Senza capitan Sakic (foto) e Ryan Smyth, saranno tempi duri per la franchigia del Colorado.
“Le disgrazie non vengono mai sole”. Questo modo di dire sta diventanto un vero e proprio tormentone tra i bar di Denver e al Pepsi Center.
Dopo aver perso Joe Sakic per almeno 8-10 settimane a causa di un'operazione ad un ernia, i tifosi degli Avalanche sono costretti a dire addio per un paio di mesi anche al nuovo acquisto Ryan Smyth. Lunedì sera, nella partita persa contro Phoenix, Ryan è costretto ad uscire per un dolore alla caviglia destra. I raggi X hanno decretato il peggio: frattura.
L'assenza dal ghiaccio dei due attaccanti più rappresentativi della squadra, sommata a quella dei vari Tyler Arnason, Kurt Sauer e Cody McCormick (in infermeria già da tempo), renderà la corsa ai play-off della squadra una vera e propria sofferenza.
D'ora in avanti in porta dovranno essere insuperabili, e gl'altri giocatori dovranno esprimersi ai massimi livelli. E anche se ciò accadrà (fantascienza soprattutto per la parte difensiva) sarà molto, molto dura.
La frattura alla caviglia di Smyth è la ciliegina sulla torta di una settimana da dimenticare per Colorado, nella quale ha subito quattro sconfitte consecutive, tre casalinghe, di cui una con il peggior team della NHL (Los Angeles). La scorsa settimana erano primi nella Northwest, ora sono quarti. Hanno rialzato la testa sabato sera vincendo a fatica contro gli Islanders (goal di Svatos in overtime), ma ora inizieranno una road-trip di cinque gare e non c'è proprio da stare allegri: solo Tampa e L.A. hanno fatto peggio di Colorado in trasferta (6-10-3).
Se vogliamo infierire non c'è problema. Stastny, il numero uno della squadra in fatto di punti (44), non segna da 8 gare e ha fatto un solo punto nelle ultime 5. Brunette ha fatto un solo goal nelle ultime 14 partite. Hejduk non ha registrato punti nelle ultime 5 apparizioni e ha fatto solo due goal nelle ultime 11.
In difesa non è che sia meglio. La questione portieri non la tocco neanche, è tutto l'anno che cerchiamo di capirci qualcosa su quei due (Budaj o Theodore) e la loro alternanza tra i pali. Sulla blue-line Liles (14 goal in entrambe le ultime due stagioni) è improvvisamente diventato incapace di offendere. Tanto per farvi capire non segna dal lontano 9 novembre e ha fatto solo due goal in tutto l'anno. Anche Brett Clark ripensa ai suoi 39 punti della scorsa stagione con tanta nostalgia.
Chiudiamo con gli special-team prima di andare oltre. Che la squadra di coach Quenneville sia messa meglio in questo reparto? Figuriamoci. Il penalty-killing è tra i peggiori della Lega (21-esimo con l'80.4%) e i 4 goal concessi nelle ultime due gare perse lo dimostrano ampiamente. Il penalty-killing, difficile da credere, è anche peggio. Con il 13.8% è il terz'ultimo dell'intera NHL.
Può una squadra del genere raggiungere i play-off? Chi sarà l'uomo capace di guidarla alla post-season? Esiste questo giocatore? Staremo a vedere. Intanto a Denver ci si sta rendendo conto di cosa vuol dire giocare senza Joe Sakic.
Ma diamo un occhio al resto della divisione e della Conference. Calgary è finalmente arrivata là dove ad inizio anno aveva programmato di essere: in cima alla Northwest. Daccordo ha giocato più di tutti e ha solo un punticino di vantaggio su Vancouver, ma il morale è alto, il gioco è buono e Iginla è una forza della natura. Le quattro vittorie di questa settimana contro Vancouver, Rangers, San Josè e Los Angeles, dimostrano il momento “hot” dei canadesi. I 7 punti nelle ultime 3 gare (5 goal e 2 assist) di capitan Iginla, lo portano a quota 60 dall'inizio della stagione: il miglior marcatore della Western e il secondo (dietro a Lecavalier) della NHL.
Nella Central, Detroit subisce un inatteso stop lunedì contro Columbus dove, cosa rara da vedere, rimane a secco di goal. Niente paura, il rullo compressore di Hockeytown riprende la sua inesorabile marcia vincendo nettamente le due partite contro Dallas e quella contro Chicago. 10 goal fatti in tre partite e solo 2 subiti. Si celebra così il 78-esimo shutout del buon vecchio Hasek, uno che di stagioni in NHL ne ha già fatte 14 e di partite ben 644. Potrebbe essere l'ultimo…ma anche no.
Nella divisione più ad Ovest di tutte, gli Sharks di San Josè hanno superato e staccato Dallas. Per loro un record di 6-0-1 nelle ultime 7. Non male. Nelle tre partite settimanali il punteggio è stato fisso: 3-2. 3-2 che ha voluto dire vittoria contro Minnesota (goal vincente di un sempre più inguardabile Cheechoo) e contro Columbus (doppietta e goal vincente di un certo Patrick Rissmiller), mentre si sono dovuti arrendere all'overtime contro Calgary.
Ormai siamo a metà stagione e tra poco sarà tempo di fare i primi bilanci. La lotta serrata all'ottavo e ultimo posto utile per la post-season non è ancora iniziata sul serio…ma manca poco. Tra qualche settimana, dopo la pausa per l'All Star Game, il ghiaccio della NHL diventerà incandescente e i due punti in palio ad ogni partita saranno l'unica cosa che conterà . Per tutti.
Ricapitolando
Central Division
I 67 punti con i quali Detroit comanda sono un'enormità . Dietro è lotta all'ultimo sangue: St.Louis (45), Columbus (44), Nashville (42) e Chicago (41) si giocano tutte il secondo posto.
Northwest Division
Calgary scavalca Vancouver e si piazza al primo posto con 51 punti. I Canucks seguono ad una sola lunghezza (50), Minnesota a tre (48) e Colorado a quattro (47). Più staccata e forse fuori dai giochi Edmonton, ferma a 40 punti.
Pacific Division
Qui troviamo San Josè al comando con 52 punti. Dallas al secondo posto con 50, Anaheim è sempre nel limbo di metà classifica (48). Phoenix ha chiuso una buona settimana e rimonta fino a 43 punti. Chiude Los Angeles a quota 32.