Patrick Kane, prima scelta assoluta del draft 2007
Il giorno in cui si svolge il primo turno del draft è il culmine di mesi e mesi (se non anni) di osservazioni nei quattro angoli del mondo, di relazioni presentate da scout affidabili e agenti furbi, di programmi preparati a puntino e volti a portare una determinata squadra ad alzare il trofeo dei trofei, la Stanley Cup.
Fino all'ultimo secondo precedente la scelta numero uno, le indiscrezioni si susseguono, tra squadre che tentano di scalare posizioni e compagini che accettano di scendere qualche gradino, consapevoli che il giovane talento al quale mirano sarà ancora disponibile in quel momento.
I Phoenix Coyotes e i Vancouver Canucks le tentano tutte per convincere Dale Tallon, General Manager dei Chicago Blackhawks, a cedere la sua prima scelta, ma non c'è nulla da fare. Le offerte non sono abbastanza allettanti e così la squadra dell'Illinois drafta Patrick Kane, piccolo e scattante attaccante dei London Knights (OHL), il secondo americano di fila, dopo Erik Johnson a St. Louis lo scorso anno, a essere selezionato come prima scelta assoluta.
È il turno dei Philadelphia Flyers, ed è praticamente certo che sceglieranno uno tra James vanRiemsdyk e Kyle Turris. Paul Holmgren, il General Manager, segue la tradizione di attaccanti grandi e grossi che hanno vestito la maglia dei Flyers e opta per il primo, potente ala che ha svolto la stagione nell'USNDP, il programma di sviluppo della lega hockeystica statunitense.
Per i Phoenix Coyotes, che avevano tentato invano di accaparrarsi la prima scelta assoluta nel timore che Chicago o Philadelphia scegliessero Kyle Turris, è un colpo di fortuna. Quando tocca a Wayne Gretzky, allenatore della franchigia dell'Arizona, presentarsi sul podio per comunicare la sua scelta, il velocissimo centro della British Columbia Hockey League, da molti considerato il migliore del lotto, è ancora lì.
Con la quarta scelta, ecco la prima sorpresa. I Los Angeles Kings, che già dispongono di Jack Johnson, uno dei difensori nordamericani più promettenti, scelgono Thomas Hickey, un terzino velocissimo che quest'anno ha messo a ferro e fuoco la Western Hockey League. Nessuno, però, aveva previsto la sua selezione prima di quella di difensori più quotati come Keaton Ellerby o Karl Alzner.
L'attesa di quest'ultimo dura una sola posizione, visto che i Washington Capitals chiamano il suo nome come quinta scelta, prima di lasciare il palco agli Edmonton Oilers, una franchigia in piena ricostruzione. Ebbene, la ricostruzione inizierà con Sam Gagner, autore di 35 reti e 83 assist al fianco di Patrick Kane con i London Knights.
Con l'avvicinarsi della settima scelta, il pubblico della Nationwide Arena di Columbus comincia a rumoreggiare. È il turno dei Blue Jackets, che selezionano Jakub Voracek, attaccante ceco degli Halifax Mooseheads (QMJHL), forse l'atleta più vicino in termini di sviluppo fisico e tecnico al salto tra i professionisti.
Dopo la scelta di Zach Hamill, uno degli attaccanti più disciplinati difensivamente, da parte dei Boston Bruins, sul palco si presentano a sorpresa i San José Sharks, che all'ultimo momento hanno convinto i St. Louis Blues a cedere la loro nona scelta, con la quale gli squali chiamano Logan Couture degli Ottawa 67s (OHL), l'attaccante sul quale probabilmente puntavano i Florida Panthers, in possesso della decima scelta.
Le pantere ripiegano quindi su Keaton Ellerby, torreggiante difensore dei Kamloops Blazers (WHL) che, se manterrà le promesse, negli anni a venire andrà a formare una solidissima coppia di giganteschi difensori con il già affermato Jay Bouwmeester.
Mentre i Carolina Hurricanes scelgono il figlio (e nipote) d'arte Brandon Sutter, i Montréal Canadiens il duro difensore Ryan McDonough, i St. Louis Blues Lars Eller, considerato il Forsberg danese, e i Colorado Avalanche il terzino offensivo Kevin Shattenkirk, ci si comincia a chiedere che fine abbiano fatto Alexei Cherepanov e Angelo Esposito, due tra i giovani più promettenti in assoluto del draft.
La prima risposta arriva dopo che gli Edmonton Oilers si ripresentano sul palco per scegliere il difensore Alex Plante e che i Minnesota Wild chiamano il centro Colton Gillies, che secondo pronostico avrebbe dovuto attendere almeno la trentesima posizione per sentire il suo nome: con la scelta numero 17 i New York Rangers convocano Alexei Cherepanov sul palco. Il talento russo, che quest'anno ha battuto il record di punti al debutto nella massima serie custodito da un certo Pavel Bure, non riesce a nascondere un'espressione di sollievo. Evidentemente la mancanza di un accordo sui trasferimenti tra la NHL e la federazione russa ha convinto molte squadre a rinunciare a questo atleta.
Per scoprire la destinazione di Angelo Esposito, che a gennaio era considerato addirittura il miglior giovane, bisogna attendere altre due chiamate: i St. Louis Blues selezionano il difensore Ian Cole e i freschi campioni degli Anaheim Ducks arricchiscono il loro già ben rifornito serbatoio di giovani talenti con il grintoso attaccante Logan McMillan.
Tocca ai Pittsburgh Penguins, che ultimamente hanno pescato piuttosto bene (i nomi Sidney Crosby, Jordan Staal e Evgeni Malkin vi dicono niente?) e il General Manager Ray Shero, incredulo di trovarlo ancora disponibile alla ventesima scelta, seleziona proprio Angelo Esposito.
Il draft prosegue senza particolari sussulti fino alla 24a scelta, con la quale i Calgary Flames (in presenza del nuovo allenatore e guru Mike Keenan) si assicurano Mikael Backlund, considerato il miglior talento europeo dopo Alexei Cherepanov. L'ultimo colpo degno di nota lo mettono a segno i St. Louis Blues, che disponevano di tre scelte al primo turno: in 26a posizione sono ben contenti di trovare ancora David Perron, un marcatore asfissiante alla Samuel Pahlsson, per intenderci.
In generale, il primo turno del draft 2007 ha ribadito i notevoli progressi compiuti dal programma hockeystico americano, con due atleti a stelle e strisce che per la prima volta nella storia occupano le prime due posizioni. Da notare, inoltre, che tra le prime trenta scelte figurano solo quattro europei, uno dei quali (Voracek) gioca ormai da due stagioni in Nordamerica.
Difficile dire chi sia uscito vincitore. Rispetto agli ultimi anni, il menù non proponeva un Sidney Crosby o un Alexander Ovechkin, campioni già pronti a lasciare il segno sul massimo palcoscenico hockeystico. La sensazione è i Phoenix Coyotes abbiano messo a segno un buon colpo con Kyle Turris quale terza scelta, ma occorrerà valutare lo sviluppo del ragazzo, che rispetto per esempio a Patrick Kane ha giocato in una Lega meno competitiva.
Sarà invece interessante verificare se lo scetticismo della maggior parte delle franchigie nei confronti di Alexei Cherepanov e di Angelo Esposito ha consentito a New York Rangers e Pittsburgh Penguins di estrarre il classico coniglio dal cilindro.