#24 – Cam Neely

Cam Neely con il #8 dei Boston Bruins

Cam Neely non ha mai vinto trofei brillanti. Stanley Cup, Conn Smythe, Hart Memorial, Art Ross, nessuno di questi e' presente nella sua bacheca. Nonostante cio' rimane uno di quei pochi giocatori che sono stati capaci di cambiare il gioco. Per intenderci, di questa categoria fanno parte giocatori come Wayne Gretzky, che rese il passaggio un'arte, o Bobby Orr, che creo' il ruolo del difensore offensivo.

Al giorno d'oggi sentiamo ancora i GM e i loro collaboratori dire che al draft hanno bisogno di un giocatore come Cam Neely.

1.85cm d'altezza per 98 chili di peso, Cam Neely seppe definire il ruolo del power forward. Dotato di un tiro molto potente quanto preciso e veloce nel rilascio, Neely e' sempre stato stimato da tutti per la sua voglia di prendere parte anche agli aspetti piu' duri del gioco. Checking, forechecking, colpi, difesa fisica e potenza erano tutte qualita' che il nativo della British Columbia sfruttava al meglio per procurarsi ottime chance e spesso e volentieri far piangere anche i piu' agguerriti portieri e difensori avversari.

Cameron Michael Neely nacque nel 1965 a Comox, cittadina nei pressi di Vancouver, e la citta' della pioggia era nel suo destino.

Cam Neely trascino' i Portland Winter Hawks alla Memorial Cup nella sua stagione da junior rookie nella Wester Hockey League, partecipando alla grande con 56 gol e 120 punti. Portland, guidata da Neely, divento' cosi' la prima squadra statunitense ad assicurarsi il piu' prestigioso trofeo delle leghe giovanili, e lo fece davanti al suo pubblico. Nella finale del torneo Cam Neely registro' un hat trick che comprendeva il gol vincente e fu nominato MVP della serie.

Poche settimane dopo fu la franchigia dei Vancouver a chiamarlo al draft con la scelta numero 9. Vista la sua stellare carriera nelle junior la societa' non tardo' a farlo debuttare l'autunno seguente. Ma i risultati sul ghiaccio tardavano ad arrivare fino alla seconda stagione, in cui Neely fece vedere solo parte di quello di cui era capace segnando 21 gol. Dopo un'altra annata sotto gli standard che lo vide andare in gol solamente 14 volte, Neely fu scambiato con Boston per Barry Pedersen, al tempo una star della NHL nonostante i suoi 23 anni.

Pedersen aveva cominciato la sua carriera nella NHL con tre stagioni consecutive da piu' di 90 punti, rispettivamente 92, 107 e 116. Nel suo terzo anno con i Bruins, le sue grandi doti di playmaker gli valsero 77 assist. Solo Gretzky e Coffey fecero meglio di lui in quella stagione. Insomma, aveva cominciato al contrario di Cam Neely.

Ma una serie di gravi infortuni lo fermarono e fu spedito a Vancouver proprio perche' il GM di Boston non credeva potesse mai tornare ai livelli passati.
Mai scelta fu piu' azzeccata.

Pure se Pedersen rimane ad oggi uno dei quattro Canucks ad aver registrato due consecutive stagioni con piu' di 50 assist, Cam Neely si dimostro' di ben altro valore per i Boston Bruins.

Dal punto di vista della giocabilita', il vecchio Boston Garden era fatto a posta per i giocatori come lui. Dalle dimensioni leggermente sotto gli standard degli altri campi, il Boston Garden permetteva agli attancanti di non dare respiro ai difensori avversari nel forecheck, e dava alle ali in possesso di un gran tiro possibilita' di segnare da ogni punto.

Il talento di Neely venne fuori anche aiutato da queste condizioni. Parte del suo successo e' anche da dare all'allora coach dei Bruins Terry O'Reilly, che nei suoi giorni da giocatore nella stessa Boston animava le folle con i suoi gol, i suoi colpi e le sue risse. Neely avrebbe fatto vedere di li a poco di saper fare le stesse cose che faceva O'Reilly, solo che le faceva meglio.

Nella sua prima stagione in Black 'n Gold registro' 36 gol. L'anno successivo ando' a segno 42 volte in regular season e con 17 punti nei playoff aiuto' Boston ad arrivare in finale per giocarsi la Stanley Cup contro gli Edmonton Oilers di Wayne Gretzky.
Edmonton ebbe la meglio in 5 gare, di cui una sospesa a Boston dopo che la corrente salto'. La gara fu rigiocata a Edmonton e gli Oilers completarono la sweep battendo i Bruins per 4-0. Ma era la prima volta dai tempi di Bobby Orr che non si vedeva hockey convincente dalle party del Boston Garden.

Dopo una stagione per i suoi livelli mediocre con solo 37 gol, Neely mise di nuovo la quarta, registrando due stagioni consecutive da 55 e 51 gol. Nel 1990 guido' i Bruins al miglior record della lega (46-25-9) e nuovamente alle finali di Stanley Cup.

