Kimmo Timonen: quando la difesa segna punti…
I Predators non steccano (quasi) più e, complice la settimana davvero poco brillante dei Red Wings, prendono il volo in classifica. Dietro St. Louis scavalca Chicago, mentre per Columbus arriva il terzo cambio di coach in poco più di una settimana.
Ancora opposti ai Blue Jackets, i Nashville Predators (15-5-2, 32 pt.) cominciano nel migliore dei modi un'altra settimana più che positiva. Nel 3-1 maturato in Ohio svettano le prestazioni di Kariya ed Erat, entrambi autori di un goal e un assist, oltre alla solita buona prova in gabbia di Vokoun, battuto a soli 15 secondi dalla fine da Jason Chimera.
A Dallas dominano le difese (strepitoso il portiere rookie degli Stars Mike Smith) e i Predators sono costretti a cedere 1-0, piegati solo nel terzo periodo dal goal di Jeff Halpern. Una sconfitta che non intacca affatto il morale degli uomini di Trotz, pronti a demolire, dopo una pausa di sole ventiquattro ore, i poveri Vancouver Canucks. A Nashville va in scena il Predators show (6-0): pur privi degli infortunati Arnott e Vasicek, i padroni di casa asfaltano la compagine canadese con una prova di forza impressionante. Ottimi soprattutto Hartnell, autore di due goal, e Kariya, per ben tre volte uomo-assist. Stona solo l'infortunio di Tomas Vokoun, fuori da due a sei settimane per una lesione al legamento del pollice sinistro. Pur senza il forte portiere ceco, i Predators continuano a dare spettacolo in chiusura di settimana, piegando tra le mura amiche i rivali Red Wings con un sonoro 6-2, risultato che mette in luce la vera carta vincente di questa squadra. In una nuova NHL che premia i difensori mobili e votati al gioco offensivo, Nashville, unica nella lega, può contare su ben quattro defenseman (Zidlicky, Timonen, Weber e Suter) con 10 o più punti dall'inizio della stagione. Contro Detroit, in particolare, brillano Zidlicky e Timonen, autori di un PPG a testa e rispettivamente di due e un assist. Le numerose penalità commesse dai Red Wings hanno fatto il resto.
Continua la pericolosa flessione dei Detroit Red Wings (12-6-4, 28 pt.), usciti sconfitti da tutti i match disputati in settimana. In casa contro i Canucks (3-4 OT) decide in overtime il goal di Brendan Morrison, mentre due giorni dopo sono addirittura i Blues a passare a Motown (2-3 SO), con Rucinsky pronto a trasformare lo shootout decisivo. Nel big match di Division contro i Predators (2-6) arriva la quinta sconfitta consecutiva ad aprire una mini-crisi per i biancorossi di Babcock. Sul banco degli imputati nello scivolone di Nashville va Joey MacDonald, giovane terzo goalie dei Red Wings, alla sua seconda partita in NHL. Il blackout del secondo periodo (5 goal subiti) pesa come un macigno sul goalie e su tutto il reparto difensivo, ma non vanno sottovalutate neppure le dieci penalità comminate a Detroit, foriere di ben tre PPG per i Predators.
La voragine ormai incolmabile tra le due di testa e il resto dello schieramento rende la seconda parte del report decisamente meno interessante. Tre delle peggiori squadre NHL soggiornano nella Central e la lotta tra poveri trova nei Blues (7-12-3, 17 pt.) i suoi vincitori settimanali. Bilancio sorprendentemente positivo per la squadra di Kitchen, che ottiene due successi di fila agli shootout. Si comincia in Ohio contro i derelitti Blue Jackets, piegati 4-3 in un match equilibratissimo dall'inizio alla fine. Decide Guerin, mentre Legace para tutti e quattro gli shootout di Columbus. Si va a Detroit e St. Louis si prepara a rivestire il ruolo di vittima designata. Arriva invece un'inattesa vittoria, ancora agli shootout (3-2 SO) con la rete decisiva di Martin Rucinsky. Per non abituare troppo bene i suoi fan, a sole ventiquattro ore di distanza, St. Louis perde tra le mura amiche contro i Phoenix Coyotes (1-2). Momentaneo pareggio di Hinote.
A Chicago c'è il circo e i Blackhawks (7-12-2, 16 pt.) continuano la loro impegnativa trasferta canadese. Non la cosa migliore per un team ancora convalescente e in cerca di continuità . Non basta un ottimo Khabibulin per uscire indenni da Calgary (1-4). Il portiere russo para 36 tiri, ma si deve inchinare tre volte (il quarto goal arriva a porta vuota) al cospetto di una squadra decisamente superiore. Per Chicago l'unica nota positiva giunge da Tuomo Ruutu, sempre a segno nelle ultime tre partite. A Edmonton le cose vanno addirittura peggio (1-5): i vicecampioni NHL chiudono la pratica già nel primo periodo, con un parziale di 3-0 che costa il posto in gabbia a Boucher, sostituito da Khabibulin per il resto del match.
L'interregno di coach Agnew si consuma tristemente nell'arco di una settimana e i Columbus Blue Jackets (6-14-2, 14 pt.) "rafforzano" la loro posizione di peggior franchigia NHL sotto la sua gestione. La sconfitta interna contro Nashville (1-3) ci può anche stare, ma contro i ben più abbordabili Blues (3-4 SO), Columbus non sfrutta i frequenti powerplay e butta via agli shootout un successo che avrebbe significato molto in una fase così delicata. Agnew lascia il timone con uno sconfortante 0-5, ma il suo successore, Ken Hitchcock, non comincia nel migliore dei modi. Ironia della sorte, Hitch esordisce sulla panca dei Jackets proprio contro i "suoi" Flyers, squadra che lo aveva scaricato a fine ottobre dopo un inizio di stagione agghiacciante. Al Wachovia Center finisce 3-2 per Philadelphia, con i Blue Jackets comunque in partita grazie ai goal di Chimera e Nash e a una prova generalmente buona di tutto l'attacco (ben 41 tiri verso la porta di Niittymaki). I flebili barlumi di speranza visti contro i Flyers si tramutano in concretezza nel successivo match casalingo contro i validi Minnesota Wild, piegati a sorpresa 5-3. La vittoria, propiziata dai due goal del veterano Fedorov, interrompe una striscia di otto sconfitte consecutive e apre scenari meno drammatici per la compagine dell'Ohio. Ora i Jackets non possono che migliorare…