SouthEast Division: Report #17

Coach Laviolette deve dare una scossa ai suoi Hurricanes

Ritornati dalle vacanze o dalla passerella di Dallas, i protagonisti della NHL non si sono risparmiati benché alla fine nessuna delle squadre del Sud-Est ha fatto il cappotto. Atlanta è quella che ha raccolto di più, ben 4 punti su 6 avuti a disposizione, quindi Tampa Bay e Florida, autrici di una vittoria e di una sconfitta. Carolina e Washington si spartiscono la posta nel back-to-back tra di loro, salvo poi perdere entrambe in terra canadese. Vediamo nel dettaglio, come nostra consuetudine, come è andata in questa diciassettesima settimana di hockey sul ghiaccio nordamericano!

Atlanta Thrashers (29-16-8, 66 punti)
La volata ai playoff è lanciata e Atlanta sa che l'appuntamento con la storia non è mai stato così vicino come quest'anno; dodici mesi fa registrava un calo dopo un avvio promettente, ma in questa stagione è stata tutta un'altra storia. E' così anche dopo la parata di stelle di Dallas, il team non accetta flessioni e conquista due vittorie su tre, entrambe dopo 60 minuti finiti in parità . La prima contro gli Islanders, asfaltati già  dopo 5 tiri: colpa di un Di Pietro non impeccabile e dei gol di Hnidy, Kovalchuk e Sim. Con Dunham in porta però i newyorkesi tornano impetuosi, complice anche un infortunio di Hossa che lo costringe a saltare tutto il secondo periodo; per la gioia della Philips Arena, però, lo slovacco torna all'inizio dell'ultimo terzo e dopo 19 secondi va in gol e, sul 4-4 e all'overtime, Kovalchuk mette la parola fine a un match intenso e emozionante.

Nella terza partita su 6 che i georgiani dovranno giocare in casa la squadra di coach Hartley, si arrende ai Flyers, che evitano così la sconfitta consecutiva numero 10; protagonista indiscusso il goalie finlandese Niittymaki che giunge così alla quinta vittoria consecutiva contro i Thrashers (che in generale non hanno un tradizione positiva contro Philly, vittoriosa anche nell'altra sfida fra le due franchigie). Finisce 2-1 per gli ospiti (in gol solo Kovalchuk), complice anche un powerplay disastroso di Atlanta (0-6). Ed è proprio grazie allo special team di powerplay che la capolista della SouthEast Division batte una rivale per il secondo posto nella Conference, i Devils; partita vibrante che termina con 40 tiri a testa e si decide solo agli shootout (gol fortunoso di Kozlov e Hossa). Ottimo powerplay, come detto, dei padroni di casa contro dei Devils solitamente tosti in inferiorità  e ancora grande Kovalchuk, autore di una doppietta (in gol anche Havelid e Metropolit).

Si chiude così una settimana tutto sommato positiva anche se le avversarie dei Thrashers non sono mai andate via dalla Philips Arena (presumibilmente il luogo del prossimo All Star Game) a mani vuote; le vittorie contro Isles e Devils, comunque, hanno significato molto se non altro perché hanno regalato 4 punti pesantissimi in vista della corsa playoff, ormai quasi una certezza. La costanza dei Thrashers, infatti, merita una grande post-season, anche in virtù dell'assidua presenza sui tabellini di gente come Hossa, Kozlov e soprattutto Kovalchuk; il russo ha segnato ben 6 gol nelle ultime 4 partite, tutte sotto gli occhi dei propri tifosi, e non ha lesinato giocate di gran classe. Non impeccabile Lehtonen, 10 gol subiti in meno di 100 tiri, da rivedere anche gli special teams. Ma tant'è, l'appuntamento con la storia dista meno di 30 partite!

Carolina Hurricanes (26-21-6, 58 punti)
Non un buon periodo per i campioni in carica che si ritrovano a fare i conti con una classifica che inizia a vacillare e che contano 4 sconfitte nelle ultime 5 partite; tanti buoni top-scorer non bastano a una squadra che a volte si adagia psicologicamente e che sembra dover fare affidamento su un ragazzo del 1981 alla prima vera stagione da assoluto protagonista. Justin Williams infatti, al ritorno dal suo primo All Star Games di Dallas, non ha lesinato altro buon hockey contro i sofferenti Capitals: realizza 2 gol e 1 assist e con l'aiuto del compagno di linea Whitney (1 gol e 3 assist) aiuta i suoi a battere i capitolini con un secco 6-2. Partita contraddistinta da un Johnson (backup goalie di Washington) non in gran serata con Brind'Amour, Stillman e Staal, oltre ai due succitati, approfittarne nonostante un powerplay al limite del ridicolo (0-9). L'inedita rissa tra Walker e Clark completa la cronaca di una bella serata di hockey all'RBC Center.