Di fronte c'erano nuovamente gli Edmonton Oilers, questa volta senza Gretzky che nel frattempo era stato ceduto a Los Angeles, e Grant Fuhr che si era infortunato prima della finale. Ma non bastava. Dopo gara 1 vinta da Edmonton in un triplo overtime, Boston non seppe piu' riprendersi e perse la gara seguente, sempre in casa, per 7-2. La vittoria a Edmonton in gara 3 era solo l'ultimo sospiro e due gare piu' tardi, al Garden erano gli Oilers a festeggiare la vittoria finale.

La stagione successiva Neely era determinato a guidare Boston verso la Stanley Cup. Dopo 51 gol nella regular season, suono' la carica nei playoff e Boston si giocava nuovamente il Prince of Wales Trophy. Questa volta, nelle finali di conference l'avversario erano i Pittsburgh Penguins di Mario Lemieux, ma per quanto riguarda Neely, fu molto piu' determinante in quella serie Ulf Samuelsson, con un colpo da molti definito sporco, in gara 3.

"I colpi nell'hockey sono una cosa naturale," dice Cam Neely ricordandosi della sua battaglia con Samuelsson nel 1991. "Quello che ha portato a tutta la serie di problemi al mio ginocchio pero' non e' quello a cui vi riferite. Era un'altra giocata, ed ero io a cercare di colpire lui nell'angolo, lui si e' chinato per coprirsi e la mia coscia e' finita sul suo ginocchio."

Quel colpo, cosi' descritto dallo stesso Neely, era l'inizio della fine della sua carriera. Fine arrivata a causa di una rara condizione, miosite ossificante, che causa il muscolo infiammato a calcificarsi e diventare tessuto osseo.

Neely fu limitato dagli infortuni e gioco' solamente 26 partite nei due anni seguenti, collezionando comunque 24 gol di cui 4 nei playoff.

Ma il ritorno in attivita' sarebbe stato in grandissimo stile. Nella stagione 1993-94 Neely saltuariamente si sedeva nella press box per riposare il suo ginocchio infortunato e giocare solo quando era al meglio. Termino' la stagione ottenendo il record 50in50, ovvero 50 gol in 50 partite. Neely segno' il 50esimo gol nella sua 44esima partita, secondo solo a Gretzky che aveva segnato il numero 50 in 39 gare. Il record di Neely non e' comunque ufficiale, dato che 50in50 significa segnare 50 gol nelle prime 50 gare della propria squadra.

Questa prestazione gli valse l'unico trofeo personale della sua carriera, il Bill Masterton per la determinazione, perseveranza e sportivita' dimostrata nel gioco.

Tutti aggettivi che descrivevano Neely durante una carriera che voleva continuare, dominando il gioco, con una gamba sola.

"Era un giocatore completo. Oggi non c'e' un giocatore cosi, perche' quello era Neely, ed e' per questo motivo che ora e' nella Hall of Fame," commenta cosi' l'ex GM dei Bruins Mike O'Connell. "Sapeva pattinare, colpire, segnare, combattere e proteggeva i suoi compagni. Di solito ci vogliono tre o quattro giocatori per avere tutte queste caratteristiche."

Due anni dopo il Masterton, gli infortuni ebbero la meglio, e il miglior power forward di tutti i tempi fu costretto al ritiro nel settembre 1996 a soli 31 anni. In 726 partite giocate Cam Neely ha segnato 395 gol e 694 punti che gli valsero 4 presenze nell'All-Star Team. Con 55 gol nei playoff, rimane il miglior marcatore della post-season dei Bruins, una squadra che ha visto sfilare Bobby Orr, Phil Esposito, Johnny Bucyk e Ray Bourque. Tutti nomi che fanno compagnia al #8 di Cam Neely in cima al nuovo Boston Garden fra le maglie dei giocatori ritirati.

Cam Neely fu indotto nella Hall of Fame nel 2005, ma e' un Hall of Famer sia dentro che fuori dal ghiaccio.

Se sul ghiaccio seppe definire il ruolo del perfetto power forward, fuori ha dimostrato di essere un perfetto cittadino. Dopo la perdita di entrambi i genitori a causa del cancro, Cam e la famiglia Neely stabilirono la Cam Neely Foundation, un'organizzazione no-profit che, attraverso donazioni, offre ai pazienti malati di cancro e alle loro famiglie un supporto completamente gratuito. Dalla fondazione, la Cam Neely Foundation, ha raccolto piu' di $16 milioni di dollari e aiutato migliaia di famiglie i cui cari erano colpiti dalla malattia.

"Era dotato di talento piu' unico che raro, forza e determinazione che ispirava gli altri giocatori a giocare e a combattere a modo suo: implacabile e inesorabile. Cam Neely era il giocatore che gli altri giocatori avrebbero voluto essere." Harry Sinden, GM autore dello scambio che porto' Neely a Boston, attuale presidente dei Bruins.

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