Il Campbell Bowl, destinato ai Red Wings, viene consegnato al capitano Nicklas Lidstrom.
Chissà cosa pensavano i Red Wings, quando l'urlo "Stars" del pubblico di Dallas accompagnava le due volte che la parola veniva ripetuta all'interno dell'inno americano. Che avrebbero perso la terza partita consecutiva? Che stavano per buttare all'aria un vataggio profondissimo? Che anche quest'anno non avrebbero rappresentato l'Ovest alle finali?
Sicuramente tutto questo. Ma la paura non era certamente lì tra loro mentre le prime linee scendevano in campo per dare vita a gara 6.
Una rimonta in cui credere
Detroit non è squadra che tiene ai record personali o alla gloria effimera dei soli numeri. Dopo 9 vittorie consecutive poco importava concedere una W agli avversari in gara 4.Con 15 minuti sul cronometro del terzo periodo, il PowerPlay Goal di Mike Modano, ennesimo deja-vu di una squadra dall'identità ben precisa, porta avanti gli Stars, che non si volteranno più indietro. In realtà Detroit ha più possibilità di vincere durante la contesa, ma non può sempre andare bene. Partiti male, i Red Wings collezionano 29 tiri negli ultimi due terzi, ma Marty Turco è eroe in Texas e sbarra la strada alla migliore squadra NHL.
Assediata, Dallas sembra spacciata, ma, come sempre, crede alla vittoria. Talmente tanto da uscire vincitrice 3 a 1, risultato forse ingiusto, ma lo stesso ben accetto dagli avversari.
Due giorni dopo si torna in Michigan. L'assedio questa volta è annunciato. Le ali rosse sentono l'odore della Stanley Cup, giocano alla grande dal primo minuto, come in gara 5 contro Nashville. E come contro Nashville, non riescono a raccogliere quanto seminano.
Il goal di Joel Lundqvist dà il vantaggio in singola cifra a Dallas, ma arriva prestissimo, con 35 minuti ancora da giocare. Turco fa gli scongiuri, mentre Babcock ordina ai suoi di andare a prendere la vittoria finale.
Il fortino resiste, come sempre Detroit bada più alla qualità che alla quantità , cerca le azioni senza muovere troppo il puck davanti al goalie avversario, che para anche i residui di ghiaccio che i pattini avversari alzano. Turco esce per la prima volta vincitore della Joe Luis Arena, al 12esimo tentativo.
Nessuno a quel punto è convinto si tratti di un caso: gli Stars puntano a vincere gara 6, l'impresa di pareggiare una serie già persa è lì, decisamente a portata di mano. Se Detroit vorrà chiudere le speranze di Dallas dovrà giocare con grinta e trasporto, come una finale richiede. Dovrà rischiare e scoprire il fianco al PowerPlay avversario. Combattere da subito su ogni faceoff e tenere il puck, sperando che la gabbia sia un po' meno blindata dell'ultima volta.
La fine insospettabile
Inizia la partita.
I Red Wings schizzano sul ghiaccio come usano fare. Sono la migliore squadra come record dopo essere andata per prima in vantaggio. Lo fa, con Kris Draper, che ribadisce in rete con le cattive un tiro di Dallas Drake non trattenuto da Turco. Che si inchinerà ancora otto minuti più tardi, quando Pavel Datsyuk trasforma in oro un rimbalzo non visto dalla difesa ospite. Ed ancora, passano quattro minuti e Drake mette a segno il tre a zero. Lo fa da pochi centimetri, come aveva fatto Draper in precedenza.
Qualche riga, un periodo di gioco, e la tensione è già finita. Dall? Non pervenuta. Nessuno dà quanto deve, l'insuperabile goaltending della partita del Michigan è un ricordo offuscato, davanti non si vede nulla, e Chris Osgood non deve fare molto per avere la decima W in dodici incontri (1.60 GAA). Dieci W giunte senza strafare, am semplicemente facendosi trovare sempre pronto, qualità basilare per ogni portiere di alto livello, non solo nell'hockey.
Ad inizio secondo periodo Brenden Morrow, capitano ed eroe texano, si fa intercettare dal 40 in maglia rossa, che fugge verso la gabbia di casa, e con l'ennesimo backhand di questa Post Season mette su i titoli di coda segnando l'ennesimo ShortHanded goal subito dagli Stars, che pagano in questo modo il fatto di avere un ottimo PP.
Gara 6 in pratica non è mai cominciata; nel terzo periodo, ormai troppo tardi, Dallas mette assieme un buon numero di tiri, ma il 4 a 1 finale è ciò che merita, per quanto riguarda la partita. Ma di certo questo non sminuisce la qualità della squadra di Tippett.
Per loro l'inseguimento della coppa più preziosa ha voluto dire tutto per un mese, vissuto tra una vittoria e l'altra, combattendo sempre contro squadre più attrezzate sulla carta di loro, con tonnellate di esperienza in più. La qualità di Mike Ribeiro si è ben sposata con la grinta e la sagacia tattica del reparto arretrato, guidato da un ottimo Sergei Zubov, rientrato giusto in tempo per eliminare San Josè. Menzione d'onore per Steve Ott, vero fulcro del gioco di Dallas, e per Brad Richards, che ha fatto ben pesare l'esperienza e la capacità di riconoscere i momenti chiave della partita.
Detroit va avanti, vince l'ennesimo titolo a Ovest, e sfiderà una Pittsburgh così uguale ma nello stesso così diversa ma nello stesso tempo così uguale a lei.