E come consuetudine ancora festival del gol nel re-match, la sera dopo, contro i Caps che tra le mura amiche battono dei Canes davvero imbarazzanti: molli e quasi soddisfatti della vittoria della sera prima (come notato anche da coach Laviolette) regalano tre gol (tutti e tre unassisted!!!) ai Caps che ne approfittano per andare poi a vincere 7-3. Ancora in gol Williams e 100esimo centro in carriera per il buon Cole, ma non basta. Va ancora peggio, poi, contro i Maple Leafs che sovrastano gli uragani sia sul piano fisico che su quello tecnico: finisce 4-1, anche se sullo 0-0 Belanger poteva sfruttare meglio un penalty shot accordato a suo favore e sventato da Raycroft. Partita caratterizzata dal ritorno di Wallin nel line-up (con Cole fuori per un infortunio non meglio precisato) e dalla doppietta di Antropov (che non ha fatto rimpiangere gli assenti Tucker e Peca) con l'unico gol degli Hurricanes siglato da Whitney.

L'ex Paul Maurice ha dato una lezione estemporanea di hockey a Laviolette che non è tipo da tenersi 2 sconfitte di fila con 11 gol subiti; di sicuro avrà  strigliato i suoi giocatori che stanno buttando lentamente alle ortiche una stagione fino ad ora buona: i Lightning, a lungo quarti nella Division, sono indietro solo di 2 punti e con una partita in meno, e il nono posto nella Conference è praticamente a due passi. Encomiabile l'apporto di Williams (3 gol e 1 assist contro i Caps) ma, in generale, l'impressione è che la squadra stia adagiandosi troppo e anche i terzi periodi, marchio di fabbrica di una squadra che usciva alla distanza, non sono più l'arma nascosta di Brind'Amour e soci. Ora, comunque, la difesa dovrebbe ristabilirsi con Wallin e con l'inserimento completo di Seidenberg, acquistato da Phoenix, non ancora su livelli accettabili nonostante 1 gol e 4 assist in 9 gare. La prossima sfida, quella contro i Lightning, ha il sapore di un dentro o fuori, quanto meno simbolico!

Tampa Bay Lightning (27-23-2, 56 punti)
Due partite soltanto per i Lightning e bottino mezzo pieno, ma comunque la lotta per giungere ai playoff è quanto mai viva e non pare che Tampa voglia arrendersi tanto facilmente. Contro i Devils, comunque, non c'è stato niente da fare per le bocche di fuoco dei fulmini con St.Louis e LeCavalier che entrambi interrompono una striscia che durava da dieci e più partite: ovviamente Brodeur ha fatto l'ennesimo shootout in carriera (n=89), raggiungendo la vittoria numero 30, traguardo tagliato ormai per l'11esima stagione di fila. Gionta e Pandolfo, a porta vuota, sono i marcatori di una partita non esaltante ma godibile che alla fine ha consegnato a coach Tortorella la seconda sconfitta per i suoi ragazzi nelle ultime 9 partite.

Va decisamente meglio al Wachovia Center di Philadelphia dove i padroni di casa incappano nella 11esima sconfitta di fila tra le mura amiche e Tampa, invece, conquista la sesta vittoria consecutiva lontani dalla Florida. Partita non facile contro il fanalino di coda della Eastern Conference capace di forzare il match, finito 3-3 dopo 65 minuti, fino agli shootout: i gol nei tempi regolamentari sono stati siglati da St.Louis, da Fedotenko e, a meno di 8 minuti dal termine, da LeCavalier. Lo stesso centro dei Bolts ha poi siglato contro Esche lo shootout decisivo (6 vittorie ai tiri finali per i fulmini e 1 sola sconfitta quest'anno) con una tecnica originale: variando la velocità  di corsa durante l'avvicinamento alla gabbia avversaria.

Dopo un avvio difficile e un quarto posto che pareva tediare oltremodo le ambizioni di questa squadra, pare proprio che Tampa abbia trovato la quadratura del cerchio. Certo, la via per i playoff è ancora impervia, ma Tortorella ha i mezzi e il carisma per non far abbassare la guardia ai suoi giocatori. E, perché no, utile sarà  anche l'intelligenza, come quella che sta usando la squadra per ovviare agli evidentissimi limiti in penalty killing: per evitare di subire troppi powerplay gol i giocatori, infatti, limitano al minimo le penalità  facendo risultare così i Lightning la squadra con meno PIM dell'intera lega (521 minuti in 52 partite). Menzione d'onore, infine, ad Holmqvist: partito da portiere di riserva a Denis ha conquistato la fiducia dell'ambiente esaltandosi dapprima negli shootout (in cui non ha subito neanche un gol!) e garantendo poi buone prestazioni anche nei 60 minuti. Bravo.

