Marc-Andre Fleury è stato l'eroe di giornata per i Penguins…
In alcuni momenti, si ha la sensazione che presto accadrà l'inevitabile. Capiterà subito oppure occorrerà aspettare ancora un po', ma l'inevitabile si manifesterà , senza ombra di dubbio.
La stessa sensazione l'hanno provata gli spettatori di Gara 5 quando il terzo tempo era iniziato da pochi secondi. Le maglie rosse dei Detroit Red Wings sembravano quelle dell'Unione Sovietica degli anni '70. I campioni che le indossavano si trovavano a occhi chiusi, come se il disco seguisse un binario invisibile sul ghiaccio. Le maglie bianche dei Pittsburgh Penguins erano sempre un secondo in ritardo. Quando credevano di aver interrotto l'azione, ecco che il puck ripartiva beffardo in un'altra direzione, sempre sul bastone di un giocatore in maglia rossa. Impressionante.
In quel momento i Penguins erano ancora in vantaggio di una rete, ma la sensazione, eccola di nuovo, era che quel risicato vantaggio non sarebbe mai bastato. Troppa era la superiorità dei Red Wings. E infatti, ecco la splendida deviazione in Power Play di Pavel Datsyuk, che pochi istanti prima aveva già fatto gridare al gol tutta la Joe Louis Arena con un tiro che invece era andato a infrangersi contro la traversa. Ed ecco la rete del vantaggio di Brian Rafalski, imbeccato egregiamente da Johan Franzen. L'inevitabile stava per compiersi.
Ogni tanto, però, tra la realtà e l'inevitabile si frappone un ostacolo, che in ambito sportivo può essere una beffarda deviazione, un palo, un classico tiro della domenica. In Gara 5, questo ostacolo aveva un nome e un cognome, Marc-André Fleury, e difendeva la porta dei Pittsburgh Penguins. Il giovane estremo difensore, dopo aver subito una rete forse evitabile (quella dell'1 a 2 di Darren Helm), ha parato il parabile, l'imparabile e forse qualcosa in più.
I suoi miracoli (incredibile quello in spaccata con il gambale sinistro su Mikael Samuelsson) hanno tenuto a galla i pinguini praticamente per quattro tempi, dalla metà del secondo alla metà del terzo supplementare, quando Petr Sykora ha scaraventato alle spalle di Chris Osgood la rete della vittoria.
I Pittsburgh Penguins si presentano sul ghiaccio della Joe Louis Arena con lo stesso schieramento e la stessa composizione delle linee di Gara 4 in Pennsylvania. I Detroit Red Wings, dal canto loro, salutano il ritorno di Tomas Holmstrà¶m dopo i problemi muscolari che lo avevano costretto a dare forfait sabato. Daniel Cleary gli lascia il posto con Henrik Zetterberg e Pavel Datsyuk, mentre Darren McCarty si accomoda in tribuna.
Le ali rosse sono insolitamente nervose, evidentemente sentono il peso della responsabilità di chiudere la contesa davanti al pubblico amico. I due Power Play di cui usufruiscono in entrata non contribuiscono a distendere i nervi, anzi. A metà del primo tempo sono i Penguins a passare a condurre, con una magnifica rete da predatore d'area di Marian Hossa.
Trascorrono poco più di sei minuti e la squadra di Michel Therrien colpisce ancora, questa volta in maniera rocambolesca. Adam Hall, autore del gol vincente in Gara 3, cerca di trascinare il disco davanti alla gabbia di Chris Osgood ma lo perde. Il puck resta lì carambolante e Niklas Kronvall, nel tentativo di toglierlo di mezzo, lo scaraventa sotto la traversa come il migliore degli attaccanti.
La prima parte del secondo tempo, nonostante la citata rete di Darren Helm, è equilibrata e coinvolgente. Poi, verso metà partita, le ali rosse decidono che può bastare. Iniziano a spingere come forsennati e girano la partita.
Il terzo periodo si gioca a porta unica, Detroit Red Wings contro Marc-André Fleury. E mentre i 20'066 spettatori sono in piedi a scandire gli ultimi secondi che li separano dalla quarta Stanley Cup dal 1997, Michel Therrien ha un'intuizione. Con Darryl Sydor, Ryan Whitney, Marian Hossa, Sidney Crosby e Evgeni Malkin già sul ghiaccio, l'allenatore dei pinguini richiama il portiere per un sesto uomo di movimento che a sorpresa è l'attaccante difensivo Maxime Talbot, non Petr Sykora.
Com'è andata lo sappiamo tutti e per i Red Wings questa sconfitta rischia di fare molto male. Occorrerà mettere immediatamente da parte lo smacco di essere arrivati a 35 secondi dal trionfo prima di perdere attaccando inutilmente per due tempi supplementari e mezzo. Sul fronte Penguins, ovviamente l'entusiasmo è alle stelle.
Bisognerà solo valutare le condizioni di Sergei Gonchar, che è sceso sul ghiaccio visibilmente dolorante per gestire dalla blu la superiorità numerica decisiva nel terzo overtime dopo aver saltato buona parte del terzo periodo e tutti i primi due tempi supplementari per un infortunio alla schiena.
La stagione 2007/08 si rifiuta insomma di andare in archivio. Meglio così. Mercoledì sera, le 2 del mattino di giovedì da noi, ci attendono altre emozioni.