Northwest: più giù che sù

Brian Rolston e Manny Fernandez, il cannone e lo scudo dei Minnesota Wild

Settimana da dimenticare per la divisione di Nord-Ovest: si gioca poco (relativamente) e si perde molto (realmente). Gli unici ad avere mezzo sorriso stampato sulla faccia sono i tifosi di Minnesota (20 punti, 10-3-0) e di Colorado (16 punti, 7-5-2) che chiudono il bilancio degl'ultimi 7 giorni rispettivamente con una e due vittorie. Punti importanti, visti anche i risultati delle altre tre sorelle, che permettono ai Wild di tenere la testa della divisione e agli Avalanche di fare un grande passo in avanti e portarsi al secondo posto.

Minnesota passa dalla corrente continua (8W consecutive) a quella alternata (1W 1L 1W 1L nelle ultime quattro). Martedì la vittoria su Vancouver è firmata da Brian Rolston, il quale insacca il goal del pareggio (2-2) su un penalty shot molto discusso dalla panchina canadese. Sull'onda dell'entusiasmo è Wild-time e grazie ad un PP-team eccezzionale (2/4) i 3 goal nel terzo tempo fissano il risultato sul 5-2.

Solo due giorni dopo i Predators vìolano l'Xcel Energy Center portando a casa una vittoria sofferta per 4-3. A nulla è valsa la buona prestazione della coppia Demitra-Koivu, ma nonostante tutto, i Wilds hanno ben figurato e guardano ancora tutta la division dall'alto.

Ma chi c'è subito dietro? Gli Avalanche. Le Valanghe di Denver si impongono ad inizio settimana su Columbus, grazie alla miglior partita di sempre con la maglia dei BigFoot del goalie Theodore, che erge un vero e proprio muro alle proprie spalle respingendo ben 41 dei 44 tiri in porta dei Blue Jackets. Il risultato finale di 5-3 premia anche i team di penalty killing che annullano 8 superiorità  numeriche avversarie.

A castigarli il giorno seguente ci pensa l'ex di turno: Dan Hinote. E' proprio lui ad aprire le marcature dell'incontro a favore di St.Louis, poi ci pensa Manny Legace a fare il resto, parando 44 dei 45 tiri in porta degli Avalanche. Sembra incredibile ma i portieri danno sempre il meglio del meglio contro la formazone delle Montagne Rocciose. Coach Quinneville dovrà  inventarsi qualcosa: ormai essere la squadra con più tiri in porta dell'intera NHL non basta più per vincere le partite.

E sembra proprio che contro Vancouver i suoi ragazzi lo abbiano ascoltato: 3 goal in soli 20 tiri in porta e partita vinta. Doppio sorriso quindi, secondo posto divisionale e battuti i nemici storici canadesi.

Ma se Colorado ride, il resto della Northwest piange a dirotto.

Vancouver (15 punti, 7-7-1) perde tutte e tre le partite disputate. La prima debucle è opera dei lanciatissimi Predators, che nonostante un Luongo straordinario e (quasi) migliore in campo sono costretti a perdere 2 punti casalinghi importanti. E pensare che, prima di questa partita, il bilancio per i Canucks contro le squadre della Central Division era di 5-0-0. Forse proprio per questo e per la legge dei grandi numeri, io non avrei scommesso un euro sulla sesta vittoria di fila.

Le altre sconfitte (esterne) arrivano da compagne di division, quindi ancora più pesanti in termini di classifica. Contro Minnesota, abbiamo già  detto che a decidere l'incontro è stato un penalty shot che coach Vigneault non riesce ancora a digerire.

Contro Colorado i Canucks battono le Valanghe solo per tiri in porta (38-20), ma alla fine i goal sono 3 per i padroni di casa e 2 per gli ospiti, che ritornano in Canada con 0 punti.

Non va certo meglio ad Edmonton (14 punti, 7-6-0), anch'essa sconfitta in entrambi gli incontri disputati. A gioire davanti ai petrolieri sono stati Nashville (che contro le squadre della Northwest sembrano andare a nozze) e Dallas.

Paul Kariya ritrova sul ghiaccio i suoi ex compagni di squadra e da il meglio di sè. Con 3 assists spezza la striscia postiva di 6W dei canadesi e permette ai suoi Predators di essere la prima squadra a violare il Rexall Place di Edmonton.

Contro gli Stars la musica non cambia, e il 3-2 finale per i texani lascia spazio soltanto ai soliti “si poteva fare di più” e “bastava un po' più di grinta” delle interviste del dopo-gara.

Peccato. Il rookie norvegiese Patrick Thoresen (7 punti) si sta comportando molto bene e Sykora, con 17 punti in 13 gara stava andando molto forte. Ora è il momento di tirare fuori gli attributi e di interrompere la striscia negativa.

Striscia negativa che Calgary (10 punti, 4-7-2) riesce a spezzare solo sabato sera contro i Blues. Finalmente Jarome Iginla risulta decisivo (winning goal), prende per mano i suoi e conduce i Flames alla vittoria per 3-2 su St.Louis. Vittoria che però non deve ingannare: i canadesi sono quelli che giocano di più questa settimana, ben 4 volte, quindi le sconfitte rimediate sono ben 3.

Lunedì si rivede sul ghiaccio il giovane difensore Dion Phaneuf (assente la partita prima per influenza) ma i Capitals di Ovechkin proprio non se ne accorgono e vincono per 4-2 grazie alla doppietta di Richard Zednik.

Mercoledì a ringraziare dei due punti sono i Detroit Red Wings che vincono per 3-2, mentre venerdì i Blue Jackets se li devono proprio sudare. Non basta un overtime, per decidere il vincitore ci vogliono addirittura 22 tiri di shot-out.

Ma se dobbiamo dirla tutta, forse non si sarebbe arrivati a giocare tanto se Calgary fosse riuscita ad arginare l'attacco di Columbus in superiorità  numerica. Alla fine su 9 occasione avute, i Blue Jackets hanno infilato Kiprusoff per 4 volte. C'è ancora parecchia strada davanti per poter vedere la luce.

Il migliore della settimana

Difficile dare un nome in una settimana non certo entusiasmante. A contendersi il premio ci sarebbe Joseph Theodore, autore di una strepitosa gara (41 parate) contro Columbus, e Jarome Iginla, che si è messo in mostra in queste 4 partite facendo registare 5 punti (3G e 2A).

Ma la palma di miglior giocatore settimanale la assegno a Brian Rolston. Con il goal contro Vancouver raggiunge la terza posizione in classifica marcatori (10G) e la squadra lo nomina di nuovo capitano per il mese di novembre. E' soltanto la sesta volta in queste ultime sei stagioni che un giocatore viene nominato capitano per 2 mesi consecutivi. I Minnesota Wild hanno infatti la tradizione di ruotare il proprio capitano di mese in mese invece di nominarne uno solo per l'intera stagione.

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