Campioni al capolinea?

Alexei Yashin potrebbe far ritorno in Russia

Dopo il sussulto determinato dal passaggio di Sheldon Souray dai Montréal Canadiens agli Edmonton Oilers e dal ritorno ai Carolina Hurricanes di Matt Cullen, l'encefalogramma del mercato NHL è tornato ad appiattirsi.

Le ultime 48 ore hanno fatto registrare una lunga serie di riconferme e un solo trasferimento, quello di Ryan Shannon, centro della quarta linea degli Anaheim Ducks, ai Vancouver Canucks. Per il resto, buona operazione dei Washington Capitals che potranno continuare a contare sulle prestazioni di Brian Sutherby e di Steve Eminger, e ottimo colpo dei Minnesota Wild, che hanno riconfermato Curtis Foster, difensore solido e molto corteggiato, e il gigantesco agitator Derek Boogaard, che alcune voci volevano in partenza per Philadelphia.

I Colorado Avalanche, dal canto loro, riproporranno il grintoso Mark Rycroft, i Chicago Blackhawks l'esperto terzino Jim Vandermeer e i Nashville Predators il disciplinatissimo Vernon Fiddler.

Intanto, con il passare dei giorni aumentano le probabilità  che grandi campioni che hanno contraddistinto l'ultimo decennio di questo sport imbocchino la via del ritiro o, per lo meno, del meno stressante hockey europeo. A fare da apripista ci ha pensato Petr Nedved, che dopo 982 partite e 717 punti con le maglie di Vancouver Canucks, St. Louis Blues, Pittsburgh Penguins, New York Rangers, Edmonton Oilers, Phoenix Coyotes e Philadelphia Flyers ha deciso di tornare in patria, dove vestirà  i colori dello Sparta Praga, squadra nella quale aveva già  militato durante lo sciopero di tre anni fa.

Potrebbero essere in molti a seguire il suo esempio di abbandonare la NHL: Scott Niedermayer ha rivelato ai media che, dopo aver vinto tutto ciò che era possibile vincere, potrebbe essere giunto il momento di dedicarsi alla famiglia. Jeremy Roenick, che probabilmente ha già  giocato le famigerate stagioni di troppo, è allettato da una carriera quale opinionista televisivo, per la quale, detto per inciso, sarebbe tagliato su misura. Teemu Selà¤nne, coronato il sogno di una carriera, potrebbe tornare in Finlandia. Peter Forsberg avrebbe intenzione di giocare in Svezia perché le sue martoriate caviglie non reggerebbero più il peso delle 82 partite previste dalla Regular Season. Alexei Yashin, prima prigioniero di un contratto assurdo e ora con poche offerte sulla scrivania, potrebbe pure prendere l'aereo per la Russia.

L'impressione è che i due campioni degli Anaheim Ducks alla fine decidano di giocare un'altra stagione. In quel caso, il General Manager Bryan Burke avrebbe il suo bel daffare a smantellare un tetto salariale che dopo gli arrivi di Mathieu Schneider e Todd Bertuzzi non riuscirebbe più a integrare gli stipendi di Niedermayer e Selà¤nne.

Diverso il discorso per quanto riguarda Alexei Yashin e Peter Forsberg. Il centro russo non ha mai raggiunto apici tali da giustificare contratti che, chissà  per quale ragione, hanno sempre previsto compensi pari se non superiori a quelli di un Joe Sakic. Il 34enne di Sverdlovsk, sia ben chiaro, ha quasi sempre registrato medie da 70 punti a stagione (con un picco di 94 nel 1999 a Ottawa), ma a livello di azione a tutta pista e di grinta nel gioco alle assi è spesso risultato lacunoso, se non addirittura svogliato.

Sbolognato dai New York Islanders, Yashin si trova nella non invidiabile posizione di conquistarsi un ultimo ingaggio, a 34 anni e, per giunta, in un campionato che solo ora sta iniziando a conoscere la dura vita del tetto salariale. Se limitasse le sue pretese a un ingaggio nell'ordine dei 3 milioni di dollari annui e si accontentasse di un ruolo da centro della seconda linea, ecco che potrebbe diventare l'acquisto perfetto per una squadra in attesa del salto di qualità  decisivo.

Per Peter Forsberg, invece, il problema non riguarda tanto la voglia, quanto piuttosto le condizioni fisiche. Il fuoriclasse svedese è forse stato l'attaccante che più di ogni altro ha unito classe sopraffina a carica agonistica, realizzando reti da antologia e caricando alle assi come l'ultimo dei compagni. Negli ultimi due anni, però, gravi problemi fisici gli hanno impedito di esprimersi ai suoi abituali livelli e gli hanno procurato, in una sorta di micidiale circolo vizioso, altri infortuni di varia natura. I legamenti esterni delle caviglie, infatti, hanno perso elasticità , ciò che comporta un innaturale piegamento delle articolazioni verso l'esterno all'interno del pattino. Forsberg non riesce quindi a imprimere la forza necessaria sul ghiaccio per cambiare repentinamente direzione e, in più di un'occasione, è diventato facile preda dei checker avversari.

Le ultime notizie dalla Svezia lo danno in buona ripresa dall'ennesimo intervento chirurgico. Forsberg potrebbe decidere di recuperare con calma e di rimettersi sul mercato a stagione inoltrata. A quel punto, molte squadre potrebbero dimostrarsi interessate visto che basterebbe corrispondergli la fetta d'ingaggio forfetaria relativa alle partite ancora da disputare.

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