Tim Thomas, immenso protagonista a Boston.
La partita
L'arrivo dei Washington Capitals a Buffalo il 26 dicembre segnava la prima "rimpatriata" tra Alexander Ovechkin e Daniel Brière dopo il bruttissimo e pericolosissimo fallo che il fuoriclasse russo aveva commesso ai danni del capitano dei Sabres il 2 dicembre. Chi si attendeva una battaglia, ha dovuto ben presto ricredersi.
Gli ululati (piuttosto timidi, a dire il vero) che accompagnavano ogni azione di Ovechkin sono ben presto diventati urla di giubilo per una partita che è durata la bellezza di 10 minuti e 57 secondi. Tanto è bastato agli uomini di Lindy Ruff per realizzare 6 (sei!) reti con i primi 9 tiri. Brian Campbell, Chris Drury (2) e Ales Kotalik hanno spazzato via un furibondo Brent Johnson, mentre Maxim Afinogenov e Thomas Vanek hanno accolto allo stesso modo il subentrante Olaf Kolzig.
Nei restanti 50 minuti scarsi, la partita si è trascinata tra improbabili tentativi di rimonta dei Capitals e sporadiche azioni dei Sabres che, dopo il primo periodo, si sono ripresentati sul ghiaccio con il freno a mano tirato. I tifosi delle sciabole sono tornati a concentrarsi su Ovechkin, che ha pensato bene di aizzarli portando il guantone all'orecchio dopo aver realizzato la rete del 2 a 6.
Il protagonista
Dimenticate le 5 reti subite il 26 dicembre dai Columbus Blue Jackets, frutto praticamente tutte di tragicomici svarioni difensivi, tra cui il peggior cambio di linee della storia dell'hockey che ha consentito a David Vyborny di realizzare la rete della vittoria al supplementare. Se i Boston Bruins hanno conquistato 5 dei 6 punti in palio questa settimana, il merito è soprattutto di Tim Thomas.
Tornato l'anno scorso nella NHL dopo una straordinaria stagione con la maglia dello Jokerit di Helsinki (1.58 gol subiti a partita, 94.6% di tiri parati), il 32enne portiere di Flint (Michigan) si era conquistato progressivamente la fiducia dell'ambiente, complice anche il campionato disastroso di Andrew Raycroft. Partito quest'ultimo alla volta di Toronto, Tim Thomas è diventato il numero 1 tra i pali.
La sua grande settimana inizia in maniera pirotecnica il 21 dicembre contro i Vancouver Canucks. I canadesi dominano in lungo e in largo, ma sbattono per sessanta minuti contro un muro. Ai Boston bastano 19 tiri per battere due volte Dany Sabourin, i Canucks si vedono respingere tutti i 39 tiri da un insuperabile Thomas.
Le acrobazie tra i pali continuano due giorni dopo contro i lanciatissimi Montréal Canadiens: Thomas subisce due gol su 22 tiri, ma restano negli occhi straordinari interventi salva-risultato in tuffo su Sergei Samsonov e con eccellente senso della posizione su Radek Bonk.
E siamo alla citata sconfitta contro Columbus. L'estremo difensore numero 30 è completamente abbandonato a sé stesso da difensori forse ancora appesantiti dal cenone natalizio, ma malgrado le 5 reti sul groppone, con 37 parate trascina i Bruins al supplementare, permettendo loro di conquistare un punticino che li lascia aggrappati ai Toronto Maple Leafs e agli Ottawa Senators al terzo posto nella Northeast Division e, soprattutto, all'ottavo posto della Eastern Conference.
La rete
Questa settimana il gol più significativo è stato il rigore realizzato da Mats Sundin il 23 dicembre contro i Washington Capitals. Alla fine, la sua realizzazione è risultata ininfluente, visto che i Maple Leafs hanno perso la partita, ma in quel momento, al quarto minuto del terzo tempo, solo un fuoriclasse come lo svedese poteva abbinare la freddezza e le capacità tecniche necessarie per riaprire la partita.
I Capitals sono saldamente in vantaggio, un 3 a 0 costruito dal terribile trio composto da Alexander Ovechkin, Alexander Semin e Dainius Zubrus. La partita sembra chiusa, il pubblico dell'Air Canada Centre rumoreggia. Un'improvvisa fiammata delle foglie d'acero porta Sundin a trovarsi da solo lanciato verso Olaf Kolzig. Ben Clymer non può fare altro che contrastarlo irregolarmente.
Con 16 minuti ancora da giocare, la rete dell'1 a 3 potrebbe riaprire la partita e sull'onda dell'entusiasmo i Toronto potrebbero tentare l'improbabile rimonta. Quando Sundin parte da centropista, 19'488 paia di occhi speranzosi sono su di lui. Kolzig abbozza un'uscita, per poi rinculare tra i pali per chiudere le possibilità di conclusione allo svedese.
