Canadiens â€â€œ Flyers 1-2

Sami Kapanen (PHI) lotta con Christopher Higgins (MON) per il possesso del puck

Quando una serie, per quanto importante come una semifinale di Conference, inizia pochi giorni, se non addirittura poche ore dopo una Gara 7, spesso le squadre appaiono spente, come se lo stress psicofisico della partita decisiva appena vinta le avesse svuotate dell'intensità  tipica di questa parte di stagione.

È quanto succede a Montréal Canadiens e Philadelphia Flyers. Reduci dai trionfi su Boston Bruins e Washington Capitals, iniziano Gara 1 come se una mano invisibile li tenesse incollati al ghiaccio. Il disco sembra prendere traiettorie imprevedibili, evitando accuratamente la paletta dei bastoni di chi dovrebbe controllarlo.

Non stupisce quindi che in Gara 1 le reti non nascano da azioni collaudate. Basti pensare al centro di R.J. Umberger deviato inavvertitamente in porta dal pattino di Francis Bouillon (0-1), al disco che si impenna dopo aver colpito Martin Biron e rimane sospeso all'altezza della traversa come ad attendere che Alexei Kovalev lo sospinga in rete (2-2) o al puck che caracolla sul pattino destro di Joffrey Lupul e finisce beffardamente oltre la linea di porta (2-3).

Rispetto al primo turno, entrambe le squadre concedono meno spazio alle quarte linee. La linea di Mike Richards (con Sami Kapanen e Scott Hartnell) incrocia spesso e volentieri quella di Alexei Kovalev (con Christopher Higgins e Saku Koivu), mentre Jeff Carter (con Scottie Upshall e R.J. Umberger) cerca di tenere a bada Tomas Plekanec e i fratelli Kostitsyn.

Aiutati anche da una buona dose di fortuna, i Flyers si trovano a condurre per 2 a 0 e per 3 a 2, ma come troppo spesso è accaduto nelle ultime settimane, nonostante un terzo tempo giocato meravigliosamente, non sono in grado di resistere al forcing finale avversario e con Mike Richards sulla panchina dei cattivi concedono a Kovalev la rete del pareggio a pochi secondi dalla sirena finale. La contesa è poi decisa nei primi attimi del tempo supplementare, con la linea di Tom Kostopoulos, Steve Begin e Brian Smolinski che, dopo essersi concessa il lusso di annullare Daniel Brière e un insolitamente impacciato Vaclav Prospal, realizza la rete della vittoria.

I Flyers sembrano però trarre i necessari insegnamenti da questa sconfitta per certi versi immeritata e nelle due sfide successive si dimostrano intrattabili al momento di difendere con i denti e le unghie un vantaggio di un golletto.

John Stevens cerca di dare energia alla prima linea, che si era rivelata decisiva nella serie contro i Capitals. Insieme a Brière e Prospal torna così Scott Hartnell, bravissimo nell'aprire varchi ai più tecnici e rapidi compagni, mentre Joffrey Lupul si accomoda all'ala di Mike Richards, con Patrick Thoresen sul fronte opposto (Sami Kapanen finisce nel quarto terzetto).

Più che degli accorgimenti tattici, però, le vittorie in Gara 2 e Gara 3 sono il frutto delle prestazioni di uno straordinario e finalmente continuo Martin Biron, oltre che di un ispirato R.J. Umberger, concreto sottoporta e instancabile nelle fasi di inferiorità  numerica.

Soprattutto nel terzo incontro, i Montréal Canadiens controllano a piacere le operazioni sul ghiaccio, tirando da ogni posizione e chiudendo ogni varco dalle parti di Carey Price. Ma quando riescono finalmente a superare l'estremo difensore dei Flyers, sfruttando i cinque minuti di superiorità  numerica determinati dalla violenta carica alle assi di Derian Hatcher su Francis Bouillon, Daniel Brière e compagni sono già  avanti di tre reti, pur avendo concluso solo una decina di volte verso la gabbia avversaria.

Finora, la partita a scacchi tra John Stevens e Guy Carbonneau è in perfetto equilibrio: le linee deputate a limitare il raggio d'azione dei grossi calibri avversari hanno fatto in pieno il loro dovere. La sfida, per il momento, è decisa dai due portieri.

Se dopo Gara 1 Martin Biron è cresciuto immensamente, Carey Price sembra il portiere insicuro della quinta e della sesta partita contro i Bruins, non quello brillante degli altri incontri. Il giovanissimo guardiano della porta della compagine canadese ha una tranquillità  tra i pali senza eguali. A dispetto della naturale inesperienza, riesce a limitare al minimo i movimenti inutili: quando compie una parata eccezionale sembra l'operazione più facile del mondo, ma al contempo quando incorre in un errore sembra quasi che rinunci all'intervento. Di conseguenza, è difficile capire se stia "faticando" a vedere i tiri, come si dice in gergo.

Benché l'abbia sostituito con Jaroslav Halak per il terzo tempo di Gara 3, è impensabile che Carbonneau rinunci al suo giovane talento per il prosieguo della serie. Spetta quindi a Price dimostrare di saper reagire. Dalla sua sfida con Biron dipenderà  verosimilmente l'esito della battaglia tra Montréal Canadiens e Philadelphia Flyers.

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