Vokoun torna grande e Nashville vola
Due settimane di assestamento e finalmente i veri valori in campo nella Central cominciano a delinearsi. Dopo un esordio stagionale decisamente mediocre (tre sconfitte e una sola vittoria nelle prime due week), i Nashville Predators si sono finalmente svegliati, infilando una robusta striscia vincente e issandosi dall'ultimo al primo posto della classifica. Tra le altre si salva solo Chicago, mentre Detroit termina una settimana di passione collezionando tre stop consecutivi.
Troppo brutti e imballati per essere veri, i favoriti Nashville Predators (4-3-1, 9 pt.) hanno improvvisamente invertito la tendenza del primissimo scorcio di stagione, agguantando in una settimana densa di impegni una striscia di tre vittorie consecutive (quattro, contando il successo contro Phoenix nella week 2), tutte in trasferta con squadre dell'area di New York. Si parte dal Nassau Coliseum contro i caldi Islanders, piegati agli shootout al termine di una partita dominata dalle difese (2-1 SO).
Un solo goal per parte durante i tre tempi e nulla di fatto in overtime. Decidono gli errori di Satan e Kozlov, con un Vokoun tornato ormai stabilmente sui suoi standard abituali. Non è un caso che la ritrovata competitività del team vada di pari passo con la buona vena del goalie e di tutto il reparto difensivo.
Passano due giorni e Nashville sbanca anche il Madison Square Garden, lasciando a zero i pur volenterosi Rangers (3-0). Un Vokoun straordinario nega per ben 38 volte la gioia del goal a New York, mentre davanti vanno a segno Arnott, Nichol e Smithson. Per il match contro New Jersey (4-3 SO), spazio in gabbia al backup Chris Mason, protagonista assoluto degli shootout che premiano Nashville al termine di una partita tiratissima ed equilibrata.
Si torna a casa e arriva, inattesa, la sconfitta che interrompe la serie (3-4 OT). A mettere i bastoni tra le ruote a Nashville sono i Vancouver Canucks, vittoriosi in un testa a testa risolto in overtime da un maligno tiro di Lukas Krajicek.
Predators a parte, la mediocrità delle prestazioni di Division nella week 3 ha permesso a Chicago (4-4-0, 8 pt.) di balzare al secondo posto in classifica, nonostante un bilancio settimanale non certo da prima pagina. Si comincia bene, con il prezioso successo raccolto a Denver contro gli Avalanche (5-3) grazie a una partita maiuscola di Martin Lapointe.
L'ex Bruin segna due reti fondamentali, ben coadiuvato dall'altro Martin, Havlat, a secco di goal ma autore di due assist. Serataccia per il goalie di Colorado, Josè Theodore, punzecchiato a fine partita anche da coach Quenneville. La buona vena dei Blackhawks continua anche due giorni dopo, quando la squadra di Yawney batte di misura allo United Center i Montreal Canadiens (2-1). Sugli scudi Khabibulin (28 salvataggi) e il solito Havlat, autore del primo goal dopo 49 secondi dal via. Goal decisivo nel terzo periodo ad opera di Bryan Smolinski.
Quarantotto ore dopo Chicago è di nuovo sul ghiaccio, a Dallas. Una partita emozionante e ricca di capovolgimenti di fronte, vinta dagli Stars 5-4 solo grazie a un goal di Boucher a 40 secondi dalla fine. Non fosse stato per un quarto periodo da dimenticare (parziale di 4-1 per Dallas), Chicago avrebbe infilato il terzo successo consecutivo, fondamentale per guardare tutti dall'alto nella Central.
Oltre alla sconfitta, da registrare anche l'infortunio di Havlat alla caviglia destra, lieve ma sufficiente per metterlo fuori gioco per almeno due settimane. Senza la sua ala destra, sostituita da Brandon Bochenski, richiamato per l'occasione da Norfolk, Chicago perde 4-3 in casa contro i Blues di un ottimo Lee Stempniak.
Da fanalino di coda di tutta la NHL a squadra che, se non altro, se la può giocare contro qualsiasi avversario. È questa la metamorfosi dei St. Louis Blues (3-3-2, 8 pt.), tuttavia ancora incapaci di mantenere alta la concentrazione, specie nelle partite sulla carta più abbordabili. Ecco allora arrivare una sonora batosta tra le mura amiche contro i disastrosi Phoenix Coyotes (2-5). Oltre alle proporzioni del risultato, pesano i ben otto power-play non sfruttati dai Blues. Per coach Kitchen la squadra ha decisamente sottovalutato l'impegno.
Nemmeno due goal di vantaggio nel terzo periodo sono sufficienti per battere i Vancouver Canucks, alla fine vittoriosi a St. Louis per 3-2 all'overtime. Ancora una volta la squadra di Kitchen non ha saputo sfruttare le penalità , con due soli goal sui nove power-play avuti a disposizione. Rende meno amara la sconfitta l'ottima partita di Curtis Sanford, al secondo start della stagione in sostituzione del goalie titolare Legace. Il successo contro i Blackhawks (4-3) chiude positivamente una settimana che rischiava di terminare con un triste zero alla voce vittorie. Allo United Center è Stempniak a togliere le castagne dal fuoco con due goal e un assist.
Trasferta ad ovest assolutamente da dimenticare per i Detroit Red Wings (3-4-1, 7 pt.), protagonisti di una netta involuzione tecnica dopo un inizio di stagione a corrente alternata. Eppure le cose non erano cominciate male, grazie al successo rimediato in apertura di settimana contro i Los Angeles Kings (3-1).
Tra gli aspetti più positivi vanno segnalati l'ottima prestazione di Robert Lang (2 goal) e l'esordio stagionale in gabbia di Chris Osgood in sostituzione di Dominik Hasek, starter nei primi quattro match dei Red Wings formato 2006-2007. La tourneè californiana prosegue però con un pesante stop contro i Ducks (1-4). Red Wings mai in partita, sovrastati in tutti i settori dalla velocità di Anaheim.
Il goal in chiusura di Kopecky evita almeno lo shutout. Passano ventiquattro ore e i Red Wings rimediano un'altra scoppola, questa volta per mano dei San Josè Sharks (1-5). I troppi minuti passati dai giocatori biancorossi sulla panca dei cattivi consentono a Marleau e compagni di ottenere la migliore performance in power-play nell'intera storia del team (tutti e cinque i goal di San Josè arrivano in superiorità numerica). Ci si sposta in Canada e la musica non cambia. Contro i vicecampioni di Edmonton i Red Wings si inchinano 3-1 al termine di un match deciso dagli episodi.
Avevamo cominciato i primi due report stagionali parlando dei positivi Columbus Blue Jackets (2-3-1, 5 pt.), ora scivolati in fondo alla classifica, vuoi per un minor numero di partite giocate, vuoi per qualche sconfitta di troppo. Due soli match e due ko per la franchigia dell'Ohio, che chiude la sua prima settimana senza vittorie in questo scorcio di inizio stagione.
Si comincia con la sconfitta interna contro i Maple Leaves (2-4), decisa da un ottimo McCabe. La squadra si trasferisce a Pittsburgh e arriva un altro stop (3-5), maturato grazie alla prestazione maiuscola di Staal e a una serie di distrazioni dei Jackets in superiorità numerica (ben due short-handed goal per i Penguins).