Una delle tante, grandi parate di Brodeur…
Se ci limitiamo al primo quarto d'ora di Gara 1, la Lega dovrebbe sospendere i Play Off e consegnare ufficialmente la Stanley Cup agli Ottawa Senators per manifesta superiorità . I senatori aggrediscono gli avversari e lottano per ogni millimetro di ghiaccio. In fase di possesso del disco i cinque giocatori di movimento convergono tutti nel proprio terzo e avanzano quasi in linea, spostando il disco per tutta la larghezza della pista per sbilanciare la collaudata trappola difensiva dei diavoli.
Jason Spezza segna in 5 contro 5, Joe Corvo colpisce in superiorità numerica, Dean McAmmond realizza in inferiorità e, tanto per chiudere il cerchio, Dany Heatley scaraventa il 4 a 0 alle spalle di Martin Brodeur ancora a ranghi completi.
Certo, la difesa dei Devils (gravi errori di Jay Pandolfo e di Brian Rafalski) e lo stesso Martin Brodeur ci hanno messo del loro per agevolare l'esplosione offensiva di Daniel Alfredsson (a proposito, non c'è più traccia del giocatore criticato per essere troppo molle) e compagni, ma il fore-checking a tutta pista e la precisione della manovra dei senatori sembravano davvero tratti dal manuale del perfetto hockeista.
Peccato però che una partita duri 60 minuti. La rete di Travis Zajac sul finire del primo periodo ridà fiato alle trombe dei diavoli che, a loro volta, rifilano una lezione di disco su ghiaccio agli avversari nella seconda frazione di gioco, rientrando prepotentemente in partita con le reti di Brian Gionta (con la complicità di Ray Emery) e Andy Greene (grave indecisione di Mike Comrie).
Quando i tifosi di casa già pregustano il completamento della rimonta, Wade Redden in superiorità numerica li respinge a distanza di sicurezza con la rete che diventa quella decisiva in seguito al gol del solito Zach Parise a una manciata di secondi dalla sirena finale.
I fuochi artificiali di Gara 1 hanno gettato le basi per una Gara 2 tutta da gustare e che, infatti, non ha tradito le attese. I New Jersey Devils pensano bene di non farsi sorprendere nuovamente a passeggiare per la pista, e partono immediatamente con l'acceleratore pigiato. Dopo neanche due minuti Brian Gionta porta in vantaggio la sua squadra con una rete fotocopia di quella realizzata 48 ore prima, con Ray Emery sorpreso sul palo lungo.
Se una rete subita in entrata rischia di mettere in ginocchio qualsiasi squadra, può essere devastante incassare il raddoppio a pochi istanti dalla conclusione del tempo. Ebbene, il gol del 2 a 0 di Sergei Brylin giunge a due decimi di secondo dal ventesimo, anche se le immagini televisive confermano sì la tempestività della segnatura, ma dimostrano pure che al momento dell'ingaggio precedente (a circa 2 secondi dalla fine) il cronometro era partito con un attimo di ritardo.
Ad altre latitudini, dove stampa, atleti e tifosi non conoscono il significato del termine cultura sportiva, una circostanza di questo genere avrebbe scatenato settimane di aspre polemiche. Oltre oceano, invece, gli Ottawa Senators abbassano la testa e rientrano sul ghiaccio per giocare forse il miglior hockey della stagione, schiacciando gli avversari nel proprio terzo come un pugile alle corde.
Una serie di eccellenti interventi di Martin Brodeur ritarda ciò che, con il passare dei minuti, sembra inevitabile. Dopo la prima rete di Daniel Alfredsson, Dany Heatley (fin lì in ombra) sigla il pareggio a mezzo minuto dalla sirena finale, imbeccato da uno splendido assist di Jason Spezza.
Il primo tempo supplementare, giocato a ritmi incredibili, non separa le contendenti, ma in entrata di secondo overtime, l'esperto Jamie Langenbrunner sfrutta un buco difensivo dei senatori per involarsi a tu per tu con Ray Emery e batterlo dopo una finta sul forehand.
Con la serie che si trasferisce nella capitale canadese per Gara 3, in programma lunedì notte, entrambe le compagini hanno buoni motivi per essere ottimisti. Gli uomini di Bryan Murray hanno giocato tre tempi praticamente perfetti, il primo di Gara 1 e il secondo e il terzo di Gara 2.
I protetti di Lou Lamoriello, invece, seppure a sprazzi hanno ritrovato il loro gioco preferito, quello disciplinato, volto a ridurre al minimo i rischi. Sono consapevoli di dover strappare un successo a Ottawa: se Brodeur fa il Brodeur, tutto è possibile.