La Northwest vince e convince

Dwayne Roloson in versione saracinesca contro i Canucks

Dopo più di due mesi di attesa, finalmente si vede una settimana di hockey concreto, una settimana in cui le squadre della northwest division portano a casa punti, tanti punti. Chi con autorità , vedi Edmonton; chi con tenacia, vedi Minnesota; chi con pazienza, vedi Calgary. Ma tra tutto questo “ben di Dio”, c'è ancora chi stenta, vedi Vancouver; e chi non abbandona le vecchie abitudini, vedi Colorado.

Dopo un paio di articoli in cui non sapevo da chi iniziare a scrivere per mancanza di spunti, di gioco e di meriti, oggi non saprei da chi cominciare per raccontare i sette giorni quasi perfetti delle prime tre franchige di nordovest.

Cominciamo da Edmonton che si trova in cima alla classifica con 34 punti (16-11-2) e che ha un record di 6-3-1 nelle ultime 10 partite. Gli Oilers partono forte già  nel monday-night, ingranano la quarta e danno spettacolo contro i malcapitati Canucks: Tjarnqvist e Lupol segnano a 34 secondi di distanza nel secondo periodo, Horcoff e Torres aprono e chiudono le marcature, Sykora dirige la squadra con 2 assist e Roloson para tutti e 36 i tiri in porta subiti, cosa si può volere di più?

Il netto successo su Vancouver interrompe una striscia negativa di 3 partite e ne innesca una positiva che durerà  altrettanto, viste le succesive vittorie su Carolina (3-1) e Dallas (4-0). Vittorie che vedono ancora protagonista il solito Roloson autore di una prestazione da incorniciare contro gli Uragani e di un'altro SO contro le Stelle.

Tra una vittoria e l'altra c'è stata anche la celebrazione del grande Mark Messier. Da questo 6 dicembre, la maglia n.11 degli Edmonton Oilers non si potrà  più indossare, andrà  a far compagnia alle casacche di Wayne Gretzky, Paul Coffey, Grant Fuhr, Jari Kurri e Al Hamilton all'interno del Rexall Place. Il numero due dell'hockey nord-americano (le sue statistiche sono seconde solo a sua maestà  Gretzky) ha trattenuto a stento le lacrime nonostante ci sia già  passato lo scorso febbraio quando i NY Rangers hanno fatto lo stesso al Madison Square Garden.

Ma proprio questa domenica, la settimana viene rovinata da Chicago, che impone il fattore “casa” e ha la meglio su dei Petrolieri stanchi e quasi paghi di ciò che hanno fatto nei giorni precedenti.

Ma se c'è una squadra che finalmente corre, ce n'è un'altra che non è da meno: Minnesota. I Wild fanno tripletta, vincono con il minimo scarto tutte e tre le partite della settimana e si ritrovano appaiati al primo posto in classifica con 34 punti (16-11-2).

La festa ha luogo sempre al Xcel Energy Center. Le danze si aprono e si chiudono contro i Blackhawks, che perdono la prima gara agli shootout e la seconda all'overtime. Come si suol dire: quando non và , non và . Ottima la prova nel secondo incontro di Mark Parrish, autore di un hat-trick e di Pavol Demitra che sembra essere tornato ai livelli che gli competono.

Nel mezzo tra una Chicago e l'altra anche Calgary ha dovuto arrendersi ai Wild e, udite udite, ancora una volta agli shootout. Segno che la concentrazione e la forza di Minnesota nei momenti che contano è quella giusta. Ne rimarrà  un pò anche per gli eventuali play-off?

Chissà . Intanto, concentrati come non mai e a punti da 5 partite consecutive sono le fiamme di Calgary che inseguono il tandem di testa con 31 punti (14-10-3).

Contro Carolina bastano 28 secondi a Daymond Langkow per segnare il goal vittoria e per estendere a 6 la striscia di partite consecutive a punti. Poi è Kiprusoff che innalza un muro di cemento armato e impedisce al disco di varcare la linea della porta per tutti i 23 tentativi degli Hurricanes.

Si vola poi in Minnesota e, come già  raccontato, si torna con un bel punticino importante in termini di classifica. Come importanti sono i due punti conquistati ai danni di una Vancouver sempre più impotente contro le compagne di divisione. Guidati da capitan Iginla (1G e 2A), Calgary domina per metà  incontro, poi la rimonta dei Canucks svanisce a pochi secondi dal termine quando in empty net, Tanguay insacca il goal del definitivo 5-3.

Vancouver (29 punti, 14-15-1), in compagnia di Colorado (28 punti, 13-14-2), sono le uniche due squadre ad aver perso terreno in questi giorni. I canadesi hanno subito l'irruenza di Edmonton e Calgary, ma quando si è trattato di incontrare Carolina hanno fatto valere le loro forze e hanno conquistato il bottino all'overtime dopo una partita quasi gettata alle ortiche.

Con un goal per tempo, tutti assistiti da Morrison, Vancouver si è adagiata sugli allori con il pensiero alla doccia calda; Carolina ha ringraziato ed è tornata in partita con un uno-due-tre che ha zittito l'intero General Motors Place: 3-3 al termine dei tempi regolamentari.

Una prodezza dei fratelli Sedin (assist di Henrik e goal di Daniel) ha poi dato la vittoria ai padroni di casa. Ma che fatica!

Fatica che Colorado, dal basso dei suoi 28 punti (13-14-2), continua a non smaltire. Pessimo il ko subito al Pepsi center ad opera di Columbus. Uno 0-3 che esalta la squadra della Central division e che evidenzia ancora una volta i problemi di gioco della squadra che non è riuscita a finalizzare nessuno dei 42 tiri in porta. Quasi paradossale.

Logico quindi immaginare una sonora sconfitta anche contro i più blasonati Sharks di San Josè. Invece Joe Sakic smentisce tutto e tutti, ancora una volta. La prima stella dell'incontro (2G e 1A) fa capire che anche se ultimi in classifica, gli Avs non sono tagliati fuori dalla corsa ai play-off. Sarà  vero?

La partita successiva contro i Kings dice di no sotto il piano del risultato e dice “può darsi” sotto il piano dell'agonismo. In una partita sentitissima, in cui non sono mancati i goal e le scazzottate, Los Angeles ha la meglio solo nel finale quando pareggia con Scott Thornton e segna il goal vittoria con Craig Conroy. Peccato.

Una nota positiva è la solita prestazione maiuscola di capitan Sakic che chiude con 1 goal e 1 assist la partita e con 3 goal e 2 assist la settimana. Non male per un 37enne, vero?

Il migliore della settimana

Finalmente abbiamo più di un candidato, in questi 7 giorni, a contendersi la palma di migliore giocatore: Dwayne Roloson, il portiere di Edmonton che ha fatto registrare 2 SO e 3W, Joe Sakic, il centro di Colorado che sta tenendo vive le speranze dei tifosi di Denver con 3G e 2A in due partite, e Mark Parrish, l'ala dei Wild autore di una tripletta.

Tra questi tre scelgo il 29-enne del Minnesota, Mark Parrish, uno che ha la fortuna di giocare per la squadra del paese in cui è nato. Un hat-trick è sempre una bella iniezione di fiducia, un gratificazione al lovoro svolto e all'impegno messo sul ghiaccio. Un piccolo riconoscimento per vedere Mark sempre più spesso tra i protagonisti.

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