Kyle Hudson scappa da Ohio State; Illinois ha messo in seria difficoltà la prima della classe.
Ohio State e Michigan rimangono appaiate in testa alla classifica grazie alla loro imbattibilità , ma dopo le partite di sabato ad uscirne meglio sembrano proprio i Wolverines, apparsi più in forma e più rilassati dei diretti concorrenti anche se il difficile inizio contro un'avversaria mediocre non ha lasciato un buon segno. Il titolo della Big Ten passerà certamente tra il loro scontro diretto di fine novembre, ma continuando di questo passo anche il National Championship di gennaio potrebbe essere una sfida tra le due super potenze della Big Ten.
Attualmente al numero uno e due del BCS rankings, le due università sanno che, forse, nemmeno la sconfitta nell'ultima di campionato potrebbe estrometterle dalla finalissima visto che a inseguire con 8-0 c'è solo Louisville, risorta nella classifica grazie alla vittoria su West Virginia. Ma i Cardinals non sembrano ricevere gli stessi onori delle altre due e questo potrebbe favorire un rivarly game ad altissima tensione nell'anno di esordio della finale nazionale aggiunta ai classici Bowls.
Michigan ormai è arrivata al massimo, ha mostrato di poter difendere tranquillamente contro ogni avversaria minore e di saper segnare abbastanza punti contro rivali di maggior prestigio. Resta la sfida con Indiana prima del big match che vedrà i Wolverines ospiti in Ohio e, nel frattempo, Chad Henne e compagni hanno messo in piedi una dimostrazione di forza e reazione davvero ottime. Una safety e un TD concessi nel primo quarto contro Ball State avevano fatto tremare per un attimo mezzo stato del Michigan, ma il solito Mike Hart ha ricominciato a correre come un dannato riportando in quota la squadra che da quel 7-9 iniziale è uscita con un 34-26. Ovviamente Ball State che intimorisce per un attimo i Wolverines e che gli rifila 26 punti non è un gran biglietto da visita, è normale però che ci sia stato un calo ad un certo punto della stagione; va inoltre riconosciuto che solo mettendo punti su punti la squadra può stare tranquilla visto che difensivamente è da settembre che soffre di continuo in un modo o nell'altro. Tutte le squadre incontrate sono riuscite a segnare anche se solo la corazzata di Notre Dame guidata da Brady Quinn ha passato i venti punti.
Certo, lo ripetiamo da un po', la difesa non sempre sembra essere il top e il fatto di giocare in casa dei Buckeyes la partita dell'anno non agevolerà il compito di Michigan. OSU però comincia a tentennare, anche se forse la gara contro Illinois è più una semplice casualità che altro. Contro i Fighting Illini Troy Smith e compagnia hanno avuto il loro bel da fare. Il 17-0 iniziale aveva lasciato presagire che, come sette giorni prima nel 44-0 su Minnesota, gli avversari non sarebbero stati altro che vittime scarificali; la partita si è invece addormentata con uno Smith fermo a 108 yards lanciate (più 37 corse) e un Michael Pittman stoppato a quota 58, facendo sì che l'orgoglio degli Illini uscisse definitivamente nel quarto periodo. Un field goal prima e il touchdown di Rashard Mendenhall riaprivano i giochi e soltanto un onside kick ricoperto da OSU chiudeva le speranze di Illinois.
Ma i Buckeyes non sono contenti di come sono andate le cose, né di come Chris Wells continui a maltrattare il pallone (un altro fumble, il terzo in un mese). Tralasciando la filosofia spicciola di Tressel, l'unica nota positiva è che la sofferenza iniziale e il crollo difensivo di Michigan siano venuti con un avversario che probabilmente vale meno di questa Illinois, confermando quindi che la supremazia resta ancora di casa a Columbus.
E' vero però che i numeri alzati da OSU sono infinitamente troppo bassi e sperare di cavarsela nella volata finale con questo tipo di rilassamento è ovviamente un errore.
