SouthEast Division: Report #10

Doppietta per Chris Clark contro i Senators

Ogni tanto succede: i Capitals sono la squadra della settimana nella SouthEast Division conquistando in 3 partite il sufficiente bottino di 4 punti; sinonimo comunque che non se la stanno passando tanto bene le cosiddette "big". Atlanta e Carolina non hanno vinto, Tampa Bay è in piena crisi e Florida ce la mette tutta, suo malgrado; rimane un 8-0 dei Lightning sui Thrashers e lo sfacelo che sta facendo in questa Division una squadra tosta come i Ducks che in tre partite contro Caps, Bolts e Cats ha vinto tre volte con la bellezza di 15 gol realizzati!

Atlanta Thrashers (18-8-5, punti 41)
I Thrashers non avrebbero mai immaginato che dopo 5 vittorie consecutive e un hockey frizzante e brioso avrebbero dovuto incappare in un paio di sconfitte che, seppur in maniera ridotta, un po' sgretolano l'autostima dell'intero team. Di sicuro è sensazionale la caduta a Tampa Bay dove i padroni di casa si impongono sui georgiani con un secco ed inequivocabile 8-0 (tripletta in apertura di LeCavalier) con la serataccia di Hedberg e Lehtonen, del powerplay (0 su 4 contro il penalty killing dei Bolts, il peggiore della lega) e l'infezione virale che ha consegnato alla partita un Hossa a mezzo servizio.

Digerito a fatica il cappotto del St.Pete Times Forum, Bob Hartley e i suoi giocatori sono tornati a casa sabato sera ma anche contro i Penguins non è stata proprio una serata trionfale: perennemente in svantaggio, i Thrashers si sono affannati per tutta la serata a pareggiare i momentanei vantaggi degli ospiti e alla fine dei 60 minuti regolamentari è finita 3-3 (Hnidy, Hossa e Kapanen); nonostante il dominio, almeno in quanto a tiri, dei Pens, nell'overtime i padroni di casa hanno cercato di trovare il guizzo giusto ma un gol di rapina di Armstrong ha tagliato le gambe a Kovalchuk e soci che hanno abbandonato il rink di casa con un solo punto in saccoccia.

Cos'è che è andato storto? Sono solo due partite decisamente "no", ma l'inflessione seppur impercettibile non può passare innosservata: LeCavalier, St.Louis e Malkin hanno passeggiato sulla blue-line, il penalty killing è stato insufficiente (75%), così come il powerplay (10%), i goalies (Lehtonen in particolare) assolutamente incontinenti. Le partite che verranno non lasciano, inoltre, presagire nulla di buono (Washington pare la sfida più morbida ma l'ultimo match tra le due squadre finì con pesanti squalifiche e una marea di risse): riusciranno i Thrashers a dimostrare di valere il primo posto a sud-est? Vedremo.

Carolina Hurricanes (15-13-4, punti 34)
Il road-trip nel nord-ovest non poteva essere più amaro per gli Hurricanes: nello scorso articolo descrivemmo la sconfitta, con annesso shutout di Kiprusoff, in quel di Calgary; ebbene, le altre tre partite non hanno fruttato altro che un misero punticino. Al Rexall Place va in scena la prima scivolata: memori della sconfitta in finale di Stanley Cup a giugno, gli Oilers si prendono una piccola rivincita battendo nell'unica sfida stagionale tra le franchigie degli abulici Hurricanes; finisce 3-1 con una squadra capace di segnare solo con Adams e, cosa più preoccupante, che lascia il rink con un Brind'Amour malconcio. Non tornerà  più sul ghiaccio, almeno per questa settimana.

Senza il loro capitano gli uragani vanno a Vancouver vogliosi di riscatto. I padroni di casa però vincono all'overtime con gli ospiti capace di rimontare 3 gol e conquistare un punto che in fin dei conti soddisfa coach Laviolette: ancora Adams, Cole e Commodore segnano tutti e tre nell'ultimo periodo e agguantano un 3-3, in parte vanificato dal gol in overtime di Daniel Sedin. E alla fine gli Avalanche in quel di Denver, partita che ha rivisto sul ghiaccio il sempre bravo Stillman, al rientro dopo un lungo infortunio alla spalla destra. Budaj, goalie degli Avs, fa grandi interventi ma in generale il 5-2 finale non ammette repliche: la trasferta dall'altra parte del nordamerica è stata un disastro. Da segnalare il curioso siparietto riguardante Belanger: subita una carica da Klee è rimasto impigliato con la maglia tra due lastre della balaustra; facce buffe e aiuto dell'arbitro per liberarlo dalla morsa.

