Martin St. Louis, decisivo contro Atlanta…
Lo sprint verso la post-season è lanciato: i Lightning sembrano la squadra che ha più resistenza e confermano l'ottimo periodo; i Thrashers, dopo l'avvio a razzo, pare abbiano un preoccupante fiatone; gli Hurricanes fanno strappi micidiali alternati a crisi preoccupanti; i Panthers, partiti lentissimi, cercano (forse invano) di riagganciarsi al treno. Peccato per i Capitals, ormai tagliati fuori dopo una partenza da "cuore oltre l'ostacolo". Vediamo nel dettaglio com'è andata la settimana!
Tampa Bay Lightning (36-25-4, 76 punti)
Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare: questo potrebbe essere il motto di coach Tortorella che nel momento clou della stagione ha messo il turbo e vola spedito verso i playoff con i suoi Lightning. Certo, la settimana passata non è stata impeccabile ma 5 punti su 8 sono comunque un bottino buono, visti e considerati anche gli avversari affrontati. La vittoria alla Philips Arena di Atlanta, ad esempio, è stata pesantissima: match intenso deciso all'overtime da un gol di St.Louis dopo che i 60 minuti s'erano conclusi 4-4 (gol di Perrin, LeCavalier, Richards e Roy). Nona vittoria esterna nelle ultime 11 trasferte, 5-2 per i Bolta la serie tra le due franchigie e grande reazione dopo un primo periodo pessimo. Contro i Bruins, però, il black-out: Boston espugna Tampa Bay con un secco 6-2 e l'allenatore dei fulmini si dà tutte le colpe per la prova opaca dei suoi. Denis e Holmqvist appannati, in gol due difensori, al secolo Boyle e Kuba.
Contro i caldi Penguins la riscossa di un team orgoglioso che non vuole perdere troppo: Pittsburgh viene schiantata 5-1 e le vittorie consecutive contro il team della Pennsylvania diventano 12, con Tortorella giunto alla 200esima vittoria da allenatore dei Lightning. Ottima prestazione corale con in gol 5 giocatori diversi: St.Louis, Kuba, Ranger, Richards e LeCavalier, quest'ultimi in hot-streak da 8 partite. Rispettata la tradizione positiva contro i Pens, ecco che i Bolts pensano bene di rispettare anche quella negativa contro gli Stars, vittoriosi in Florida nelle ultime 10 visite: Dallas espugna il St.Pete Times Forum giocando nettamente meglio ma Tampa riesce comunque a conquistare un prezioso punto. Uno a uno dopo 60 minuti (gol di Richards che nelle ultime 9 partite ha fatto 4 gol e 12 assist), alla fine decide Nagy che chiude così un febbraio magico per la squadra texana (17 punti su 22).
Nelle ultime 23 partite Tampa Bay ha collezionato ben 17 vittorie e appena 6 sconfitte, di cui 2 all'overtime. Regolarizzati gli special teams e ritrovato quel trio che se in forma fa male su tutti i rink, beh, questa squadra può aspirare a diventare una seria candidata al titolo che, tra l'altro, giunse inaspettatamente appena 3 anni fa. Tra le operazioni di mercato spicca solo quella che ha portato Nikita Alexeev a Chicago in cambio di Karl Stewart (l'altra transazione ha riguardato Coleman che va ad Anaheim in cambio di Rullier). Inutile stravolgere un team con meccanismi ben oleati e con un condottiero che io personalmente stimo molto: stiamo alla finestra e gustiamoci questo finale di stagione, ci sono i Lightning che ce ne faranno vedere delle belle!
Atlanta Thrashers (32-23-10, 74 punti)
La paura fa novanta e se non hai esperienza o se semplicemente devi sfatare un tabù, beh, tutto si complica maledettamente. Le qualità dei Thrashers non si discutono ma il non aver mai fatto i playoff può essere un'arma a doppio taglio dacché la squadra sta temendo di buttare all'aria una stagione intera. Contro i Lightning, match di assoluta importanza, alla fine la squadra di coach Hartley ha dovuto mollare dopo una partenza ottima: McCarthy, Belanger, Boulton e Hossa hanno spinto Atlanta ma non è stato abbastanza. E' arrivata così la quinta sconfitta nelle ultime 6 partite, con Hedberg che al secondo start di fila non ha ripetuto la buona prestazione precedente, sconfitta mal digerita da Belanger che ha parlato di fortuna degli avversari.
Contro gli Hurricanes, i georgiani hanno toccato uno dei punti più bassi della stagione: 4-1 senza appello tra le mura amiche, quinta sconfitta casalinga di fila e nona nelle ultime 13 in totale. Il gol di Exelby in inferiorità numerica è stato un episodio in una gara in cui gli ospiti hanno avuto più fame, trascinate anche da un Williams superlativo. Non è finita, però, fino a che non è finita e il colpo di coda contro i Bruins dimostra quanto questi Thrashers tengano ad arrivare sino in fondo: 3-2 sudatissimo contro una squadra in palla, gol di Mellanby, Belanger e Hossa, sfruttando quasi chirurgicamente un powerplay che ultimamente aveva fatto cilecca. La 18esima vittoria esterna della stagione è un record per questa giovane franchigia che centra il terzo successo su tre quest'anno contro Boston.
