Tim Thomas, portiere dei Boston Bruins…
La partita
Quando l'anno scorso Gary Bettman, il commissario generale della NHL, ha introdotto le nuove regole volte a favorire la fase offensiva combattendo agganci, trattenute e ostruzioni, probabilmente aveva in mente una partita come quella del 2 marzo tra Buffalo Sabres e Montréal Canadiens. Una partita da mani nei capelli: gli spettatori per il continuo susseguirsi di emozioni, gli allenatori per la disperazione.
Tredici reti, molte di ottima fattura, occasioni a getto continuo e tappeto rosso ad accogliere gli attaccanti avversari. Alla fine, come spesso accade in questo genere di partite, ha avuto la meglio la compagine che può disporre del maggior numero di sbocchi offensivi, in questo caso i Buffalo Sabres.
Malgrado le numerose assenze e con un Dainius Zubrus ovviamente non ancora inserito negli oliatissimi meccanismi di Lindy Ruff, le sciabole di Buffalo hanno trovato produzione alternativa in Michael Ryan (2 reti, le prime in carriera), Derek Roy (1 gol e 3 assist) e Teppo Numminen (1 gol e 2 assist).
Fino a metà del terzo periodo, i canadesi sono riusciti a rispondere al fuoco dei Sabres, ma quando Drew Stafford ha messo a segno la rete del 7 a 5, Saku Koivu e compagni non sono più stati in grado di rifare superficie e hanno dovuto incassare anche l'8 a 5 a porta sguarnita di Thomas Vanek, pure lui autore di una doppietta.
In vista dei Play Off, i Buffalo Sabres dovranno aggiustare le falle difensive. Quando si farà sul serio, ben difficilmente si assisterà ad altre partite da porte aperte e tre o quattro reti dovranno bastare per vincere una contesa. Per quanto riguarda i Montréal Canadiens, il discorso è più semplice. Giocando in questo modo, i Play Off li guarderanno dal divano di casa.
Il protagonista
Se a Boston la fiammella della speranza non si è ancora spenta, questa settimana buona parte del merito va a Tim Thomas, un portiere molto poco convenzionale nello stile ma che, con costanza di rendimento, ha saputo pian piano ritagliarsi il suo spazio dopo un lungo girovagare nelle leghe minori e in Europa.
Gli impegni settimanali sono iniziati il 1° marzo in casa contro i Philadelphia Flyers, una squadra ringalluzzita dagli scambi operati alla Trade Deadline. Ebbene, se il tabellino nudo e crudo riporta una sconfitta per 4 a 3 al supplementare, il prezioso punticino incamerato è tutto del 33enne portiere statunitense, lasciato completamente allo sbando dalla sua difesa ma capace di respingere qualcosa come 51 tiri.
Va molto meglio due giorni dopo, nello scontro diretto contro i Montréal Canadiens. Le conclusioni a rete questa volta sono "solo" 32 e la saracinesca di Thomas si apre solo per l'immancabile staffilata di Sheldon Souray.
Dopo una giornata di riposo, durante la quale la riserva Joey MacDonald, appena pescato da Detroit, si toglie la soddisfazione di vincere contro i New Jersey Devils, Thomas torna in porta il 6 marzo contro i Colorado Avalanche, un'altra compagine alla disperata ricerca di punti. L'estremo difensore dei Bruins fa appieno il suo dovere, incassando solo la rete di Brett Clark (quella di Milan Hejduk è a porta sguarnita negli ultimi secondi), ma è tradito una volta di più dai compagni, questa volta da attaccanti colpiti da un'improvvisa sterilità .
La rete
Quando si parla di slapshot, si pensa a Sheldon Souray, a Chris Pronger, a Zdeno Chara o ad Al McInnis, volendo tornare indietro di qualche annetto. A difensori, insomma, che quando si trovano sulla linea blu non si fanno pregare e cannoneggiano senza pietà per i poveri portieri.
Ma Dany Heatley, come Brian Rolston in altre occasioni, ha dimostrato che il tiro potente non è una prerogativa dei difensori, anzi"
Il 2 marzo si gioca la sfida tra Ottawa Senators e Atlanta Trashers. Sul risultato di 1 a 1, i senatori manovrano in Power Play. Jason Spezza recupera il disco nell'angolo e lo passa sulla blu a Wade Redden, che serve Dany Heatley, appostato lungo la balaustra, in posizione apparentemente inoffensiva.
Jean-Pierre Vigier, preoccupato di chiudere le linee di tiro ai difensori Wade Redden e Tom Preissing, consente all'ala destra numero 15 di avanzare, di avvicinarsi al punto d'ingaggio sulla destra di Kari Lehtonen e di scaricare uno slap di violenza inaudita che l'esterrefatto portiere finlandese non vede neanche passare.
Lo spunto
Nella vittoriosa partita del 3 marzo contro i Toronto Maple Leafs, i Buffalo Sabres hanno dovuto schierare ben sei giocatori richiamati da Rochester (AHL) per far fronte al lungo elenco di infortuni.
Togliendo Drew Stafford, selezionato con la 13a scelta nel 2004, gli altri hanno dovuto attendere la 32a (Michael Ryan nel 1999), la 74a (Clarke MacArthur nel 2003), la 176a (Patrick Kaleta nel 2004), la 202a (Nathan Paetsch nel 2003) e la 207a chiamata (Mark Mancari nel 2004) per essere scelti. Gli scout delle sciabole meritano indubbiamente un grande applauso.
La curiosità
Quando il 3 marzo le telecamere inquadrano Carlo Colaiacovo che lascia la panchina dei penalizzati dopo che Drew Stafford ha appena segnato in Power Play per i Buffalo Sabres, il labiale ci conferma che il difensore dei Maple Leafs conosce qualche parola di italiano"
Le ultime
Brutta commozione cerebrale per Tomas Kaberle, travolto in prossimità della balaustra da una carica a gomito alzato e ritardata dell'agitator dei New Jersey Devils, Cam Janssen. Commento di Darcy Tucker: "È triste perdere il miglior difensore a causa di uno che gioca 2 minuti a partita".
La classifica
Buffalo 93
Ottawa 82
Toronto 73
Montréal 72
Boston 69