Grande traguardo quello raggiunto da Joe Sakic…
25 ottobre 2006. A Denver, i Colorado Avalanche affrontano i Washington Capitals. Il Pepsi Center è pieno come un uovo, i bagarini se la ridono e fanno affari: ci sono due avvenimenti da non perdere. Due motivi che spingono i tifosi di Colorado, e dell'hockey in generale, ad accorrere in massa, a non mancare per poter dire un giorno: "io c'ero".
Per la prima volta (e unica quest'anno) si potranno ammirare dal vivo le gesta di una giovane stella russa che incanta le arene di tutto il Nord America con assist, goal e grandissime azioni che valgono da sole il prezzo del biglietto: Alexander Ovechkin.
Una gara tutta da gustare dunque, ma non solo. Ci potrebbe essere anche il tempo per una grande festa, la festa che tutti aspettano nello stato delle montagne Rocciose: il punto numero 1500 del proprio capitano, Joe Sakic.
Al face-off di inizio gli occhi di tutti sono puntati sul numero 19 degli Avalanche. Si seguono i suoi movimenti, con o senza il disco, perchè non bisogna perdere l'attimo fuggente, il momento tanto atteso, il passaggio o il goal decisivo. Dopo soli 53 secondi i Capitals vanno in goal con Chris Clark. Ma chi se n'è accorto? In pochi, forse nessuno. Il pubblico stava guardando le due panchine. Sulla prima, quella dei padroni di casa è seduto il loro capitano. E' tranquillo, ma chissà a cosa pensa. Sulla seconda, quella degli ospiti, un sorriso illumina il volto del russo. Facile intuire a cosa pensa.
La partita continua. Ovechkin fa i numeri che è solito fare e regala spettacolo. Sakic orchestra e dirige le manovre di una Colorado che deve rimontare. Dopo 11 minuti e 33 secondi Marek Svatos mette il disco sulla stecca di Andrew Brunette che insacca alle spalle di Kolzig. I due alzano le braccia e si girano verso il centro del campo. Chi ha dato il via all'azione del pareggio? Il pubblico del Pepsi Center lo sa, ma tace e aspetta le parole dello speaker che questa volta non scandisce la frase di rito ma celebra l'evento, annunciando il 1500-esimo punto di Joe Sakic.
La festa che tutti attendevano ha inizio. La partita si interrompe per qualche minuto. La standing ovation del pubblico è accompagnata dal rumore delle stecche sul ghiaccio che tutti i giocatori di entrambe le squadre sbattono in onore di quel 37-enne canadese che ha raggiunto un traguardo storico. E' l'11-esimo giocatore nella storia della NHL a raggiungere tale traguardo ed è il sesto a farlo con la stessa franchigia.
Tra il pubblico sono tantissimi i ragazzini che applaudono, urlano e gridano il suo nome. Ragazzini che sono cresciuti con le sue figurine e con i suoi poster appesi in camera. Ragazzini che non erano neanche nati quando 18 anni fà , il 6 ottobre del 1988, il loro idolo metteva a segno il suo primo punto (anch'esso un assist) nella sua prima partita nella famosa e difficile NHL, che vedeva di fronte gli allora Quebec Nordique contro gli Hartford Whalers.
Ma quanta strada ha fatto quel giocatore di Burnaby (British Columbia)?
Se lo ricordano bene tutti coloro che hanno festeggiato il suo 1000-esimo punto il 27 dicembre del 1999, il suo 500-esimo goal l'11 dicembre del 2002, la conquista della Stanley Cup nel 1996 e nel 2001, il Conn Smythe Trophy nel 1996, l'Hart Memorial Trophy e il Lady Byng Memorial Trophy nel 2001, la medaglia d'oro alle Olimpiadi del 2002 e il titolo di miglior giocatore di quel torneo.
Proprio tanta strada, sì. E non è finita qui.
Tornando a noi, per dovere di cronaca, vi dico che la partita è finita 5-3 per Washington e Ovechkin ha segnato uno splendido goal. Ma che importa. Oggi è la festa di Sakic. La festa dell'unico capitano che i Colorado Avalanche abbiano mai avuto.
Sugli spalti si è parlato solo di lui durante la partita e anche dopo, fino a quando la gente si è salutata nel parcheggio del Pepsi Center dandosi appuntamento alla prossima festa.
Già , perchè Joe ha già in testa la prossima festa e, segnando il goal del momentaneo 3-2 e incrementando i suoi punti a 1501, ha già invitato tutti i suoi tifosi. Un piccolo passo verso il prossimo grande traguardo.