La paura di gettare alle ortiche quanto di buono edificato fino a questo punto ha portato la dirigenza georgiana a scandagliare il mercato e prima della deadline del 27 febbraio alla Philips Arena sono arrivati giocatori esperti e in grado di reggere psicologicamente: il sempre affidabile difensore Zhitnik da New York (sponda Isles), l'esperto Tkachuk da St.Louis e il buon Dupuis dai Rangers, tre innesti che hanno dovuto far partire Coburn, Metropolit e Bourret. Senza dubbio pedine importanti per fare lo sprint finale per una squadra a corte di fiato e di idee. Marian Hossa ancora porta la carretta con dignità (2 gol e 2 assist nelle tre partite descritte) ma era evidente che la benzina era finita. Con nuova linfa i playoff possono ancora essere facilmente raggiungibili anche perché, se la stagione finisse ora, i Thrashers sarebbero tra le otto. In bocca al lupo!
Carolina Hurricanes (32-27-7, 71 punti)
Carolina è il prototipo della squadra che a inizio marzo sa di avere la stagione nelle proprie mani: fortune o disgrazie dipenderanno solo dalla voglia dei giocatori di combattere su ogni puck. Perché loro sono pur sempre i campioni in carica e hanno i numeri per poter raggiungere la post-season. Contro i Flyers, fanalino di coda ma sempre ostica ai Canes, dura battaglia decisa in penalty killing da un gol in overtime di Wesley, dopo appena 16 secondi: è il primo gol dopo 82 partite per il blue-liner. I tempi regolamentari s'erano chiusi sul 2-2 grazie alle reti di Ladd e Brind'Amour, quest'ultimo per la dodicesima stagione (su 18) a quota 20 gol. Contro i Thrashers poi, vittoria esterna pesantissima con un risultato rotondo e appagante: nel 4-1 alla Philips Arena v'è lo zampino di un grande Williams (doppietta), ma anche di Commodore e Whitney, anch'essi a segno, e di Grahame, alla seconda vittoria consecutiva.
Il back-to-back contro Ottawa ha però sgretolato un po' di autostima di coach Laviolette e soci: la prima sfida fra le due franchigie s'è consumata all'RBC Center e alla fine l'hanno spuntata gli ospiti vittoriosi per 2-4; in vantaggio alla seconda sirena per la 25esima volta quest'anno, Carolina perde la sua seconda partita subendo la rimonta nell'ultimo terzo. Inutili quindi i gol di Staal e Vasicek così come infruttuoso l'esordio di Carter in linea con Whitney e Staal: si porta via i due punti l'ex Gerber, l'anno scorso protagonista nella regular season proprio con gli Hurricanes. Nella rivincita, in terra canadese, va ancora peggio: Emery, scontata la squalifica, torna sul ghiaccio in gran forma e alla fine i suoi Sens vincono 2-0 per il quinto shutout in carriera del goalie. Powerplay disastroso, con zero gol su 8 occasioni, Ward bravo ma non impeccabile e Williams che un paio di volte s'è dovuto inchinare al portiere avversario: tutto questo ha portato alla sconfitta, con Ottawa autrice di 17 punti nelle ultime 9 partite!
Di sicuro gli Hurricanes non devono perdere la calma proprio ora; certo è che se riuscissero a sfruttare meglio il powerplay, davvero deficitario nell'ultimo periodo, tutto sarebbe più facile. Il nuovo acquisto si chiama Anson Carter, giunto da Columbus in cambio di una misera quinta scelta, oltre a Vasicek, il condor ceco che è tornato alla base, giunto da Nashville per il simpatico Belanger (ora ad Atlanta). Nessuna smobilitazione dunque, Laviolette crede nei suoi uomini e spera che il periodo nero degli infortuni sia alle spalle (attualmente solo Erik Cole è ufficialmente in injury list): bisognerebbe però evitare questo sali e scendi in termini di risultati (nelle ultime 11 partite 6 vittorie e 5 pareggi, proprio come a inizio anno). Dunque forza e coraggio Carolina, la corsa per i playoff è appena cominciata!
Florida Panthers (25-26-13, 63 punti)
Anche i giocatori lo sanno: i Panthers pagano lo scotto di una partenza col freno a mano tirato e non serve a tanto mettere la quinta a gennaio inoltrato. La cosa bella è che però questa squadra ci crede sempre anche se a livello emotivo cede nei momenti chiave: contro i Penguins, ad esempio, è giunta l'ennesima sconfitta nell'extra-time dopo 60 minuti tirati e di qualità . Vince Pittsburgh 2-1 all'overtime (seconda vittoria dei pinguini contro le pantere nelle ultime 10 sfide fra i due team) grazie al gol di Armstrong che rende inutile il gol del pareggio di Kolnik in una partita in cui i veri protagonisti sono stati i due goalie: grande Belfour ma superaltivo Thibault che non ha fatto rimpiangere Fleury.