La sconfitta del Pepsi Center, per altro preventivabile visto i soli 3 punti contro Colorado conquistati dai Canes nelle ultime 14 partite (3 overtime-loss e ultima vittoria nel 1996), è stata la punta di un iceberg che è bene si sciolga in fretta. Certo è che l'assenza di Brind'Amour sarà  una gattaccia da pelare per Laviolette, vista l'importanza cruciale del vecchio Rod sia a livello tecnico che psicologico (per il momento non è comunque in injury list); in egual modo sarà  importante risollevare gli special teams: 2 gol su 29 powerplay nelle ultime 6 partite e soprattutto un imbarazzante 7 su 14 negli ultimi due match per quanto concerne il penalty killing (praticamente il 50%!); entrambi i goalies poi non stanno attraversando un periodo floridissimo. Ci sarà  da sudare, ma questa squadra ha i numeri per tornare a marciare.

Washington Capitals (13-10-7, punti 33)
I Caps arrivano alla trentesima partita della stagione e guardando alla casella dei punti leggono un incoraggiante 33: con le dovute proiezioni arriverebbero a 90 (rispetto ai 70 dell'aprile scorso), l'anno passato Tampa Bay con 92 punti raggiunse i playoff. Dunque coach Hanlon può essere moderatamente soddisfatto e più in particolare osservare le ultime uscite come un prezioso passo in avanti. Contro i Senators i capitolini vincono 6-2 grazie agli errori di Emery e alla doppietta di Clark e arrivando così a vincere la quarta partita di fila (22 gol nella striscia) e interrompendo il momento hot degli avversari (coach Murray se l'è presa con gli arbitri ma tant'è…). Quindi la partita contro i migliori del momento: i Ducks passeggiano con un netto 6-1 sui Caps grazie al gol di Thornton (appena richiamato da Portland) e all'erroraccio di Kolzig che ha letteralmente regalato il 2-0 agli ospiti. Rimane il buon gol di Semin e la prova opaca di Ovechkin che non è riuscito a ripetere i fasti dell'anno scorso quando segnò una tripletta contro Anaheim (unica in carriera).

Trasferitisi a Philadelphia i Caps trovano ancora una vittoria espugnando il Wachovia Center per la seconda volta di fila (non succedeva da 13 anni) grazie al preziosissimo gol di Muir (one-timer su assist di Beech) e alle parate di Johnson, backup goalie di tutto rispetto. Il momento positivo di Washington si esplica infine nella prima metà  della partita contro i Penguins: netto 4-0 e partita in naftalina. Peccato però che Crosby e Malkin si sveglino e conducano i propri compagni sul 4-4 prima e agli shootout dopo (al termine di una partita con moltissime penalità ); ai tiri finali i due russi compagni di nazionale segnano entrambi, ma gli errore di Green e Clark risultano fatali alle aquile.

In ogni modo le ultime partite sorridono ai Caps (11 punti nelle ultime 7 gare giocate) e in particolare la settimana trascorsa appare un ottimo scorcio di stagione. Inevitabile è sembrata la sconfitta contro i Ducks, ma per il resto ottime le vittorie contro Sens e Flyers e il punto (seppur un altro è stato perso) contro i Pens: i 5 gol segnati da Clark consegnano al capitano di questa squadra la palma di miglior giocatore della settimana, ma importante è stato l'apporto di tutto l'organico. Cinque gol in powerplay in 26 occasioni avute a disposizione stanno a significare un discreto momento degli special teams, così come i soli 3 gol subiti in 21 situazioni di inferiorità ; inoltre Laich s'è dimostrato uno spietato cecchino con l'uomo in meno segnando ben 2 shorthanded gol. Numeri buoni insomma, numeri che andranno se possibile migliorati contro Atlanta, Philadelphia e Tampa Bay, le prossime avversarie di questi tonici Capitals!

Tampa Bay Lightning (14-15-2, punti 30)
Che è crisi lo dicono i numeri, impietosi: solo una vittoria nelle ultime 7 partite per un totale di 3 punti. Tuttavia la vittoria in questione è quella che ha aperto la settimana dei Bolts e non verrà  dimenticata tanto facilmente dai tifosi di Tampa Bay perché un secco 8-0 rifilato ai rivali di Division, leggi Thrashers, è quanto di meglio i tifosi del St.Pete Times Forum potevano aspettarsi prima del face-off iniziale.Grande protagonista è stato LeCavalier, autore di una tripletta (la quarta in carriera) e di 5 punti in generale, esattamente come i punti messi a referto da St.Louis autore di 4 assist; ma è stata serata magica anche per Denis autore di 21 parate vincenti per il primo shutout stagionale e il sedicesimo in carriera, il tutto contornato dalla 100esima vittoria in NHL.

La sbornia di felicità  dura però giusto il tempo di rimettere piede sul ghiaccio, sempre tra le mura amiche: i Ducks vincono la quinta partita esterna consecutiva e col 4-3 rifilato ai Lightning mettono a segno ben 10 gol nelle prime due partite del road-trip. La squadra di casa ci ha provato fino alla fine (gol messi a segno da Perrin, Fedotenko e Richards) ma anche a causa di uno scadente powerplay alla fine hanno dovuto chinarsi a Giguere e soci. E non è andata meglio contro i Maple Leafs, squadra in chiara crisi di risultati; in vantaggio di 3-1, i Bolts si sono fatti raggiungere e superare (importante la doppietta di Kilger) dopo che il coach dei canadesi Paul Maurice ha richiamato in panchina il deludente Aubin e ha messo in gabbia l'ottimo Raycroft (e nel time-out ha pure strigliato pesantemente i suoi): il risultato finale è stato di 5-4, nulla di buono.