Wisconsin intanto mantiene la propria marcia (9-1) e si guadagna il #15 nel BCS, posizione che potrebbe lievemente migliorare facendo proprie anche le gare contro Iowa e Buffalo. Due prove assolutamente fattibili per coach Bret Bielema che nel suo primo anno da capo allenatore dei Badgers ha costruito un programma ottimo, certamente una delle rivelazioni di questa stagione. Dopo il sofferto 30-24 ottenuto contro Illinois (2-8), per Wisconsin è arrivata l'ottima prova contro Penn State (6-4) lasciata a soli tre punti e colpita con il solito gioco ben organizzato da John Stocco (15/25, 172 yds, TD) e dell'immenso runningback P.J. Hill jr, che con le 148 yards di sabato è salito a quota 1370, rimanendo così leader della Big Ten davanti a Mike Hart di Michigan (1281) ed è oggi il secondo RB di tutta la Division I-A.
La partita di Hill non ha portato nessuna segnatura ma ha dato modo come sempre ai Badgers di tenere il controllo del pallone e di mangiarsi l'orologio, sfiancando la difesa dei Nittany Lions e costruendo piano piano il vantaggio finale (13-3). Cresce il rammarico per la sfida persa in casa di Michigan dopo un primo tempo chiuso in parità tenendo sempre testa ai Wolverines; quella sfida non avrebbe forse dato un secondo posto nazionale ai Badgers i quali avrebbero quasi sicuramente staccato un biglietto per uno dei quattro principali Bowls. E non è roba da buttare, anzi.
L'ultima squadra con un record totale positivo negli scontri diretti di conference insieme a Penn State è Purdue, squadra tornata alla vittoria (17-15) su Michigan State dopo che anche il proprio attacco, unica arma davvero funzionante dei Boilermakers, aveva fatto cilecca contro Wisconsin e Penn State (tre soli punti totali segnati nella seconda gara); partite stranamente giocate in casa dove la spread offense guidata da Painter di solito ha maggior successo. Anche stavolta si era messa male per Curtis Painter (21/30, 283 yds, 2 TD) e compagni e solamente il field goal di Casey Welch a 4:49 dal termine aveva raddrizzato una gara che Purdue aveva cercato di buttare via dopo il dominio del primo tempo. Altre due gare per mantenere il posto in un Bowl minore (Champs Sports Bowl o Insight Bowl) e poi la trasferta a Honolulu per chiudere l'annata.
Indiana (5-5, 3-3 in Big Ten) e Iowa (6-4, 2-4) si giocano le residue speranze di mantenere saldo il posto a metà classifica per tentare di finire in uno dei Bowls di dicembre. Indiana avrà Michigan e la trasferta a Purdue, partite difficili (impossibile la prima) che, se perse, la manderanno in negativo sia in conference che in "overall standings", permettendo agli Hawkeyes di giocarsi un gradino più alto nell'ultima gara contro Minnesota visto che anche per loro il prossimo match appare proibitivo (Wisconsin). Michigan State e Minnesota restano appaiate (1-5, 4-6) in attesa di (doppi) passi falsi davanti a loro. Gli Spartans dopo l'incredibile vittoria in rimonta su Northwestern sono crollati contro Indiana ed hanno buttato al vento l'incredibile occasione contro Purdue. La prossima sfida contro Minnesota vale l'ultima possibilità di giocarsi una minima chance nell'ultima di campionato.
Northwestern e Illinois sono rimaste tagliate fuori da ogni gioco e l'unica speranza loro rimasta è di non arrivare ultime. Il campionato si chiude con le sfide interne alla Big Ten e la chiusura stagionale le vedrà una di fronte all'altra a battersi per non dover indossare la maglia nera; anche se i Wildcats partono da una vittoria in più, la prossima gara li vedrà comunque opposti a Ohio State, dando così a Illinois (in casa con Purdue) una possibilità di avvicinarsi per tentare il sorpasso nel match decisivo.
Big Ten Overall Standings (Big Ten).
Ohio State 10-0 (6-0)
Michigan 10-0 (6-0)
Wisconsin 9-1 (6-1)
Penn State 6-4 (4-3)
Purdue 6-4 (3-3)
Indiana 5-5 (3-3)
Iowa 6-4 (2-4)
Michigan St. 4-6 (1-5)
Minnesota 4-6 (1-5)
Northwestern 3-7 (1-5)
Illinois 2-8 (1-5)