Josè Theodore (Col) festeggia la vittoria in gara 6 che ha permesso il passaggio del turno. Semplicemente sensazionali le sue prestazioni.
E' fatta! Dopo un anno di purgatorio passato a guardare la post-season dall'altra parte del vetro, i Colorado Avalanche tornano a giocarsi i play-off e passano il primo difficile turno per 4 partite a 2.
Minnesota esce a testa alta, niente da dire. Lo dimostrano i risultati delle partite giocate, 3-2 (OT), 3-2 (OT), 3-2 (OT), 5-1, 3-2, 2-1. Come si può notare, a parte la sconfitta netta di Minnesota in gara 4, si è sempre dovuto aspettare l'ultimo secondo (e anche oltre) per decretare il vincitore della serata.
Dopo il momentaneo vantaggio nella serie, maturato vincendo la prima gara al Pepsi Center di Denver per 3-2 all'overtime, i Wild hanno subìto psicologicamente la batosta di gara 4 (sempre in Colorado) che ha riportato la serie in parità .
Scesi sul ghiaccio per dimostrare che le due sconfitte consecutive all'overtime erano più opera del caso che altro, gli uomini di coach Quenneville hanno dato spettacolo davanti agli occhi dei propri tifosi. Con tre goal nel primo periodo (Brunette, Wolski e Arnason) gli Avs non hanno che da gestire il risultato. Salei e Hejduk arrotondano nel secondo e la partita (sul 5-0) è virtualmente chiusa. Inutile il goal di Koivu nel terzo, che non sortisce nessun effetto sul gioco spumeggiante dei padroni di casa e che rovina solamente la festa ad un Theodore che pregustava già un meritatissimo shut-out.
Come dico sempre io, qualunque sia il risultato di una serie dopo tre gare, gara 4 è sempre quella decisiva. Vincere questa partita alza il morale alle stelle, rende i giocatori sicuri di se stessi, quasi invincibili. Infatti in gara 5 e gara 6 non c'è stata storia nonostante il minimo scarto nel risultato finale.
In gara 5 si rivede Stastny sul tabellino degli scorer: è suo il goal del momentaneo 3-1. Chi invece continua a stare lontano da tale tabellino è un certo Marian Gaborik. Minnesota contava molto sul suo fuoriclasse, ma Marian ha deluso non poco, non riuscendo a mettere a segno un misero punticino in 5 gare. Sindrome da play-off? Chissà . Comunque sia Colorado ringrazia.
In gara 6 la storia si ripete. Avalanche padroni del ghiaccio, con tanto gioco, tante cariche vinte, tanti passaggi intercettati e puck rubati nella neutral zone, tanti turnover, tanto di tutto insomma e il punteggio bugiardo di 2-1 è solo merito di un Backstrom in buona serata.
Davanti ad un Pepsi Center tutto esaurito, a metà del primo periodo l'eterno capitan Sakic ruba un disco a centrocampo e con un passaggio preciso sulla stecca di Guite mette il compagno uno-contro-uno contro Backstrom. E' goal. Due precisazioni degne di nota: il goal è in shorthanded e l'assist è il numero 100 nei playoff di Joe Sakic, che ora con 184 punti è al nono post all-time di punti nei play-off.
Il pareggio di Voros, servito da un Gaborik che finalmente fa accorgere della propria presenza, tiene i fans di Denver col fiato sospeso per qualche minuto, poi è Smyth, che si trova nel posto giusto al momento giusto, a deviare in rete un perfetto passaggio smarcante di Jones per il definitivo 2-1 finale che vuol dire vittoria e passaggio in semifinale.
Tutti questi grandi nomi del passato tra le fila di Colorado, sembrano rievocare i bei tempi di una volta, quelli delle vittorie più importanti. L'investimento su Forsberg, per ora, sta pagando e in questa serie ha messo a segno 1 goal e 4 assist; Foote è sempre una garanzia sulla blue line e ha annullato letteralmente il pericolo numero uno: Gaborik; Salei è il leader della squadra in hit (19) e dischi bloccati (15), inoltre si è permesso di mettere a segno 1 goal e 2 assist; Joe Sakic, nonostante i 39 inverni alle spalle è sempre decisivo, è sempre il capitano, è sempre il trascinatore e il motivatore della squadra.
Le prospettive di continuare bene ci sono tutte e l'arma in più di questa squadra sembra essere entrata in forma nel momento che conta.
Già , un'arma in più. Volutamente non ho accennato a lui in questo articolo perchè volevo riservargli uno spazio tutto suo. Uno spazio che si è meritato a suon di parate, a suon di deviazioni, a suon di prestazioni sensazionali. Sto parlando di colui che per due anni è stato considerato il peggior investimento di Colorado, colui che doveva lasciare il posto a Budaj come partente, colui che ha un contratto stratosferico e guardava le partite dalla panchina: Josè Theodore.
Il portierone ex-Canadiens sta dimostrando tutto il suo valore in questi ultimi mesi, con un finale di regular-season eccezionale e un primo turno di play-off da prima stella assoluta. Che si sia svegliato perchè questo è l'ultimo anno del suo contratto? Chissà , ma si è svegliato…ed è questo che conta.
Con 188 parate in queste sei partite, secondo tutti i suoi compagni è stato più decisivo di un qualsiasi giocatore di movimento.
“E' la ragione per cui siamo qui adesso”, ha detto Ian Laperriere. Lo stesso Theodore si è motivato e caricato per questi play-off pensando che fosse l'ultima occasione per dimostrare il suo valore: “Mi sono guardato allo specchio e mi sono detto 'Hai la chance di dimostrare a tutti che puoi essere un goalie che può fare la differenza'”.
In questa stagione (che non è ancora finita), la differenza l'ha già fatta. Bravo.
Adesso sotto a chi tocca.