Quando il portiere si abbassa aprendo un pertugio in alto a sinistra, lo svedese non si fa pregare. Il polsino non potrebbe essere più preciso e il disco, dopo aver cozzato l'incrocio dei pali, ricade in rete.
Lo spunto
Analizzando settimana dopo settimana gli avvenimenti che hanno contraddistinto la Northeast Division, ci siamo più volte soffermati sulla rivalità che alimenta le partite tra Toronto Maple Leafs e Montréal Canadiens. Volendo azzardare un confronto con il calcio delle nostre latitudini, nelle scorse stagioni non si contano i giocatori che sono passati dall'Inter al Milan o viceversa. Capita anche tra le due squadre simbolo del Canada orientale (senza nulla togliere a Ottawa)?
Ebbene sì, anche se con più parsimonia. Limitandoci alla stagione corrente, sono due gli atleti, uno per squadra, che hanno vestito entrambi i colori.
Sul fronte francofono troviamo Mike Johnson, possente ala destra, nato a Scarborough (Ontario) il 3 ottobre 1974. Acquisito come free agent dai Toronto Maple Leafs nel 1997, Johnson gioca quattro stagioni con le foglie d'acero, mettendosi in luce soprattutto nel 1998-99 con un bottino di 20 reti, 24 assist e un ottimo +13.
Nel 2000 passa ai Tampa Bay Lightning in cambio dell'attuale cecchino dei Toronto, Darcy Tucker. In Florida resta una sola stagione, prima di essere spedito a Phoenix in compagnia di Paul Mara, in cambio di Nikolai Khabibulin e di Stan Neckar. In Arizona resta cinque campionati, di cui uno (63 punti nel 2002-03) ottimo. Il 12 luglio scorso, ecco l'approdo ai Canadiens, in cambio di una scelta di quarto turno al draft.
Se per Mike Johnson il passaggio da Toronto a Montréal è stato alquanto indiretto, per il 30enne Chad Kilger, ala sinistra, è stato fin troppo diretto. Dopo essere rimbalzato da Anaheim a Winnipeg (poi Phoenix) e da Chicago a Edmonton nell'arco di soli quattro anni, il disciplinatissimo Kilger sembrava aver trovato terra ferma ai Canadiens, ai quali era giunto da Edmonton in cambio del compianto Sergei Zholtok.
Nel Canada francofono Kilger gioca quattro stagioni. Non è uno scorer, ma l'esigente pubblico del Bell Centre impara ad apprezzarlo per la grinta e per la sua efficacia in inferiorità numerica. Poi, improvvisamente, Montréal non sembra più aver bisogno di lui e lo libera. A offrirgli un contratto sono proprio gli acerrimi rivali e, da quel giorno, il 9 marzo 2004, Kilger è un punto fermo dei Maple Leafs.
La curiosità
Il signor Michael Stuart è il direttore del settore medico della NHL e, alla vigilia della stagione in corso, si è battuto in prima linea per l'introduzione della visiera obbligatoria, accorgimento volto a prevenire gravi danni agli occhi. La battaglia, per il momento, è andata persa e l'obbligo è stato introdotto solo nella AHL.
Nei Boston Bruins gioca il 22enne Mark Stuart, figlio del dottor Michael. Porta la visiera? Certo che no. Quando si dice avere il nemico in casa"
Le ultime
Stando al Toronto Sun, i Maple Leafs e gli Edmonton Oilers starebbero preparando uno scambio a dir poco clamoroso, quello tra Darcy Tucker e Raffi Torres. Secondo i mass media di Montréal, i Canadiens sarebbero invece alla ricerca di un centro di grande livello per la seconda linea. Tra i nomi menzionati, anche quello di Sergei Fedorov, che però sembra aver ritrovato una seconda giovinezza da quando sulla panchina dei Columbus Blue Jackets si è seduto Ken Hitchcock.
Sul fronte infortuni, brutto colpo per gli Ottawa Senators. Dopo aver dovuto fare a meno per diverse partite di Daniel Alfredsson e Wade Redden, ora hanno perso a tempo indeterminato il loro miglior marcatore, Jason Spezza (44 punti in 36 partite).
La sfortuna ha colpito di nuovo anche i Maple Leafs. Nella partita del 22 dicembre contro i Chicago Blackhawks, le foglie d'acero, già prive di Kyle Wellwood (problema ai flessori) e di Alexei Ponikarovsky (lussazione alla spalla), hanno perso dopo pochi minuti anche Michael Peca, vittima di un contrasto ginocchio contro ginocchio con Jim Vandermeer. La sua stagione probabilmente è finita.
La classifica
Buffalo 55
Montréal 49
Boston 39
Ottawa 39
Toronto 39