggiungendo altri 229 punti ad una carriera memorabile nei Penguins, col record di presenze gol e assist e con l’unica figura nello sport di presidente-giocatore.
La carriera di Super Mario non può non aggiungere le Olimpiadi invernali.
Nel 2002 a Salt Lake City è nominato capitano del Canada, ed è medaglia d’oro dopo aver battuto gli Usa 5 a 2 e chiuso il torneo con 2 gol e 4 assist in una squadra che sembra un sogno con Lindros, Sakic, Nolan, Iginla, Blake, Pronger e Brodeur.
A fine partita il suo amico-nemico Wayne Gretzky capo della delegazione canadese raccontava cosi un’emozione: “Con Mario ha vinto l’hockey, ha vinto lui, hanno vinto i suoi fan e chi ha solo il piacere di rivederlo sul ghiaccio”.
Nel 2004 in Canada si gioca la World Cup, Mario Lemieux è nominato ancora capitano.
Il cammino in coppa del mondo è una passerella trionfale, 6 incontri 6 vittorie. A Toronto, nella finale contro la Finlandia, passano pochi secondi prima che Lemieux riceva il disco, disorienti con una finta tutta la linea difensiva finlandese offrendo a Sakic l’assist per il gol del vantaggio.
È delirio come per il gol di Super Mario nella semifinale con la Rep. Ceca. Dall’ emozione si passa alla standing ovation per la premiazione, Lemieux alza la coppa e regala ai tifosi il meritato giro d’onore con le note della canzone “Simply The Best”.
Il 2007 regala a Lemieux il premio come il più grande sportivo nella storia della città di Pittsburgh e la hall of fame internazionale lo introduce come membro della classe 2008, il motivo nella semplice spiegazione dei suoi successi alla sua premiazione:
– 2 Stanley Cup
– 1 Calder Memorial Trophy
– 4 Lester B. Pearson award
– 1 Canada Cup 1987
– 6 Art Ross Trophy
– 3 Hart Trophy
– 2 Conn Smythe Trophy
– 1 Pro Set nhl player of the year
– 1 Bill Masterton Trophy
– 1 Lester Patrick Trophy
– 1 World Cup 2004
– Medaglia d’oro olimpiadi 2002
Il gol più bello di Mario Lemieux resta però la nascita di una fondazione da lui voluta e creata, che porta il suo nome, nata per dare a chiunque la possibilità di sconfiggere il cancro e credere nella vittoria.
Mario Lemieux ha regalato gol, assist, gioie, lacrime, vittorie, ha battuto qualsiasi ostacolo sia sul ghiaccio sia sulla vita, per molti sarà ricordato come il più grande, per altri semplicemente come Super Mario ma una cosa mette d’accordo tutti, è semplicemente l’eroe Magnifico.