Richard Hidalgo: la sua mazza è rovente di questi tempi!
Come già mi è capitato di dire parecchie volte, è veramente difficile essere a New York ed essere fieri di camminare per la Fifth Avenue con la maglietta numero 31 di Mike Piazza o quella numero 22 di Al Leiter. Cori calcistici dicono che “Sia che vinca sia che perda…”, e così è per i tifosi dei New York Mets.
Il popolo dei Mets è di gran lunga inferiore alla sterminata legione di Bronx Bombers fans, ma rimane lo stesso fiero, orgoglioso e conscio delle proprie possibilità . Quest' anno per i Mets doveva essere, e probabilmente sarà , un anno di transizione, con qualche giovane promettente, con qualche giocatore in parabola discendente, con qualche giocatore praticamente a fine carriera, con poca chimica di squadra e con pochi soldi da spendere.
Siamo quasi a metà stagione, e la percentuale dei Mets dice .513, a due partite dalla vetta della National League East, nonostante cronici problemi di concentrazione difensiva (ad ogni partita la casella degli errori dei Mets è sempre piena….), nonostante il rendimento discontinuo del bullpen e nonostante la mancanza di un vero e proprio quinto lanciatore partente.
Nel momento in cui vi sto scrivendo i Mets sono reduci dall' esaltante sweep ai danni dei New York Yankees, la squadra numero uno della Mlb, la squadra che dopo un inizio scoppiettante ha dato una impressionante dimostrazione di potenza, nei confronti di qualsiasi avversario.
Lo sweep dei Mets sugli Yankees è stato il primo nella storia delle Subway Series, ed è stato ottenuto con una magistrale prova di carattere e con una impressionante forza offensiva.
11 a 2 nella partita del venerdì, con Kaz Matsui protagonista di una straordinaria prova offensiva, due home run e cinque Rbi.
10 a 9 nella partita di sabato, con un eroico John Franco, vincente con uno strike-out al cardiopalma nel nono inning su Jorge Posada.
6 a 5 nella partita di domenica con un grande Ty Wigginton, 3 su 4 in battuta con due home run fondamentali nel secondo e nell' ottavo inning.
Per i Mets comunque le partite fondamentali cominciano proprio adesso. Dopo aver sweeppato la più forte squadra della Mlb infatti, a cavallo della All Star Game, ci saranno gli scontri diretti della National League East con i Philadelphia Phillies e con i Florida Marlins, quattro serie, due casalinghe e due in trasferta, che diranno tutta la verità sulle ambizioni di playoff dei Mets.
Sono una squadra strana i Mets, una squadra composta da giocatori che a prima vista non sembrano essere affiatati, tutti troppo diversi tra loro e troppo distanti come mentalità , come background e come generazione. Invece tutti gli insiders parlano di un gruppo solidissimo, cementato e fiero, capitanato dal controverso e contestato Art Howe, un coach silenzioso e apparentemente con poco polso, ma che di certo un pò di merito in questa stagione positiva dei Mets ce l' ha. La franchigia del Queens ha una particolarità che sembra essere una particolarità da grande squadra: TANTI MATCH WINNERS.
Vittorie agli ultimi innings sono state siglate, oltre che da Branden Looper e da altri rilievi, da Mike Piazza, Kaz Matsui, Shane Spencer, Todd Ziele, Jason Phillips, Ty Wigginton, Cliff Floyd, Richard Hidalgo. Proprio quest' ultimo è stato la chiave della svolta positiva dei Mets.
Acquisito verso metà giugno dagli Houston Astros in cambio del rilievo David Weathers, Hidalgo non era proprio l' esterno che New York stava cercando di raggiungere, visto che l' obiettivo era chiaramente Carlos Beltran, ma una volta in casacca blu-arancio Richard ha immediatamente dimostrato la sua grande potenza offensiva. Nelle ultime dieci partite Hidalgo batte .406, con 9 Rbi e 6 home run, cifre veramente esaltanti.
Hidalgo è solo l' ultimo tassello di un attacco estremamente pericoloso, che ha ovviamente nell' All Star Mike Piazza (stagione strepitosa la sua, tenendo conto che si ritrova anche a fare i conti con la nuova posizione di prima base, dove ha commesso parecchi -comprensibili- errori, ma dove ha anche dimostrato di essere reattivo e attento) la punta di diamente del line-up di Art Howe, .309 di media battuta, con una propensione a salire di livello quando la partita si fa calda (rimane mitico l' home run da due punti del pareggio al nono inning a Houston, con due out e con due strike sul conto, home run che ha portato alla vittoria dei Mets, alla no-decision per Roger Clemens e che è costato il posto al closer Octavio Dotel), aggiunto al complessivo buon rendimento offensivo di tutti gli altri.
Solidissime le posizioni dell' All Star Tom Glavine, di Al Leiter e di Steve Trachsel sul monte, un pò più traballante quella di Jae Seo, anche se ultimamente sembra dare un pò più di garanzie di continuità . Sempre all' insegna delle “montagne russe” le salvezze di Looper, originali e caratteristiche nel bene e nel male, mentre si è sempre alla ricerca di un quinto partente di qualità .
Matt Ginter sembrava il jolly giusto, una buona Era fino a giugno, poi la implosione, sembra che dalla prossima partita qualcuno prenderà il suo posto. I Mets sono ufficialmente sul mercato per un partente già da un pò di tempo, anche se le risorse disponibili non sembrano avere qualità -prezzo-durata del contratto compatibili. Si parlava di Sele o di Ortiz degli Angels, ma tutto rimane nel limbo.
Il bullpen, paradossalmente, sembra essere decisamente migliorato dopo la partenza di Weathers, tutti scommettevano su Wheeler, su Feliciano e su un maggiore utilizzo di Stanton, mentre si sono confermati solidi due personaggi inaspettati, il capitano John Franco e il nuovo arrivato Josè Parra, protagonisti chiave di alcune delle ultime vittorie dei Mets.
La cronaca nera, come di consueto, riguarda gli errori, vero e proprio e doloroso punto debole. Non è facile allenare la concentrazione o il sangue freddo, e questa dovrà essere la grande sfida per Art Howe, perchè se si diminuiranno sensibilmente gli errori, i Mets potrebbero essere veramente la grande sorpresa della stagione.