Central Division: Week 9

Tuomo Ruutu fa volare Chicago

A sorpresa sono i Blackhawks, rinvigoriti dal cambio di coach, la squadra migliore della nona settimana nella Central. Chicago non sbaglia un colpo e vince anche lo scontro divisionale contro i Predators, sempre nettamente primi. Così così Detroit, mentre si staccano sempre più St. Louis e Columbus.

La settimana dei Nashville Predators (17-5-3, 37 pt.) comincia al Wachovia Center di Philadelphia. Contro i Flyers la truppa di Trotz si impone 3-2 grazie al decisivo goal di Erat susseguente a un turnover dei padroni di casa.

Il giorno successivo i Predators ottengono un'altra vittoria di misura (5-4), questa volta sul ghiaccio di St. Louis. Un team affaticato dal duro tour de force trova un insperato match winner in Jordin Tootoo, leader di squadra nella poco invidiabile classifica dei minuti di penalità .

Il suo goal, il primo della stagione, rompe l'equilibrio e consente a Nashville di gestire con più tranquiliità  i minuti finali, nonostante la rete di Guerin che riaccende le speranze per i Blues. Quando però i rinati Blackhawks fanno visita a Kariya e compagni, la stanchezza è ormai evidente: Chicago si impone 4-3 all'overtime mettendo in mostra tutta la velocità  della nuova line-up approntata da Savard. Per i Predators uno stop che non influisce più di tanto sulla loro posizione di leader di Conference.

Dopo una week 8 assolutamente da dimenticare, i Detroit Red Wings(14-7-4, 32 pt.) tornano parzialmente im carreggiata, ma vedono allontanarsi, almeno per il momento, la possibilità  di un riaggancio in vetta. In apertura di settimana, Detroit batte in casa Dallas (2-1) in un match caratterizzato dai due SHG di Draper e Schneider nel terzo periodo.

A Minneapolis Hasek ci mette pure la testa, colpita due volte dal puck, per salvare la gabbia dei Red Wings e spianare la strada per un inatteso shutout (3-0). I Wild non restavano a secco di reti dal novembre dello scorso anno (93 partite di fila, seconda striscia positiva di tutti i tempi dietro i 144 match di Detroit). Ventiquattro ore dopo i Red Wings incassano una sconfitta interna contro San Josè che ha il sapore della beffa (2-3): gli Sharks in rimonta segnano con Pavelski a soli 6 secondi dalla fine, rendendo decisamente amara la millecinquecentesima partita NHL dell'eterno Chris Chelios.

Settimana da ricordare per i Chicago Blackhaws (10-12-2, 22 pt.). Il lunedì coach Yawney viene licenziato e sostituito dall'assistente Denis Savard, mossa estrema della dirigenza per raddrizzare una stagione partita sotto buoni auspici, ma pesantemente condizionata dagli infortuni (Havlat, Handzus e Khabibulin). Non solo colpa di Yawney, quindi…

Il timore di mancare i playoff per la nona volta negli ultimi dieci anni ha però spinto il GM Dale Tallon a sacrificare l'uomo più facilmente sostituibile, confidando in una salutare scossa per tutto il roster.

Il primo match sotto la nuova gestione non è dei più semplici: allo United Center arrivano i Dallas Stars, squadra che Chicago non riesce a battere dal 20 gennaio 2002. Per due periodi la musica non sembra cambiare e a Dallas basta il goal di Lehtinen per condurre agevolmente le danze. Poi, fortunatamente per Savard, l'attacco dei Blackhawks si sblocca e le reti di Salmelainen e Ruutu (quarta nelle ultime cinque partite) fruttano due preziosissimi punti.

La fase positiva continua anche contro i St. Louis Blues, piegati agevolmente in casa con un 5-2 che non lascia spazio a dubbi di sorta. Ancora a segno Ruutu.

I Blackhawks non si fermano più e chiudono la settimana con un altro successo, questa volta sul difficilissimo ghiaccio di Nashville. Contro i leader di Conference, la squadra di Savard si impone 4-3 all'overtime, col goal decisivo di Hamilton. La maggiore velocità  della line-up approntata dal nuovo coach e l'evidente stanchezza degli avversari sono le principali chiavi di lettura di un successo davvero importante in ottica rimonta. Certo, i playoff rimangono un miraggio, ma sognare non costa nulla…

Altri sette giorni senza vittorie per i St. Louis Blues (7-15-3, 17 pt.), scavalcati in classifica dai rinvigoriti Blackhawks e con un solo punto di vantaggio sul fanalino di coda Columbus. Gli Sharks sono di un altro pianeta, certo, ma tra le mura amiche la squadra di Kitchen non fa nulla per evitare lo shutout (0-2).

San Josè controlla agevolmente e concede poche opportunità , peraltro ottimamente neutralizzate da Toskala. I Blues sfiorano poi il colpaccio contro una spompata Nashville (4-5), ma un finale di partita distratto concede due reti decisive ai Predators, che ringraziano e se ne vanno dallo Scottrade Center con due preziosi punti.

C'è ancora tempo per un'altra sconfitta, questa volta contro Chicago (2-5). Già  sotto di due goal nel primo periodo, i Blues recuperano parzialmente solo nel terzo con le reti di Wideman e Guerin. Troppo tardi per poter abbozzare un tentativo di rimonta.

Avevamo lasciato i Columbus Blue Jackets (7-16-2, 16 pt.) parzialmente galvanizzati dall'arrivo di Ken Hitchcock in panca. I miracoli, si sa, non sono di questo mondo ma Columbus, pur rimanendo ancorata al fondo della classifica, non è più la squadra senza speranza vista fino a un paio di settimane fa.

A Vancouver i Canucks si impongono di misura (0-1), contenendo ottimamente i Jackets, incapaci di sfruttare ben 8 powerplay. Leclaire neutralizza 32 tiri ma non può nulla contro Naslund. La trasferta canadese continua a Calgary, dove Columbus rimedia un altro stop (1-2): in vantaggio col PPG di Hainsey, i Blue Jackets non resistono alla rimonta dei Flames e si rivelano ancora una volta inconcludenti in fase di realizzazione (31 tiri a 19 per Calgary).

Quando tutto lascia presagire l'ennesima sconfitta, Columbus pesca dal cilindro la partita perfetta e strapazza a Edmonton i vicecampioni NHL (4-0) in piena emergenza infortuni. Primo shutout in carriera per Fredrik Norrena.

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