Red Wings: il pagellone

Tutto il talento di Pavel Datsyuk

Sembrano trascorsi due giorni da quando gli appassionati di hockey si fregavano le mani al solo pensiero che una nuova, spettacolare stagione di NHL stava per avere inizio. E invece eccoci già  in sede di analisi e di bilanci, dopo una vibrante finale tra Detroit Red Wings e Pittsburgh Penguins.

La Stanley Cup ha preso dunque la via del Michigan e quest'estate rimbalzerà  come sempre tra nuovo e vecchio continente, nelle mani dei vari protagonisti della trionfale cavalcata. Il pagellone coglie l'occasione per passare in rassegna, ruolo per ruolo, tutti gli eroi di Detroit, dal meno utilizzato alle stelle assolute.

Portieri

Dominik Hasek (voto 6): lo stile poco ortodosso è sempre quello, l'inglese dall'accento impossibile pure. Ma a parte questo, il Dominator non è più quello di una volta, e con 43 primavere sulle spalle ci mancherebbe altro. Fa il suo dovere nella Regular Season, supportato da una difesa a prova di bomba, ma tutti i suoi attuali limiti escono all'inizio dei Play Off. Probabilmente abbiamo assistito all'ultima stagione di uno dei più grandi portieri di sempre.

James Howard (senza voto): solo quattro presenze, sarà  verosimilmente la riserva di Chris Osgood l'anno prossimo.

Chris Osgood (voto 7): bravissimo a reinventarsi portiere moderno, abbandonando il suo stile europeo per cimentarsi con il classico butterfly, e più bravo di Hasek a restare concentrato nei lunghi periodi di partita senza un tiro da parte degli avversari. Le (ottime) statistiche non dicono però tutto: nelle poche volte in cui la difesa non gli ha garantito l'abituale copertura, in particolare nelle Gare 4 e 5 contro Dallas, è andato spesso in difficoltà .

Difensori

Chris Chelios (voto 6,5): il dinosauro dell'Illinois è sempre meno veloce e sempre più cattivo e polemico. Ma nel gioco di posizione sa ancora il fatto suo. Accantonato nelle fasi decisive dei Play Off, sembra deciso a giocare un'altra stagione.

Jonathan Ericsson (senza voto): nelle otto partite in cui è stato schierato, ha lasciato l'impressione che i Red Wings potrebbero aver pescato un altro gioiello nelle ultime ore del draft, questa volta al nono turno.

Niklas Kronvall (voto 7,5): in una stagione in cui non ha subito gravi infortuni, ha finalmente dimostrato tutto il suo valore. Disciplinato difensivamente, ottimo nel pattinaggio, pericoloso in Power Play. E, ciliegina sulla torta, certe cariche a ghiaccio aperto in entrata del terzo avversario non si vedevano dai tempi di Scott Stevens.

Brett Lebda (voto 6): a tratti è parso l'anello debole della portentosa difesa di Detroit, ma ha il merito di giocare in maniera molto fisica a dispetto di un fisico non propriamente erculeo. Un buon quinto o sesto difensore.

Nicklas Lidstrà¶m (voto 8,5): il suo modo sobrio e poco appariscente di alzare il trofeo più ambito è il riflesso diretto del suo modo di giocare. Fa sembrare elementare la giocata più complicata, sul suo volto non appare mai una smorfia di fatica. Un fenomeno, il terzino più forte degli ultimi vent'anni.

Andrea Lilja (voto 6): durissimo alle assi, bravo nel "fare pulizia" nello slot, a volte però poco disciplinato. La troppa foga lo porta spesso a commettere falli inutili nei momenti meno propizi.

Derek Meech (voto 6): il classico terzino d'emergenza, buono per tutte le stagioni. Ottimo settimo difensore a Detroit oppure quinto o sesto altrove.

Brian Rafalski (voto 7,5): il General Manager Ken Holland (voto 9) ha sostituito brillantemente il partente Mathieu Schneider con questo figliol prodigo (è nato a Dearborn, a pochi chilometri da Detroit), che in poche partite è diventato un "piccolo" Nicklas Lidstrà¶m. Elegante, senza fronzoli, terribilmente efficace.

Brad Stuart (voto 7): i Red Wings lo hanno pescato a febbraio mentre svernava a Los Angeles aspettando la fine della Regular Season, e ne hanno fatto un baluardo difensivo con grinta da vendere. Suo, è vero, uno dei pochi svarioni difensivi delle ali rosse (in Gara 2), ma suoi anche un paio di assist decisivi dopo assiduo fore-checking (in Gara 2 e in Gara 4) e un +15 nei Play Off nella statistica +/-.

Kyle Quincey e Garrett Stafford: senza voto

Attaccanti

Daniel Cleary (voto 7): a Detroit le industrie automobilistiche saranno pure in crisi, ma la fabbrica di eccellenti attaccanti difensivi sforna prodotti senza soluzione di continuità : un incessante lavoro da mastino condito da 42 punti nella Regular Season, un preziosissimo apporto in copertura nei Play Off.

Pavel Datsyuk (voto 8,5): il centro di Sverdlovsk assomiglia sempre più al Sergei Fedorov dei tempi migliori, devastante all'attacco e implacabile in difesa. Incredibile la facilità  con la quale alza il bastone dell'avversario con la paletta del proprio e se ne va con il disco, un gesto che è ormai diventato il suo marchio di fabbrica difensivo. In fase offensiva, quando lancia il disco nell'angolo è sempre il primo a raggiungerlo. Un concentrato di eleganza, tempismo e potenza.

