Northeast Division: bilancio

Thomas Vanek, una delle principali bocche da fuoco dei Sabres

Digerite le abbuffate natalizie e smaltita la sbornia che ha salutato l'arrivo del 2007, siamo pronti ad affrontare la seconda parte della stagione, quella che con un crescendo di emozioni e di partite giocate all'ultimo sangue ci condurrà  ai Play Off.

Tutte le squadre che compongono la Northeast Division hanno ormai raggiunto o superato la soglia delle 41 partite e un bilancio a metà  del cammino è d'obbligo.

I Buffalo Sabres, pur avendo perso qualcosa dello smalto iniziale che permetteva loro di seppellire gli avversari sotto una coltre di reti, continuano a veleggiare in tutta tranquillità  al vertice della Division. L'interminabile serie di infortuni che ha colpito praticamente tutto il reparto arretrato non ha intaccato il rendimento della squadra.

Sul fronte offensivo, le bocche da fuoco restano numerosissime, il che complica terribilmente le cose alle squadre avversarie che non possono concentrarsi su una sola linea d'attacco. Se manterranno il loro rendimento anche nella seconda metà  della stagione, Daniel Brière, Maxim Afinogenov, Chris Drury e Thomas Vanek potrebbero tutti sfiorare o superare i 100 punti, mentre Jason Pominville ha già  battuto il record di 18 reti dello scorso anno ed è sulla buona strada per registrare 30 gol.

La difesa, oltre a contribuire volentieri al bottino offensivo (26 punti per Brian Campbell), si sta dimostrando estremamente affidabile a protezione dell'eccellente Ryan Miller, come dimostra la statistica +/-, negativa solo per il centro Adam Mair e per i giovani Clarke McArthur e Michael Ryan, impiegati con il contagocce.

Alle spalle delle sciabole di Lindy Ruff, i Montréal Canadiens continuano a impressionare per la regolarità  di rendimento e possono permettersi di guardare dall'alto dei loro 9 punti di vantaggio la fatidica linea dei Play Off.

Alla base dei buoni risultati della franchigia del Québec spiccano in particolare Cristobal Huet, ormai idolo del Bell Centre e titolare indiscusso della porta che fu di Patrick Roy, e Sheldon Souray, forse il miglior interprete del ruolo di difensore nelle situazioni di superiorità  numerica.

Non guastano ovviamente l'ottima stagione del capitano Saku Koivu e la sorprendente naturalezza con la quale un giovane come Guillaume Latendresse si è immerso in una realtà  da sempre severa per i canadesi francofoni. All'appello mancano invece Michael Ryder, lontano parente del cecchino ammirato l'anno scorso (la partenza di Mike Ribeiro si fa sentire) e Sergei Samsonov, ala sinistra tanto rapida e spettacolare quanto poco concreta al momento di concludere.

Gli Ottawa Senators, dal canto loro, negli ultimi tempi hanno giocato come i sentori dell'anno scorso, spettacolari e intrattabili sottoporta. Il fatto che ciò avvenga proprio quando Jason Spezza, Mike Fisher e Antoine Vermette sono fuori per infortunio è sì un paradosso, ma depone a favore della profondità  della rosa a disposizione di Bryan Murray.

Dany Heatley segna a quantità  industriali, Chris Kelly si è inserito come se niente fosse nella linea dello stesso Heatley e di Daniel Alfredsson e Mike Comrie è giunto a dare manforte da Phoenix. Sul fronte difensivo, se Andrej Meszaros continua a latitare davanti al proprio portiere (-13 è davvero troppo), Tom Preissing con il suo +26 capeggia addirittura la classifica della NHL davanti a un mostro sacro come Nicklas Lidstrà¶m.

Nell'attesa del miglior Wade Redden, i Senators hanno sacrificato il difensore slovacco Tomas Malec, una sola presenza quest'anno, spedendolo agli Islanders in cambio del grezzo ma potente centro Matt Koalska, per il momento parcheggiato a Binghampton.

Tra i pali, Ray Emery ha inanellato un'eccellente prestazione dopo l'altra, confinando in fondo alla scomodissima panchina il più esperto Martin Gerber.

