Sudore e sangue

Jesse Boulerice ora deve scontare 25 giornate di squalifica…

Che l'hockey non sia uno sport per gente che si rotola a terra agonizzante al primo buffetto amichevole è più che scontato. È purtroppo altrettanto evidente che molto spesso si vada oltre i limiti consentiti dal regolamento e, talvolta, dalla legge.

Con il passare degli anni, i giocatori di disco su ghiaccio sono diventati sempre più grossi e sempre più veloci. L'equipaggiamento di protezione, in particolare caschi (un tempo non obbligatori) e paragomiti, è sempre più efficace e dà  l'impressione a chi lo veste di poter uscire incolume da uno scontro con un treno in corsa.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Nelle ultime tre settimane, due giocatori dei Philadelphia Flyers, Steve Downie e Jesse Boulerice, hanno collezionato la bellezza di 45 giornate di squalifica per scontri di gioco di una violenza e una scorrettezza inaudite.

Se il metro (20 giornate) della squalifica inflitta a Downie per la sua carica ai danni di Dean McAmmond degli Ottawa Senators è forse discutibile (Chris Simon aveva preso solo cinque partite di squalifica in più per aver scambiato la testa di Ryan Hollweg per una pallina da baseball), resta il fatto che un ragazzino di 20 anni, con precedenti nelle leghe giovanili, ha pensato bene di mettere a repentaglio la carriera di un collega in una partita amichevole.

Jesse Boulerice, se possibile, ha ancora meno giustificazioni. Sul risultato di 7 a 2 a favore dei Flyers contro i Vancouver Canucks, il 29enne di Plattsburgh (NY) ha frantumato a due mani il suo bastone sul naso di Ryan Kesler. La sua "bravata" è ancora più grave se si considera che nel 1998 aveva rischiato la prigione ed era stato bandito dalla Ontario Hockey League dopo aver quasi ucciso con una bastonata volontaria Andrew Long dei Guelph Storm. Gli episodi citati sono purtroppo solo due recenti gocce di un oceano di violenze che regolarmente vengono a rovinare una delle discipline sportive più spettacolari del mondo.

La triste serie ha inizio con Allan Loney, canadese di Maxville, Ontario, il primo giocatore di hockey a essere accusato di assassinio dopo che una sua bastonata a tradimento uccise Alcide Laurin in una partita del 1905. Loney riuscì poi a far valere la legittima difesa e l'accusa venne ridotta a omicidio colposo.

Da quel giorno, le cronache dalla NHL ci propinano un numero impressionante di casi e di punizioni, dai 500 dollari di multa a Jimmy Mann dei Winnipeg Jets, reo di aver abbandonato la panchina per spaccare la mascella in due punti a Paul Gardner dei Pittsburgh Penguins, al giorno di reclusione inflitto a Dino Ciccarelli dei Detroit Red Wings per aver aggredito a bastonate Luke Richardson, allora ai Toronto Maple Leafs, oggi agli Ottawa Senators.

Il nuovo millennio ha portato in dote due tra gli incidenti più spaventosi e brutali della storia della NHL. Nel 2000, Marty McSorley dei Boston Bruins, ex "protettore" di Wayne Gretzky a Los Angeles, colpisce con la punta del bastone la tempia di Donald Brashear, allora ai Vancouver Canucks. L'immagine del gigantesco atleta di colore che si abbatte all'indietro sul ghiaccio privo di sensi è terribile, ma apparentemente non serve a prevenire nuovi episodi di questo genere.

Quattro anni dopo, la vigliacca aggressione di Todd Bertuzzi a Steve Moore lascia l'attaccante dei Colorado Avalanche esanime sul ghiaccio con tre vertebre fratturate, una commozione cerebrale di terzo grado, uno schiacciamento dei nervi del collo e profondi tagli sul viso. Ed eccoci ai giorni nostri, con l'episodio di cui si rende protagonista Chris Simon dei New York Islanders e quelli citati di Steve Downie e Jesse Boulerice.

Quale rimedio a tanta violenza? C'è chi ha avanzato la proposta di vietare le scazzottate, i cosiddetti fight, ma di sicuro non è questa la panacea di tutti i mali. Pur provocando ferimenti anche gravi, questi incontri pugilistici sono paradossalmente diretti da un codice non scritto e rispettato nella stragrande maggioranza dei casi. Ben difficilmente i colpi proibiti si verificano durante una scazzottata che, anzi, funge spesso da valvola di sfogo.