Aaron Downey (voto 6): a ogni squadra il suo pugile. I Red Wings hanno Downey.

Dallas Drake (voto 6,5): sembra che ogni stagione una vecchia lenza debba togliersi la soddisfazione di conquistare finalmente la Stanley Cup. È accaduto negli anni scorsi con Dave Andreychuck, Glen Wesley, Doug Weight e Teemu Selà¤nne, è toccato quest'anno a Dallas Drake dopo 16 stagioni di fedele servizio. Sempre pronto a intervenire a difesa di un compagno, sempre pronto a effettuare la carica alla balaustra che gira l'inerzia di una partita.

Kris Draper (voto 6,5): non è più il Kris Draper che insieme a Kirk Maltby e a Darren McCarty formava una delle checker-line più temute della NHL, ma nei Play Off il rosso di Toronto ha fatto di nuovo vedere di che pasta è fatto.

Valtteri Filppula (voto 7): ecco un'altra gemma pescata chissà  dove dagli eccezionali scout dei Red Wings. Un tempo ottimo cecchino a livello di AHL, il 24enne di Vantaa si è reinventato ala difensiva con risultati straordinari.

Johan Franzen (voto 7,5): Tomas Holmstrà¶m non bastava, no, ci voleva un secondo energumeno a formare scudi difficili da abbattere di fronte ai portieri avversari. Ma Franzen è tutt'altro che un attaccante unidimensionale. Alle sue doti di predatore dello slot, abbina un'eleganza e una tecnica di bastone non comuni per atleti della sua stazza. Le sue pazzesche prestazioni nella serie contro Colorado sono già  nella storia.

Mark Hartigan (voto 6): l'anno scorso un "senza voto" con gli Anaheim Ducks, quest'anno poche presenze con Detroit. Che porti fortuna averlo in squadra? Il classico centro da quarta linea in grado di raccattare qualche punto qua e là . Meglio averlo che non averlo.

Darren Helm (voto 6,5): solo sette partite nella Regular Season, ma Play Off giocati da buon protagonista all'ala della quarta linea. Velocissimo, instancabile, preziosissimo.

Tomas Holmstrà¶m (voto 7): un infortunio gli ha fatto perdere diverse partite della Regular Season, ma niente lo trattiene dal presentarsi ogni volta nello slot e farsi massacrare di bastonate. È forse il giocatore più forte della Lega a deviare i tiri dalla blu, la sua coordinazione occhio-bastone è impressionante. Un incubo per i portieri rivali.

Jiri Hudler (voto 7): come Filppula, nei Grand Rapids Griffins della AHL era uno scorer coi fiocchi. Con i Red Wings, pur restando molto pericoloso offensivamente soprattutto in regime di superiorità  numerica, ha dimostrato tutto il suo talento anche in fase difensiva, a dispetto di un fisico minuto. I suoi continui cambiamenti di fronte alla balaustra di fondo hanno creato più di un grattacapo alle difese avversarie.

Tomas Kopecky (voto 6): giocatore molto simile a Filppula, forse meno tecnico ma più grintoso, si è strappato i legamenti crociati durante la Regular Season ed è stato costretto ad assistere al trionfo dei compagni dalla tribuna. L'anno prossimo sarà  una freccia in più all'arco dei Red Wings.

Kirk Maltby (voto 6): vale il discorso fatto per Draper, anche se nei Play Off il 36enne di Guelph (Ontario) ha dovuto accontentarsi di un ruolo nel quarto terzetto d'attacco.

Darren McCarty (voto 6): voto 6 alla prestazione sul ghiaccio, voto 9 alla sua storia personale. Dopo tre Stanley Cup con le ali rosse e il trasferimento ai Calgary Flames, aveva lasciato l'hockey e aveva perso giocando d'azzardo tutta la fortuna accumulata. Dopo diversi mesi in una clinica di disintossicazione dalla droga e dall'alcool, ha tentato un improbabile ritorno nella IHL e ha iniziato la scalata fino a conquistare la quarta Stanley Cup con i compagni di un tempo. Il lato umano del trionfo.

Mikael Samuelsson (voto 6,5): una piccola ma fastidiosa spina nel fianco di qualsiasi difesa. È stato meno concreto sottoporta rispetto all'anno scorso, ma la mole di lavoro svolta spesso in linea con Filppula è stata degna di nota. La doppietta realizzata in Gara 1 della finalissima è la ciliegina sulla torta.

Henrik Zetterberg (voto 9): Ovechkin è Ovechkin. Crosby è Crosby. Ma nel senso più completo del concetto di attaccante Henrik Zetterberg è di un altro pianeta. Quando il miglior giocatore offensivo di una squadra è contemporaneamente il miglior elemento in fase difensiva, beh, quella squadra ha tra le mani una fortuna inestimabile. Il suo intervento su Crosby in doppia inferiorità  numerica in Gara 4 è da manuale dell'hockey, il suo back-checking è da mostrare ai bambini. Offensivamente parlando, il 28enne centro di Njurunda non è l'attaccante più forte, ma è senza ombra di dubbio il giocatore più completo della Lega, forse del mondo. Straordinario.

Justin Abdelkader e Mattias Ritola: senza voto.

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