Viste le prestazioni delle ultime settimane, il margine di sei punti sulla linea dei Play Off sembra amministrabile, se non addirittura rimpinguabile non appena saranno rientrati i campioni in infermeria.

I Toronto Maple Leafs sembrano invece in fase involutiva. Dopo un inizio di stagione estremamente positivo che aveva sorpreso non pochi addetti ai lavori, la squadra di Paul Maurice, malgrado un recente trionfo per 10 a 2 sui Boston Bruins, ha perso un po' dello smalto che le aveva consentito di vincere e convincere.

Anche nel caso delle foglie d'acero gli infortuni sono stati antipatici compagni di viaggio. Nel reparto difensivo, il giovane Andy Wozniewski è fermo da una manciata di partite, mentre l'atteso Pavel Kubina, acquisito da Tampa Bay durante l'estate, è rimasto fermo ai box per la metà  degli incontri. Carlo Colaiacovo è invece rientrato recentemente, esprimendosi subito su buoni livelli.

Non vanno meglio le cose all'attacco, anzi. Mats Sundin, capocannoniere della squadra, ha saltato una decina di partite, Mike Peca, fondamentale nelle situazioni di inferiorità  numerica, ha probabilmente finito la stagione, mentre Kyle Wellwood, il miglior regista a disposizione, manca da qualche settimana.

Il maggiore spazio a disposizione è stato sfruttato in particolare da Bates Battaglia e Boyd Devereaux, veri e propri mastini indiavolati, tanto che nelle ultime partite hanno giocato più di 18 minuti a testa, poco meno dei colleghi delle linee offensive.

La lotta per l'accesso ai Play Off si annuncia estremamente impegnativa. Al momento i Maple Leafs hanno un punticino di ritardo sulla concorrenza. Il rientro degli infortunati e un Andrew Raycroft un po' più continuo tra i pali potrebbero regalare l'energia necessaria per lo sprint finale.

Nella stessa situazione delle foglie d'acero, in piena lotta per l'agognato ottavo posto, si trova anche l'ultima squadra della Northeast Division, i Boston Bruins. Se la squadra di Dave Lewis è agganciata al trenino a ridosso della fatidica linea buona parte del merito va attribuita a un Marc Savard in formato gigante, alla faccia di chi affermava che fossero Marian Hossa e Ilya Kovalchuk ad Atlanta a regalargli assist inventandosi da soli reti a bizzeffe.

Con una serie di prestazioni eccezionali Tim Thomas ha dato sicurezza al pacchetto arretrato, dove fino al recente infortunio torreggiava Zdeno Chara, autentico baluardo. Al suo fianco ben si comportano Andrew Alberts, Paul Mara e Brad Stuart, mentre ci si attendeva forse il salto di qualità  da parte dello slovacco Milan Jurcina.

All'attacco, Glen Murray è il grande beneficiario del lavoro di Savard e Patrice Bergeron è tornato sugli ottimi livelli della scorsa stagione. Per l'obiettivo Play Off, però, potrebbe non bastare. In una Eastern Conference mai così competitiva, i Boston Bruins entreranno nelle prime otto solo se P.J. Axelsson ritroverà  il suo acume tattico in fase difensiva (il suo attuale -7 è il peggior risultato da sei anni a questa parte) e se Brad Boyes tornerà  ad essere il centro che l'anno scorso, nella sua stagione da rookie, aveva sfiorato i 70 punti.

Lo stesso Stanislav Chistov, arrivato qualche settimana fa da Anaheim, non ha reso secondo le aspettative. Improvvise fiammate si sono alternate a lunghi periodi abulici, che lo hanno confinato nella quarta linea d'attacco.

Dando per scontata la partecipazione ai Play Off di Buffalo, Montréal e, probabilmente, Ottawa, la lotta per l'ottavo vedrebbe coinvolti proprio Toronto e Boston. Inutile dire che l'ottava e ultima sfida tra le due compagini, in programma il 20 febbraio, sarà  tutta da gustare.

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