Martin Brodeur è una scelta obbligata nel nostro team…
La vostra squadra del cuore sta lottando gomito a gomito con dieci altre compagini per entrare nei Play Off e non avete più unghie da rosicchiare? I vostri beniamini sono distanti anni luce dall'ottavo posto e il vostro settimo telecomando nelle ultime tre settimane si è appena schiantato contro la parete?
Play.It ha deciso di accorrere in vostro soccorso. Per allentare la tensione e dare dieci minuti di tregua a unghie e telecomando, oggi ci diletteremo con il fantahockey. Seriamente, però.
L'obiettivo non è quello di mettere insieme venti fuoriclasse e di creare un circo, per quello basta e avanza l'All Star Game. No, la sfida sta proprio nell'assemblare una squadra che sulla carta sia in grado di tenere il ghiaccio e, perché no, di vincere la Stanley Cup. Il tutto, ovviamente, considerando gli obblighi di una franchigia, a partire dal tetto salariale.
Prima ancora di "draftare" gli atleti che comporranno il team Play.It, vediamo di selezionare le due figure chiave che gestiranno il nostro organico, il General Manager e l'allenatore. Nelle ultime stagioni, Brian Burke, GM degli Anaheim Ducks, ha ampiamente dimostrato di saper riconoscere il talento e, soprattutto, di riuscire ad aggirare (legalmente, beninteso) il tetto salariale, facendo apparire e sparire salari e giocatori come per magia. La prima telefonata di Play.It avrà quindi il prefisso della California.
Sulla panchina vogliamo invece un tecnico in grado di tirare fuori il meglio da ogni giocatore, capace di far sembrare campioni anche giocatori mediocri. Volgiamo quindi il nostro interesse verso la costa orientale e ingaggiamo Ted Nolan, che nelle ultime stagioni con gli Islanders ha fatto le nozze con i fichi secchi.
Ora inizia il divertimento. Senza un grande portiere, nessuna squadra andrà lontano. E noi, che vogliamo andare lontanissimo, intendiamo affidare la nostra porta a un portiere d'esperienza e a una promessa in grado di imparare i trucchi del mestiere dal titolare.
Martin Brodeur (New Jersey Devils) è il nostro numero uno. A 36 primavere sta giocando forse la sua miglior stagione degli ultimi cinque anni, nonostante i diavoli abbiano la peggior difesa degli ultimi cinque campionati. Non c'è dubbio, è il nostro uomo. Per il ruolo di riserva vogliamo un giovane in rampa di lancio, ma al contempo disposto a rimarsene senza fare casino in panchina, consapevole che con Brodeur tra i piedi non giocherà più di una manciata di partite. Escluso dunque Ray Emery, optiamo per Josh Harding (Minnesota Wild), che in diverse occasioni ha già dimostrato tutte le sue qualità e che, a 22 anni, ha il futuro davanti a sé.
Sigillata la porta, passiamo alle tre coppie di difensori. Qui la faccenda si fa più complicata, perché oltre ad avere un equilibrio ideale tra terzini offensivi e difensivi, il nostro organico dovrà contare anche su almeno un atleta con tiro a destra per meglio gestire le situazioni di superiorità e inferiorità numerica.
La prima scelta è obbligata: Nicklas Lidstrà¶m (Detroit Red Wings) è da anni il miglior difensore in circolazione. Vederlo giocare è umiliante, tanto fa sembrare facili le cose più difficili. Al fianco del fuoriclasse svedese, che sarà anche il nostro capitano, vogliamo un terzino giovane, che possa affinare il suo talento imparando partita dopo partita dall'illustre collega. Duncan Keith (Chicago Blackhawks) risponde alla perfezione al nostro identikit. Come Lidstrà¶m è bravo sia su un fronte che sull'altro, e va così a formare una coppia di terzini molto equilibrata.
A guidare la seconda linea di difesa convochiamo Dion Phaneuf (Calgary Flames). I suoi tiri potenti e precisi dalla linea blu torneranno sicuramente utili in Power Play, ma a farci gola è soprattutto la capacità di fermare gli attaccanti avversari con violente cariche alla balaustra senza finire fuori posizione. Al suo fianco schieriamo Brent Burns (Minnesota Wild), un altro terzino che dal punto di vista fisico sa il fatto suo e che non disdegna di sganciarsi in avanti per portare pericoli nel terzo nemico.
Ed eccoci alla terza coppia. Per il momento la nostra squadra è forte sulla linea blu offensiva (Lidstrà¶m e Phaneuf) e intrattabile alle balaustre (Burns e lo stesso Phaneuf). Ora ci servono uno specialista nel bloccare i tiri e un jolly da poter schierare all'occorrenza anche all'ala. Detto, fatto: Anton Volchenkov (Ottawa Senators) e Mark Streit (Montréal Canadiens) completano il nostro reparto arretrato. Il primo è da anni ai vertici delle classifiche degli scudi umani, mentre il secondo ridendo e scherzando ha oltrepassato la soglia dei 50 punti giocando tanto all'ala destra quanto nelle retrovie.