Washington Capitals (21-23-7, 49 punti)
Coach Glen Hanlon non può rimproverarsi molto anche se viene il dubbio che la condotta psicologica dei Capitals non sia stata impeccabile. Fino a un paio di mesi fa questa squadra, seppur a fatica, è riuscita a togliersi grandi soddisfazioni, mentre negli ultimi 40 giorni ha inanellato una disfatta dietro l'altra, interrotta da piccoli e rari sprazzi di buon hockey. Contro gli Hurricanes, per esempio, non è stata una buona serata sia per il goalie Johnson (autore di 35 parate su 41 tiri) che per la blue line tutta, incapace di arginare la linea formata da Whitney, Williams e Brind'Amour. E così il 30esimo gol di Ovechkin e i due assist di Zubrus non bastano a evitare la quinta sconfitta nelle ultime 6 uscite.

Sul ghiaccio amico del Verizon Center, però, le impennate d'orgoglio di cui sopra: rivincita immediata contro Carolina e 7-3 cinico, costruito sugli errori avversari. Undici partite di fila a punti per Ovechkin (suo record personali), primo gol in NHL per Fehr, doppietta del sempre più sorprendente Semin e gol anche di Beech, Clark e Laich, contro dei Canes travestiti da Caps della sera precedente. E contro i Senators nel freddo di Ottawa, i nodi vengono di nuovo e implacabilmente al pettine: 3-2 finale con 38 tiri a 37 per i padroni di casa, sinonimo che almeno la partita i capitolini americani se la sono giocata. Sempre sotto, gli ospiti segnano con Ovechkin (sempre lui, ora a quota 32, in testa alla classifica marcatori della lega) e Brashear, di solito più avvezzo alle risse che ai gol (infatti è solo il secondo centro stagionale).

Cos'è che non va in questa squadra che se non sta attenta verrà  acciuffata pure da Florida, team che più o meno dall'inizio langue in fondo la classifica della SouthEast Division? E' il carattere che manca, lo stesso che all'inizio veniva usato per soccombere agli evidenti limiti dettati dall'inesperienza e da tecnica per forza di cose inferiore (a parte qualche elemento come Ovechkin, Semin, Clark e Zubrus, più ovviamente Pothier e Kolzig). In più Washington è la squadra dell'intera NHL che ha subito più tiri (1604) e che non ha fatto registrare mai uno shutout. Non è tutto da buttare comunque, anche perché i playoff si sono allontanati ma non in modo irrimediabile: 90% di penalty killing nelle tre partite giocate è una percentuale accettabile, così come gli 86 tiri effettuati, valore leggermente sopra la media per una squadra che tira col contagocce (appena 1436 ma quarta percentuale di accuratezza). La prossima settimana, a mio avviso, è quella decisiva: o rinascita o morte.

Florida Panthers (19-23-10, 48 punti)
Come per i cuginastri di Tampa, anche i Panthers hanno giocato solo 2 partite e come loro hanno raccolto una vittoria e una sconfitta. Il modo in cui stanno lottando per riagganciarsi alle posizioni di testa è commovente ma sembra che ormai la stagione sia compromessa definitivamente: certo è, comunque, che i Devils, in piena lotta per le primissime posizioni ad Est, hanno incappato in una netta sconfitta contro la squadra di un soddisfatto coach Martin. Sfida tra mostri sacri della porta (475 vittorie in carriera per Brodeur contro le 469 di Belfour), sfida decisa dalla doppietta di Olesz e dal game winning gol di Bouwmeester, un difensore ormai in piena maturità , con 4-2 finale (a segno anche Stumpel). Nel giorno in cui s'è tornato ad allenare Bertuzzi, i Panthers dunque vincono la seconda partita consecutiva e ciò non accadeva da un mese.

Come non accadeva da tempo che i Penguins avessero la meglio delle pantere nel proprio impianto: reduci da 7 vittorie di file in Pennsylvania, Jokinen e soci si sono dovuti inchinare a Fleury che ha parato tutto realizzando il terzo shutout stagionale e quinto in carriera. Mollicci nei primi due periodi e contro un team caldissimo (13 punti nelle ultime 7 partite), Florida ha in una sola partita perso 3-0 e ha nel contempo dimostrato quanto sia incapace di vincere in trasferta (appena 6 vittorie su 27 partite giocate), quanto stia calando il proprio powerplay (contro i Pens 0 su 4) e quanto inconcludente sia quando tira a rete.

I Panthers sono infatti la prima squadra della SouthEast Division in quanto a tiri (e quinta in NHL) con ben 1694 conclusioni a rete. Tuttavia la precisione di tiro è alquanto deludente dacché peggio di loro ci sono solo altre tre squadre (Flyers, Canucks e Kings, quest'ultimi primi nel conto del tiri con 1743 e in fondo come percentuale di segnatura): è infatti sorprendente leggere ogni notte le statistiche dei portieri avversari dei Panthers. O si esaltano proprio contro la squadra di Miami o, più verosimilmente, c'è qualche problemino sotto rete per cui non sempre le conclusioni sono irresistibili. Quando le bizzarrie diventano regola, beh, allora non c'è più scusante: questo team gioca bene e fa divertire, ma se vuole sperare di raddrizzare questa stagione deve fare molto, molto di più!

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