Contro i Bruins, reduci da 4 vittorie di fila, i Panthers decidono di far valere la tradizione positiva e battono per la sesta volta in altrettante sfide Boston (la cui ultima vittoria contro Florida risale al novembre del 2005): solo quest'anno la squadra di coach Martin ha vinto per ben 4 volte con un parziale di 24-10. Il risultato della partita di questa settimana è stato un rotondo 7-2 con una partita perennemente in pugno per Florida, andata in gol con Peltonen, Horton, Weiss, Jokinen, Gelinas e due volte Gratton, il tutto condito dall'ennesima partita determinante di Belfour. E contro i Caps, nella sfida fra le cenerentole, i Panthers sfatano anche il tabù shootout, vincendo dopo 7 sconfitte su 7 ai rigori: il gol decisivo è stato di Stumpel dopo che il 65 minuti s'erano chiusi sul 5-5 con tripletta di Jokinen, gol di Kolnik e di Weiss in una partita caratterizzata da molti errori. Quarta vittoria di fila per Florida contro Washington (23-12 il computo delle reti in tale striscia).
Due vittorie su 14 occasioni in cui il match s'è prolungato oltre la terza sirena: 6-7 vittorie in più avrebbero significato altrettanti punti in più e Florida a quest'ora potrebbe ancora lottare per i playoff. Certo è che i giocatori non hanno mollato l'idea di fare il miracolo ma per quanto si possa essere ottimisti, pare piuttosto difficile in una rimonta del genere. E intanto si muove il mercato, come del resto quello di tutte le squadre NHL: vanno via da Sunrise Bertuzzi (a Detroit), Roberts e Kwiatkowski (entrambi a Pittsburgh), in cambio di Matthias, Welch e una quarta scelta. Se ne vanno dunque due giocatori offensivi che hanno avuto parecchi, se non troppi, problemi fisici quest'anno e un difensore, ex Caps, che ha sempre svolto il suo compitino senza strafare. Vedremo come si concluderà la stagione di questa coriacea squadra.
Washington Capitals (24-29-11, 59 punti)
Un applauso per i Caps che quasi definitivamente abbandonano il palcoscenico e abbandonano la stuzzicante idea di partecipare alla post-season; la squadra dell'ambizioso patron Ted Leonsis era partita più che bene ma il nuovo anno ha sancito un crollo psichico-fisico ed è così che le ultime partite non saranno che una vetrina per giocatori dal sicuro avvenire. Eppure Washington s'è levata la soddisfazione di vincere contro i Devils, grazie a un match ben impostato da coach Hanlon e a tanta attenzione in neutral zone. Dopo 5 sconfitte consecutive (e 6 contro New Jersey) i Capitals vincono 4-2 grazie ai gol di Jurcina, Semin, Pettinger e Fleischmann, quest'ultimo al suo primo gol stagionale, rovinando così la 32esima partita da titolare di fila per l'immortale Brodeur.
Il goalie più forte della lega si prende una pausa nella rivincita che i Devils si prendono al Verizon Center e dopo 11 mesi il back-up meno impiegato della lega, Clemmensen, vince la sua prima partita stagionale; ancora una buona partita dei capitolini che devono inchinarsi alla squadra di coach Julien, chiaramente più marpione. 3-2 il risultato finale con game-winning di Langenbrunner con Pothier in panca puniti: per i Caps gol di Laich e di Ovechkin, a segno dopo 5 partite di digiuno. E contro i Panthers Washington conferma la sua tradizione stagionale negativa, perdendo la quarta partita di fila contro le pantere e lo fa, come di consueto, agli shootout: sbagliano Ovechkin e Semin e guadagnano un solo, inutile, punto. Il tempo regolamentare, caratterizzato da molti errori anche nei passaggi più banali, s'era chiuso con uno spettacolare 5-5 grazie ai gol di Sutherby, Beech, Laich e, due volte, Ovechkin.
La squadra ha messo i remi in barca e aspetta che il vento la sospinga fino a riva; in questo senso vanno anche inquadrate le illustre cessioni che hanno portato Zednik agli Islanders (per una seconda scelta al prossimo draft), Zubrus ai Sabres (per Jiri Novotny), Heward ai Kings (per una scelta condizionale al draft 2008) e Nycholat ai Senators (per Hedlund e una sesta scelta). Mosse che vogliono dire bandiera bianca e che sanno di pianificazione per il futuro; il presente però dice che mancano ancora un mese e qualcosa di partite e che questa squadra dovrà impegnarsi per dar filo da torcere alle avversarie. Aspettando il ritorno di Kolzig che, ricordiamolo, si è infortunato 10 giorni fa in allenamento, Johnson e Cassivi possono impratichirsi senza la paura del risultato e Ovechkin può migliorare i suoi numeri confermando la sua eccezionale verve sottoporta. Forza Caps, giocatevela ancora!