L'allenatore di Tampa Bay Tortorella sa che a certi exploit come quelli contro Atlanta può susseguire un match di appannamento; il problema per i Lightning è però che la vittoria contro i georgiani è stato un fatto isolato all'interno di una crisi, forse la più importante di questa stagione. Nelle ultime due partite non sono bastati 6 gol per portare a casa almeno un punto e tutto ciò perché i problemi maggiori continuano ad arrivare dagli special teams (50% di riuscita del penalty killing negli ultimi 120 minuti) e dai portieri, nessuno dei due una vera e propria garanzia (nelle due sconfitte patite 9 gol subiti in 50 tiri). LeCavalier, nominato con Brodeur e Ovechkin giocatore della settimana, ha invece confermato di star attraversando un periodo floridissimo avendo messo a segno 4 gol e 5 assist in appena 3 gare e mantenendo viva la striscia di 7 partite consecutivamente a punti. Tampa Bay potrà  alzare la testa ma per farlo dovrà  sudare sette camice: pensate che gli Habs, i Canes e i Caps daranno vita facile ai fulmini?

Florida Panthers (10-17-6, punti 26)
Sapere che non vedremo calcare più le scene a un certo Joe Nieuwendyk è abbastanza triste ma da oggi in poi dovremmo abituarci perché il 6 dicembre il vecchio Joe ha chiuso con l'hockey a causa di problemi cronici alla schiena; senza di lui i Cats sono scesi sul rink contro Buffalo e benché fosse un giocatore indubbiamente prezioso, sono riusciti a vincere una gara giocata in maniera perfetta: 3-1 finale e seconda volta in stagione che la squadra riesce a vincere due partite di fila (Jokinen, Weiss e il game-winner Jackman, al suo primo centro stagionale, i marcatori). Contro gli Islanders la squadra di coach Martin cerca il bis e ne viene fuori un match al cardiopalma con Florida che prima recupera un doppio svantaggio con Horton e Roberts, poi passa in vantaggio con Weiss, salvo farsi di nuovo superare: Salei però sigla il gol del pari a meno di un minuto dal termine (e Di Pietro nervoso che sbatte la mazza sulla porta) e trascina la sfida all'overtime. Quì i Cats hanno un powerplay e bombardano di tiri il goalie avversario ma la legge degli shootout è implacabile: Pelton e Olesz sbagliano, Satan no.

Florida si dimostra generosa anche contro i Rangers ma trovano un super Weekes tra i pali dei newyorkesi, un backup goalie di tutto rispetto che anche quando sbaglia riesce a rimediare con prodigiose parate (vedi tiro su Weiss verso la fine): al Madison Square Garden i Panthers perdono 2-1 (gol vittoria di Nylander) e non riescono a bissare la vittoria di fine ottobre nel celebro palazzetto (impianto mai espugnato per due volte nella stessa stagione da questa franchigia). E la settimana, che pure pareva positiva, si chiude in malomodo con la seconda sconfitta di fila dopo un altro match coriaceo: i Ducks vanno via da Sunrise col bottino pieno ma forse a meritare i due punti erano i padroni di casa. La squadra di coach Carlyle ha vinto 5-4 col gol decisivo siglato da Pronger a 9 minuti dal termine, poi ci ha pensato Giguere ha chiudere la gabbia e a rendere inutili i gol di Larman, Horton, Bouwmeester e Salei.

Tre punti nelle quattro partite disputate: tutte ottime prestazioni, per carità , ma il piatto continua a piangere. A volte è mancata la fortuna, altre la precisione, a volte il reparto arretrato, goalies annessi, è stato deficitario, altre sono mancati semplicemente i vari Kolnik, Bertuzzi e Nieuwendyk: fatto stà  che quest'anno Florida per un motivo o per l'altro non è mai riuscita a convincere e la classifica deludente sta lì a dimostrarlo. Nei sette giorni trascorsi 4 partite disputate con 12 gol fatti e 12 subiti, segno che qualcosa non va anche con la cabala; se però ci si mette anche il powerplay, spesso fiore all'occhiello del team, che ha fatto registrare un misero 3 su 18, le prestazioni appena sufficienti di due goalies che ora come ora si equivalgono (89,8% di parate per Auld, 89,8% di parate per Belfour) e che comunque non eccellono e, non da ultimo, il fatto che in quanto a gol in doppia cifra ci sia solo Jokinen (13 centri), beh, allora ci si rende conto che vi sono anche problemi tangibili. Che dire, la strada è irta, ma io scommetto su questa squadra: possibile che ci stia a giocare il ruolo di Cenerentola?

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