Ovechkin: il nuovo che avanza

Alexander Ovechkin è la nuova sensazione della NHL

Alexander Mikhailovich Ovechkin nasce a Mosca il 17 settembre 1985. Sua madre Tatiana è fiera detentrice di due medaglie d'oro conquistate alle Olimpiadi del 1976 e del 1980 con la nazionale femminile sovietica di basket, mentre il padre Mikhail è un giocatore professionista di calcio. Come dire: buon sangue non mente.

All'età  di due anni, in un negozio di giocattoli, Alexander prende una mazza giocattolo e un caschetto e non li lascia più andare. A quell'età  ci si stanca facilmente di qualsiasi cosa, ma non è così per l'hockey. Guai spegnere la televisione o cambiare canale quando vengono trasmesse le partite, pena le grida e gli strepiti del giovane terremoto.

A 7 anni muove i primi passi, o meglio le prime pattinate, nelle giovanili della Dynamo Mosca. In Russia, le squadre di hockey formano i giocatori dai primi anni, incoraggiandoli a rimanere all'interno della società  con la speranza che raggiungano la Superlega russa, la miglior lega in Russia e forse la seconda migliore al mondo dopo la NHL.

Negli anni Ovechkin lavora duro e scala pian piano i gradini della scala immaginaria all'interno della società , e finalmente a 16 anni debutta con la Dynamo Mosca nella Superlega russa nella stagione 2001/2002. Gioca per 21 partite, facendo segnare sul tabellino 2 gol e 2 assist.
Può solo migliorare.

La stagione successiva segna 8 gol e dispensa 7 assist in quaranta partite. Nel 2003-2004 gioca 53 volte, i gol segnati diventano 13 e gli assist 10. Viene premiato con il trofeo di Miglior ala sinistra della Superlega, ed è il giocatore più giovane nella storia della Dynamo Mosca ad essere in cima alla classifica di punteggio.

Per un giorno Ovechkin ha mancato l'idoneità  per il draft NHL 2003, ma il posto nel draft dell'anno successivo è assicurato. Il 26 giugno 2004 Alexander Ovechkin diventa prima scelta assoluta dei Washington Capitals. E' il quinto europeo e il secondo russo nella storia della NHL a essere prima scelta assoluta: prima di lui solo Ilya Kovalchuk c'era riuscito nel 2001.

Il lockout NHL ritarda però il debutto di Alex, che gioca quindi la sua quarta stagione con i colori della Dynamo Mosca. Per fortuna le serrande che chiudevano le arene americane si riaprono, e finalmente Sasha debutta in NHL il 5 ottobre 2005, segnando 2 dei 3 gol che portano i Capitals a vincere contro Columbus.

Da qui è un continuo crescendo. A dicembre viene nominato Rookie del mese. Il 13 gennaio 2006 contro Anaheim la partita viene fermata per raccogliere i cappellini dalla pista ghiacciata: Alexander ha firmato il primo hat trick della propria carriera.

Il 16 gennaio si gioca a Phoenix, all'attenzione del miglior giocatore di tutti i tempi. Quello che è successo è ancora davanti agli occhi di tutti. Bill Clement, veterano giornalista di hockey, l'ha definito "uno dei migliori gol di tutti i tempi", e non a torto.

Alexander sta portando il disco a metà  campo, con la lingua fuori in una boccaccia che lo contraddistingue spesso, e che ricorda certe azioni di "sua arietà " Michael Jordan. Punta la porta difesa da Brian Boucher. Ubriaca il difensore Paul Mara, si sbilancia e cade scivolando sulla schiena senza più guardare la porta. Senza mollare la presa e controllando il bastone con una mano, riesce a mantenere il controllo del puck, facendolo lentamente scivolare alle spalle del portiere.

Il gesto di stizza di un difensore che sbatte la mano sulla traversa della porta riassume tutto. E' il secondo gol della serata per Alexander, ma è di quello che la gente parlerà  tornando a casa, il giorno dopo al lavoro, o fra qualche anno raccontandolo ai nipotini.

"Devo dirvelo, mi piace il ragazzo. E' l'unico contro cui abbia allenato che segna un gol e mi manda un bacio. Un gol niente male, tra l'altro. Si capisce che ama giocare." Il commento di Wayne Gretzky la dice lunga.

