Capitals â€â€œ Flyers 3-4

L'esultanza di Joffery Lupul

Joffrey Lupul, proprio lui. Proprio il 25enne numero 15 che in questi Play Off, forse non ancora del tutto recuperato dalla violenta commozione cerebrale sofferta in uno scontro con il compagno Derian Hatcher durante la Regular Season, sembrava perso sul ghiaccio.

Passaggi fuori misura, controlli imprecisi, tiri lontani dallo specchio della porta, gioco fisico deficitario. Lupul stava diventando un problema. Ma al sesto minuto e sesto secondo del tempo supplementare di Gara 7, il disco che fino a quel momento sembrava prendersi gioco di lui appare tra una selva di gambe e si adagia docile sulla paletta del suo bastone, pronto a essere spinto in rete. Da deludente comparsa a eroe. Anche questo è l'hockey.

I Philadelphia Flyers, fedeli agli alti e bassi che già  avevano contraddistinto la loro stagione regolare, hanno fatto di tutto per perdere la serie contro gli indomiti Washington Capitals.

Dopo aver tenuto a bada a piacere gli avversari nelle prime tre sfide, Daniel Brière e compagni hanno conquistato anche Gara 4 con una rete di Mike Knuble al secondo tempo supplementare. Ma rispetto alle vittorie precedenti, questa era immeritata e i capitolini davano l'impressione di essere pronti a far girare il vento.

L'idea di Bruce Boudreau di invertire i centri delle prime due linee si è rivelata azzeccata. Dall'alto della sua esperienza, Sergei Fedorov è riuscito più di Nicklas Backstrà¶m a distogliere l'attenzione da Alexander Ovechkin, e al contempo il regista svedese ha trovato un'intesa istantanea con Alexander Semin.

Ovechkin è riuscito sì a trovare la porta con maggiore assiduità , ma la vera differenza l'hanno fatta i suoi compagni, che hanno smesso di cercare a prescindere il loro formidabile numero 8 senza vagliare altre alternative di gioco e hanno iniziato a puntare a loro volta Martin Biron.

In questo modo, Kimmo Timonen (indubbiamente l'MVP della serie nonostante il grave errore in Gara 6 che ha dato la rete della vittoria a Ovechkin) e Mike Richards non hanno potuto "limitarsi" a controllare Ovechkin, ma hanno dovuto lasciargli qualche metro in più per coprire anche le altre bocche da fuoco.

E così, con maggiore convinzione nei loro mezzi, i Capitals sono cresciuti di partita in partita. Hanno dominato letteralmente Gara 5 e con grande personalità  sono andati a conquistare a Philadelphia il diritto di giocarsi tutto di fronte al pubblico amico.

Dopo lo spettacolare finale di Regular Season, per Washington Gara 7 doveva essere la ciliegina sulla torta dell'ennesima rimonta. La squadra di Bruce Boudreau la affrontava sull'onda dell'entusiasmo, mentre quella di John Stevens si presentava al Verizon Center con gli occhi timidi di chi si è visto sfuggire di mano il controllo della situazione e teme di aver esaurito le contromisure. E invece"

E invece, la partita di martedì 22 aprile passerà  alla storia come una delle più belle e intense degli ultimi anni, la degna conclusione di una serie stupenda. Con un ritmo indiavolato sin dalle prime battute, i due schieramenti si affrontano senza esclusione di colpi. Occasioni da rete e cariche alla balaustra come se piovesse.

Altrettanto appassionante è il duello tra gli allenatori. Boudreau tenta molto più che nelle precedenti sei partite di sguinzagliare Alexander Ovechkin contro la linea di Daniel Brière o quella di Jim Dowd. Stevens non se ne sta con le mani in mano, e nel limite del possibile tenta di gettare sul ghiaccio Mike Richards e Kimmo Timonen ogni qualvolta appare lo scatenato russo, non disdegnando di prodursi in spericolati cambi volanti che non fanno altro che aumentare gli spazi e quindi il ritmo dell'incontro. I Flyers giocano come nelle prime tre partite, i Capitals come nelle successive tre. È un mix del meglio che le due squadra hanno prodotto nelle altre sei sfide.

Come detto, ci penserà  Joffrey Lupul nel primo tempo supplementare a separare definitivamente le due contendenti. Onore ai Philadelphia Flyers, che sono rimasti attaccati con i denti e le unghie a una serie che sembrava scivolare inesorabilmente via.

E onore ai Washington Capitals, che a partire da Gara 4 hanno dimostrato di essere ben più di un buon gruppo di giocatori condotti da uno straordinario campione.

Ne sentiremo ancora parlare, di questi Capitals.

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