Non ci resta che sparare le nostre dodici cartucce offensive. Vogliamo mettere a disposizione di Ted Nolan due linee in grado di devastare qualsiasi difesa, una terza linea capace di bloccare i migliori terzetti avversari ma anche di contribuire con regolarità in fase offensiva e, infine, una quarta linea destinata a incutere timore, un trio che pattugli il ghiaccio alla ricerca di qualche furbetto che pensa di fermare con le cattive la nostra lanciatissima corsa verso la Stanley Cup.
Ben difficilmente nell'hockey professionistico un allenatore si trova servito su un piatto d'argento un trio che funziona a meraviglia, come se da anni giocasse insieme. Nella maggior parte dei casi, il tecnico nota una coppia particolarmente affiatata e procede a tentativi nella ricerca di un terzo compagno che possa completare la linea.
Sulla carta, Joe Thornton (San José Sharks) e Alexander Ovechkin (Washington Capitals) rischiano di trovarsi benino insieme. Nella sua carriera, il centro degli squali è riuscito a far segnare chiunque fosse in grado di calzare un paio di pattini e di reggere un bastone, figuriamoci cosa combinerebbe accanto alla straordinaria ala sinistra dei capitolini. Per completare il primo blocco pensavamo a un'ala destra in grado di sostenere il ritmo degli altri due, ma anche di aiutare i difensori nel fore-checking se mai Thornton e Ovechkin si attardassero a divertirsi nel terzo avversario: Jean-Pierre Dumont (Nashville Predators), che nel Tennessee ha confermato la prolificità che già lo contraddistingueva a Buffalo, ci sembra la scelta giusta.
Un giocatore come Chris Drury (New York Rangers) non può mancare in una squadra che punta al bersaglio grosso. Il 32enne di Trumbull (Connecticut), straordinario agli ingaggi, di una disciplina tattica senza eguali e sempre ai massimi livelli nei Play Off, sarà il centro della nostra seconda linea. Ai suoi fianchi, visto lo strapotere fisico del primo terzetto, abbiamo puntato su tecnica e rapidità , selezionando Patrick Kane (Chicago Blackhawks), interessantissimo anche in prospettiva, all'ala destra, ed Henrik Zetterberg (Detroit Red Wings), all'occorrenza in grado di giocare anche al centro, all'ala sinistra.
Mike Richards (Philadelphia Flyers), se confermerà gli incredibili progressi mostrati quest'anno, sarà il nostro capitano del futuro. Per il momento, deve accontentarsi di dirigere la nostra terza linea con la stessa personalità con la quale aveva preso in mano i Flyers prima dell'infortunio. Se gestito con cura, Richards ha la stoffa per diventare un campionissimo. Al suo fianco stantufferanno Sean Avery (New York Rangers) e Brendan Morrow (Dallas Stars), scambiandosi regolarmente il fronte d'attacco. Il primo, oltre a svolgere un infaticabile lavoro di copertura e a realizzare un discreto numero di punti, riuscirebbe a far perdere le staffe al papa e a procurarsi così preziose superiorità numerica. Il secondo è tra i dieci giocatori più completi della Lega: letale sottoporta, invalicabile nel terzo di difesa.
E siamo alla quarta linea. Senza pensarci un attimo, convochiamo Derek Boogaard (Minnesota Wild). È vero, ha solo una vaga idea di come sia fatto un disco, ma suvvia, non vorrete mica che qualcuno faccia male a Ovechkin o a Thornton" Gli altri due posti devono essere selezionati accuratamente. La componente fisica e grintosa non deve mancare, ma non possiamo dimenticare che ogni tanto anche la quarta linea dovrà giocare a hockey. Per l'ala destra abbiamo quindi pensato al giovane David Clarkson (New Jersey Devils), che pur avendo pochi minuti di ghiaccio a disposizione ha un ruolino di marcia non da poco con 20 punti e 18 fight. Al centro si farà sentire Blair Betts (New York Rangers) che, a nostro avviso, non ha ancora espresso tutto il suo potenziale e se necessario potrebbe anche essere promosso in terza linea.
La nostra squadra è completa. Prendendo in considerazione i salari della stagione in corso, il nostro monte stipendi supera di un'inezia la modica cifra di 49 milioni di dollari. Brian Burke avrà quindi un milioncino abbondante per sbizzarrirsi alla Trade Deadline e rinforzare ulteriormente il team Play.It.
Ci siamo divertiti abbastanza. La lotta per i Play Off, quella vera, riprende. Speriamo che nell'attesa vi siano ricresciute le unghie e abbiate acquistato un nuovo telecomando"