Proseguendo nella stagione, il 1 febbraio altro doppio traguardo raggiunto: nominato per il mese di gennaio Rookie del mese e anche Miglior attaccante del mese, diventa il terzo giocatore nella storia della NHL a ottenere entrambi i premi nello stesso mese.

La stagione 2005-2006 finisce alla grande: 52 gol e 106 punti, che lo classificano al terzo posto nella storia dei rookie NHL. Finisce primo tra i rookie per quanto riguarda gol, punti, gol in power-play e tiri.

Terzo in segnature in tutta la NHL, e i suoi 425 tiri non solo sono in cima alla classifica e stabiliscono un nuovo record tra le matricole, ma anche sono il quarto valore più alto nella storia della lega americana.

Per finire, i suoi punti totali sono al secondo posto nella storia dei Capitals, e il numero di gol al terzo.
E non voglio andare avanti perchè ne avrei ancora, tra record individuali, di franchigia e di lega.

Ovviamente il suo nome appare nell'All-star rookie team, ma anche nel First All-star team per la stagione 2005-2006. Come coronamento della stagione vince anche il Calder Memorial Trophy, dopo una lotta fino all'ultimo voto con il pinguino Crosby.

Un giocatore del genere non poteva passare inosservato agli osservatori della nazionale russa. A 16 anni, Sasha batte il record, detenuto da Kovalchuk, di gol segnati nei Campionati del Mondo Junior under 18, facendo annotare nei tabellini 14 gol e 4 assist in 8 partite, record ancora imbattuto. Ancora in quell'anno, Alexander aiuta il team Junior nel cammino che li porterà  alla medaglia d'oro, con due triplette (contro la Svizzera e gli USA) e 1 assist.

Diciassettenne, diventa il pattinatore più giovane ad aver mai giocato in nazionale per l'hockey russo, cosa successa precedentemente solo con il leggendario portiere Vladislav Tretiak, anch'egli al debutto con 17 primavere. Nel Ceska Poistovna Eurotour Tournament diventa inoltre il più giovane giocatore di sempre ad aver segnato in Nazionale.

A 18 anni lo nominano capitano della nazionale Junior pur essendo di un anno più giovane della maggior parte dei suoi compagni di squadra, e a 19 è il più giovane giocatore nella Coppa del mondo 2004 di hockey. A fine 2004, ancora diciannovenne, porta come capitano la sua Nazionale Junior alla medaglia d'argento nei Campionati del mondo. Segna 7 gol, guidando a pari merito la classifica del torneo, e viene nominato Miglior ala della manifestazione, oltre a far parte dell'All-star team.

Nel 2005 gioca per la prima volta in un campionato del mondo IIHF, e nel 2006 c'è il debutto alle Olimpiadi invernali. Nel borsone del rientro non ci sarà  nessuna medaglia, ma segna 5 gol, compreso quello che rispedisce a casa i canadesi. Diventa l'unico giocatore non della Svezia (medaglia d'oro) o della Finlandia (medaglia d'argento) ad essere nominato nell'All-star team.

Ottimo pattinatore, capace di destreggiarsi sia a campo libero che nella selva di gambe e bastoni dei difensori, ha un possesso del disco incredibile. Preciso nei tiri, non si fa mancare l'occasione di segnare di rovescio, se ne intravede la possibilità . Passatore eccellente, ha una visione del gioco che di solito si può riscontrare in giocatori con anni di esperienza.

Giocatore sostanzialmente corretto, è comunque forte nel gioco fisico, mantenendo il possesso del disco in molti contrasti, e sfruttando appieno le situazioni di contatto sulla balaustra.

Di carattere spavaldo, come quasi tutti i ventenni, si fa scappare affermazioni come "La mia arma non è il mio tiro, sono io.", che farebbero storcere il naso a chiunque, anche se poi i risultati gli danno decisamente ragione.

"E' il miglior rookie che abbia mai visto. E' incredibile. Ogni sera fa qualcosa di eccezionale, come un continuo highlight." ha detto Sheldon Souray.

Questa affermazione potrebbe spiegare perfettamente il soprannome che gli hanno dato: Alexander the Great. Ma se Alessandro Magno si è fermato in India, dopo aver conquistato quasi tutto il mondo allora conosciuto, quando e dopo quali traguardi si fermerà  Alexander?

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