John Paddock esce di scena. Basterà a portare la Stanley Cup nella capitale canadese?
Il 15 novembre scorso, dopo la vittoria sui Buffalo Sabres, l'Eastern Conference aveva già un dominatore: gli Ottawa Senators. Con 15 vittorie e 2 sconfitte i canadesi mettevano subito le cose in chiaro, dando ragione ai molti che prima ancora dell'inizio della stagione li davano come assoluti favoriti ad Oriente.
Le prestazioni di Daniel Alfredsson e Jason Spezza spianavano la strada ad un roster senza evidenti falle, che travolgeva gli avversari di qualsiasi tipo, anche se si manteneva sempre entro un margine limitato. Solo un +22 di differenziale tra goal fatti e subiti: evidentemente i Sens, fiduciosi, si tenevano sin da allora in vista di Playoff che quest'anno non possono deludere, dopo la finale dell'anno scorso.
Forse deconcentrata dall'ottimo inizio, Ottawa si fermava verso la fine di novembre. Le famose 7 sconfitte consecutive fanno giocare i giornalisti con fantomatiche illazioni su una squadra stanca che non è più destinata a far meglio di così. Voci zittite dalle conseguenti 6 W in fila, di cui una sola in casa.
Ma il destino riserva un gennaio amaro ai Senators, che guidano tranquilli division e conference con una decina di punti sulle inseguitrici. Si fermano lo stesso Spezza e Dany Heatley. E' proprio la spalla destra dell'attaccante ex-Thrashers a preoccupare di più, visto che ancora oggi, a molto tempo dall'infortunio, egli rimane il secondo miglior scorer del team, dietro il capitano.
Questo piccolo excursus sul passato della stagione dei Sens finisce con qualche giorno fa, quando i Devils li superano in testa alla Eastern Conference, a seguito di una brutta sconfitta dei ragazzi di John Paddock contro Toronto, 5 a 0. Ma su Paddock ci torniamo, viste le ultime news.
Il presente
Costretti da una busta paga collettiva già alta come l'Everest, Ottawa ha potuto far ben poco sul mercato, almeno per quanto riguarda le ultime ore.
In questa finestra sono arrivati Cory Stillman, Mike Commodore e Martin Lapointe. Il terzo arriva per riempire il vuoto in terza linea creato da Chris Neil, del cui infortunio al ginocchio si sa ancora ben poco.
Lapointe ha vinto due Stanley Cup con i Red Wings, ed ha una lunga e onorata carriera. Le ali destre dei senatori sono le migliori della lega, contribuiscono in modo imprescindibile alla riuscita dell'attacco, il migliore dell'intera NHL.
Parlare di “momento di appannamento” è riduttivo: nella notte di martedì Ottawa ha ancora subito uno shutout da annali contro i Bruins, squadra che non approda ai playoff appunto da quando Lapointe l'ha lasciata.
In soccorso al momento difficile dei Sens arrivano i Flyers, che hanno vinto una sola partita nelle ultime dieci. Vedremo se avverrà un pronto inserimento del nuovo acquisto, e quanto sarà difficile la partita del Wachovia Center.
Il Scotiabank Place, invece, è al massimo storico: sono 27 le partite consecutive di sold-out, la Sens Army non sembra risentire della negatività che si respira nell'aria. I Senators devono molto al loro pubblico, che sopporta da anni le figuracce della squadra nei Playoff.
Il futuro immediato
Saranno i Penguins, i Ducks e gli Sharks ad affrontare Ottawa dopo il viaggio a Philadelphia. Non agevole come schedule, anche perchè Pittsburgh vuole la leadership di division, e potrebbe essere in condizione di strapparla a New Jesrey in questo prossimo incontro. Affrontare le squadre dell'Ovest potrebbe dare il colpo di grazia alle aspirazioni di avere un buon seeding a fine regular season. I nove punti di vantaggio sulla quota Playoff fanno stare tranquilli i supporter della franchigia, che parteciperà sicuramente alla Postseason.
Il ritorno di Heatley, avvenuto 15 giorni fa con risultati che si definiscono “altalenanti” per un campione come lui, non basta a rasserenare la dirigenza.
Ma tutto è pronto: Ottawa non ha nulla in meno di nessun'altra franchigia, ad Est o a Ovest; ha un pubblico che affolla continuativamente le tribune del palazzetto di casa ed una fame di vittorie infinita, maturata in anni di delusioni.
Certo ha anche un GM con molto polso. Brian Murray ha oggi sollevato l'attuale coach dalle sue mansioni. Il che apre un set di considerazioni tutte nuove.
Un destino certo
Ci asterremo dal commentare un colpo di mano come quello che ha portato Murray a sostituire Paddock con sè stesso.
Brian Murray ha già allenato i Sens dal 2005 al 2007, per poi essere promosso a General Manager lo scorso luglio. I suoi risultati migliori rimangono quelli con i Capitals, che portò negli anni ottanta ad una decina di apparizioni consecutive ai Playoff.
Con il suo ritorno sulla panchina, sembrerebbe cambiare poco. E' come se la permanenza di Paddock fosse stata una parentesi, che il club può assorbire senza contraccolpi.
Ma la notizia è nuova, e gli insider devono ancora sbottonarsi su quale sia il clima in Ontario. I fan dei senatori probabilmente pensano che l'avvicendamento sia quantomeno provvidenziale, e che la sensazione di blocco e affanno giunga ad un termine, ora che la stagione si fa calda.
Un'altra cosa che possiamo solamente intuire è l'ipotesi per cui Murray volesse solamente delegare Paddock alla direzione della squadra sul ghiaccio, prontissimo a subentrargli qualora le cose non fossero andate per il meglio.
Spezza è il primo ad essere stato raggiunto dai giornalisti, ai quali ha dichiarato di non aspettarsi un tale cambio di coach. Sembra anzi non badarci: dobbiamo trovare un modo per vincere, siamo una buona squadra. Niente di più giusto.
Murray dal lato suo, che continuerà ad essere anche GM, afferma di essere convinto della sua decisione, di meditarla già da dicembre, quando i primi segni di imperfezione sfiorarono le giocate dei suoi.
Montreal bussa irriverente al primato di Division, ed allo stato attuale delle cose ci stupiremmo di non trovarla come una delle prime 3 teste di serie a Est. Il rush finale è iniziato, i Senators devono rimettere insieme i pezzi del loro puzzle in un baleno, vivere il fine di stagione con ardore agonistico.
Con serenità , ora come ora, non è possibile.