Piuttosto, la soluzione andrebbe cercata in una Lega che distribuisce giornate di squalifica à  la carte. Detto del fallaccio del pivellino Steve Downie (20 giornate), bruttissimo sì, ma neanche lontanamente paragonabile alla spaventosa bastonata inflitta dal veterano Chris Simon a Ryan Hollweg (25 giornate), come spiegare che Todd Bertuzzi possa scontare la sua squalifica durante lo sciopero della stagione 2004-05, quando comunque nessuno nella NHL sta giocando, limitandosi così a un totale di 23 giornate di assenza dal ghiaccio per una mostruosa aggressione premeditata?

Come spiegare che negli scorsi Play Off, Chris Pronger, già  punito con una giornata di squalifica per una brutta carica ai danni di Tomas Holmstrà¶m, nella serie successiva se la cavi con una sola, nuova giornata di squalifica per una vigliacca gomitata a un innocuo Dean McAmmond? Come spiegare che una carica alle spalle del per altro straordinario Alex Ovechkin ai danni di un Daniel Brière in procinto di abbandonare il ghiaccio per un cambio venga sanzionata con una misera penalità  minore per durezza eccessiva?

Non abbiamo bisogno di certe atrocità , sono più che sufficienti quelle che già  ci propinano quotidianamente la TV e i giornali. Vogliamo parlare della NHL per le reti meravigliose, gli assist illuminanti, le cariche pulite e corrette, le parate mozzafiato e, perché no, le risse che caratterizzano talvolta le partite più accese, purché si mantengano entro i limiti del consentito. Tutto il resto va punito, severamente. Che il colpevole sia vecchio o giovane, straordinario cannoniere o infaticabile lavoratore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Informativa cookie

Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.

Cosa sono i cookies?

Un cookie è un piccolo file di testo che i siti salvano sul tuo computer o dispositivo mobile mentre li visiti. Grazie ai cookies il sito ricorda le tue azioni e preferenze (per es. login, lingua, dimensioni dei caratteri e altre impostazioni di visualizzazione) in modo che tu non debba reinserirle quando torni sul sito o navighi da una pagina all'altra.

Come utilizziamo i cookies?

In alcune pagine utilizziamo i cookies per ricordare:

  • le preferenze di visualizzazione, per es. le impostazioni del contrasto o le dimensioni dei caratteri
  • se hai già risposto a un sondaggio pop-up sull'utilità dei contenuti trovati, per evitare di riproportelo
  • se hai autorizzato l'uso dei cookies sul sito.

Inoltre, alcuni video inseriti nelle nostre pagine utilizzano un cookie per elaborare statistiche, in modo anonimo, su come sei arrivato sulla pagina e quali video hai visto. Non è necessario abilitare i cookies perché il sito funzioni, ma farlo migliora la navigazione. è possibile cancellare o bloccare i cookies, però in questo caso alcune funzioni del sito potrebbero non funzionare correttamente. Le informazioni riguardanti i cookies non sono utilizzate per identificare gli utenti e i dati di navigazione restano sempre sotto il nostro controllo. Questi cookies servono esclusivamente per i fini qui descritti.

Che tipo di cookie utilizziamo?

Cookie tecnici: Sono cookie necessari al corretto funzionamento del sito. Come quelli che gestiscono l'autenticazione dell'utente sul forum.

Cookie analitici: Servono a collezionare informazioni sull'uso del sito. Questa tipologia di cookie raccoglie dati in forma anonima sull'attività dell'utenza. I cookie analitici sono inviati dal sito stesso o da siti di terze parti.

Quali sono i Cookie di analisi di servizi di terze parti?

Widget Video Youtube (Google Inc.)
Youtube è un servizio di visualizzazione di contenuti video gestito da Google Inc. che permette a questa Applicazione di integrare tali contenuti all'interno delle proprie pagine. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook (Facebook, Inc.)
Il pulsante "Mi Piace" e i widget sociali di Facebook sono servizi di interazione con il social network Facebook, forniti da Facebook, Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante +1 e widget sociali di Google+ (Google Inc.)
Il pulsante +1 e i widget sociali di Google+ sono servizi di interazione con il social network Google+, forniti da Google Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Tweet e widget sociali di Twitter (Twitter, Inc.)
Il pulsante Tweet e i widget sociali di Twitter sono servizi di interazione con il social network Twitter, forniti da Twitter, Inc. Privacy policy

Come controllare i cookies?

Puoi controllare e/o verificare i cookies come vuoi - per saperne di più, vai su aboutcookies.org. Puoi cancellare i cookies già presenti nel computer e impostare quasi tutti i browser in modo da bloccarne l'installazione. Se scegli questa opzione, dovrai però modificare manualmente alcune preferenze ogni volta che visiti il sito ed è possibile che alcuni servizi o determinate funzioni non siano disponibili.

Chiudi