Simon: una vita in 30 partite

Più ombre che luci sul futuro dell'ala sinistra degli Islanders

Sabato notte, con 5 minuti e 53 secondi da giocare nel terzo periodo della gara tra New York Islanders e Pittsburgh Penguins, Chris Simon ha nuovamente ceduto alla tentazione di andare sopra le righe.

Schiacciando la caviglia destra di Jarkko Ruutu sotto il suo pattino, ha rimediato una sospensione formale dalla lega che gli impedirà  di tornare sul ghiaccio prima di due mesi, e più precisamente fino alla partita con i Tampa Bay Lightning del 21 febbraio prossimo.
La punizione è la peggiore mai comminata ad un giocatore.

Tornerà ?

Simon non è assolutamente nuovo a tali misfatti. Ha iniziato questa stagione scontando 5 partite di sospensione che chiudevano un periodo di 25 per uso improprio della stecca. Sono riconosciuti i suoi problemi con l'alcool, soprattutto nella parte iniziale della carriera, una carriera che lo ha portato ad una Stanley Cup, con Colorado nel 1996, e due viaggi alle finali, con Calgary nel 2004 e con Washington nel 1998.

Iniziata quindici anni fa, gli ha fatto collezionare un totale di 65 giornate di squalifica, per i più disparati comportamenti violenti e antisportivi. I New York Islanders hanno dichiarato in queste ore che Simon ha bisogno di un periodo di lontananza dal ghiaccio e che il loro attaccante si trova ora al centro di un programma di riabilitazione da droghe o alcool.

Lasciando perdere faccende personali in cui non sarebbero giusto entrare, possiamo limitarci ad esaminare il comportamento della lega.

La NHL ha sospeso Simon per 30 partite, e questo l'abbiamo già  detto. Quello che ancora non abbiamo detto è che questa punizione pare ridicola, vista la recidività  del giocatore da Wawa, Ontario. Per fortuna del giocatore finlandese dei Penguins, la “passeggiata” effettuata sul suo piede non ha avuto serie conseguenze, ma ciò non toglie che le abitudini di Simon siano da condannare fermamente.

Negli stati Uniti la sospensione viene giudicata banale; è opinione condivisa da moltissimi quella che una diffida a vita sarebbe stata una mossa più accurata. In quel modo probabilmente l'hockey ne sarebbe uscito meglio, senza la fama di uno sport in cui le routine violente sono accettate.

C'è chi vede nelle dichiarazioni dello staff newyorkese un “ben servito” al giocatore. Come se ne avessero abbastanza del suo atteggiamento esageratamente agonistico.

Pensiero condivisibile, anche perchè se non si riescono a risolvere problemi gravi come quelli con l'alcool anche dopo una carriera che ti ha portato ad alzare il trofeo più ambito e ti permette uno stile di vita sopra la media, oltre a garantirti il divertimento di giocare a hockey e di fare parte di un Mondo così luminoso, probabilmente è ora che pensi realmente a sconfiggerlo.

Probabilmente non vedremo Chris Simon contro i Lightning a febbraio, e realisticamente non lo vedremo neanche per il resto del 2008. E' ancora presto per pronosticare la fine dei suoi giorni da hockeista, ma certamente la situazione va presa seriamente, soprattutto da lui, e la lega deve gestirla con classe e fermezza.

Una storia sospesa

Dicembre 2007 – 30 giorni – Stomping
Marzo 2007 – 25 giorni – Stick attack
Marzo 2004 – 2 giorni – Kneeing
Gennaio 2004 – 2 giorni – Cross checking
Aprile 2001 – 2 giorni – Elbowing
Aprile 2000 – 1 giorno – Cross checking
Novembre 1997 – 3 giorni – Offese razziali

Questa la fedina penale, come potete vedere sporchissima, di Chris Simon.
L'episodio dello scorso marzo è forse più grave dell'ultimo suo colpo di testa: Ryan Hollweg lo attacca regolarmente alla balaustra, con un intervento molto potente ma regolare; lui la prende male, si alza e atterra l'avversario con un colpo di stecca in pieno volto. Il giocatore dei New York Rangers dichiarerà  di essere contento di stare bene.

Certe cose nella mia opinione dovrebbero essere altamente punibili. Anche solo nel caso del “derby” di marzo meritava una sanzione ben peggiore. Figuriamoci ora che ha ribadito la sua recidività .
Adottando misure più drastiche, di certo la lega non minerebbe la fama dell'NHL, che in ogni caso rimarrebbe una lega per “duri”. Non ci sono attenuanti quindi che impediscano un inasprimento di queste sanzioni.

Nel frattempo Chris Simon potrà  dedicarsi a sconfiggere i suoi fantasmi e le sue dipendenze.

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